Criptointesa - 46° puntata

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"Devo andare amore, mi tocca lasciarti, ma ora che ti ho conosciuto, che ti ho avuto, ora niente e nessuno ci dividerà, ogni volta che sarà possibile correrò da te, ora so dove sei, ora so che sei mia, come io sono tuo, ciao amore, ciao tesoro stupendo, stammi bene, spero che la nostra lontananza duri pochissimo, perché ogni attimo distante da te è un momento non vissuto...."

"Certo che a parole non scherzi, raggiungi direttamente il mio cuore, senza scorciatoie, mi tocchi nell'anima, come faccio a non amarti?!?"

"E allora amami, semplicemente perché io ti amo..."

"Ciao tesoro, ciao amore stupendo, vai, è già tardi, mi raccomando non correre troppo, chiama quando arrivi, non farmi stare in pensiero inutilmente..."

"Certo cucciola, certo, stai tranquilla, non mi può succedere nulla, sono protetto dal nostro amore..."

Salì sulla moto, Gaia se lo stava mangiando con gli occhi, era effettivamente un bel ragazzo Fabrizio, il leggero ma protettivo giubbotto tecnico da moto gli conferiva quel fascino aggressivo che solo un centauro di razza riesce a trasmettere, e lui lo era, solamente da un paio d'anni si era un po' calmato, venendo da un non troppo lontano passato di pistaiolo, rafforzato dai tanti anni passati a scorticare le saponette della tuta sui tornanti di mezza Italia, esperienza di guida a non finire, il percorso era anche troppo semplice per lui, molti rettilinei con poche curve a largo raggio finché si rimaneva sui tratti autostradali e statali, qualcosa in più proprio prima di arrivare a casa ma certamente nulla che potesse impensierirlo se non un improvviso attacco di stanchezza.

Si scatenò in autostrada, 3 corsie per senso di marcia e scarso traffico lo spinsero a ricercare la massima velocità possibile, 240, 260, 280, 300 e oltre l'indicazione che il tachigrafo riportò, la belva a 2 ruote era stata modificata e preparata per l'impegno in circuito, potendo vantare una trentina di CV in più rispetto alla versione prettamente di serie, sopra ai 200 km/h quei mostri non si guidavano più con il cervello ma con quell'altra testa, quella più piccolina, quella a stretto contatto con il serbatoio nella zona centrale, l'eccitazione prodotta dal rindondante rombo del 4 cilindri nipponico era qualcosa di unico e raro, in grado di trasformare anche il più tranquillo degli uomini in un animale assetato di emozioni.

Giunse al casello di uscita, non più di 25 km lo separavano finalmente dalla sua abitazione, sentiva il disperato bisogno di buttarsi almeno per qualche decina di minuti sul proprio divano, l'adrenalina stava rapidamente scemando, lasciando lo spazio a una immane fiacca, che andava immediatamente rimossa, per affrontare al meglio la giornata lavorativa che ormai era alle porte.

Quell'ultima lingua di strada la conosceva abbastanza bene, non la percorreva sempre ma almeno un paio di volte al mese gli capitava, c'era una rotonda dalla forma stranamente allungata a un certo punto, che si affrontava solamente nel tragitto di ritorno verso casa, con una caratteristica particolare, da qualche giorno era stata parzialmente chiusa al traffico, invece di percorrerla in senso anti-orario la si affrontava nel senso opposto, Fabrizio piombò molto velocemente su quella finta-rotonda, improvvisamente si accorge del cambio di direzione, assorto com'era dai suoi pensieri, avrebbe potuto tranquillamente controllare la moto, ma essendo nella piena effettuazione dei lavori in corso era presente un sottile strato di finissima ghiaia, la frenata di correzione abbozzata comportò una iniziale perdita di controllo dell'avantreno, compensata abilmente dal centauro, ma il transito sopra a una quasi invisibile chiazza d'olio provocò un'ulteriore grande sbandata del veicolo, che disarcionò irrimediabilmente il conducente, catapultandolo rovinosamente a terra....

Non c'era molto traffico, non era una strada con alto transito, ma una vettura stava percorrendo in senso inverso quel tratto di strada, riuscì miracolosamente a evitare l'impatto con Fabrizio, che terminò il suo volo contro la base del guard-rail, quel famoso guard-rail metallico che mieteva tante vittime in tutti i luoghi dove veniva posizionato.

I soccorsi giunsero immediatamente, l'uomo venne trasportato d'urgenza al vicino ospedale, dove venne sottoposto a tutta una serie di esami, che stabilirono fortunatamente che le conseguenze erano limitate all'incrinatura di 3 costole toraciche, sospetta frattura del coccige e forte tumefazione della zona genitale, il problema più serio era proprio lì, un testicolo era stato compresso e schiacciato contro qualcosa, si era gonfiato e una preoccupante ecchimosi si stava formando, Fabrizio venne ricoverato momentaneamente in una stanza di accoglienza del Pronto Soccorso, in attesa di un probabile trasferimento per un paio di giorni nel primo reparto disponibile che avesse una certa attinenza con le problematiche riscontrate.

Passavano le ore, Fabrizio aveva una grossa difficoltà a tenere gli occhi aperti, un po' la stanchezza, un po' la tensione, un po' gli anti-dolorifici somministrati tramite endovena, verso mezzogiorno quando finalmente venne condotto in reparto si abbioccò pesantemente, dormendo diverso tempo, venne risvegliato da un suono famigliare, qualcosa che richiamava prepotentemente la sua attenzione, lasciò la coltre nebulosa del riposo onirico per destarsi, era il suo cellulare che stava vibrando, ma non era l'unica delle sorprese a cui sarebbe andato incontro....

Continua...