Analisi Tecnica o Fondamentale?

Ricordo ancora quando tanti anni fa per la prima volta scoprii la Analisi Tecnica. Dato che ricordo ben poche cose della fine degli anni ‘90 o inizi 2000 deve avermi colpito molto. Mi ricordo un signore elegante e magro che era stato chiamato per tenere un seminario collaterale al corso di Economia degli intermediari finanziari a Torino. Non mi ricordo come si chiamava ma mi ricordo che si presentò come un agente di cambio. Mi ricordo che precisó che la sua era una professione in estinzione perché il suo lavoro in futuro avrebbe potuto essere svolto soltanto dalle banche nel momento in cui tutti gli agenti di cambio fossero andati in pensione. Inizió quindi a tracciare triangoli e teste e spalla sulla lavagna dell’aula e io mi ricordo che presi appunti. Chissà se questi appunti esistono ancora, devo ricordarmi di cercarli. Quella lezione introduttiva aveva solo lo scopo di darci un assaggio e farci conoscere l’esistenza di questa disciplina. La possibilità di fare previsioni in base soltanto al grafico era una idea che mi stupì e mi colpì molto. Da un lato appariva assolutamente illogica e incredibile ma dall’altro pure possibile. La stessa Università da un lato ce la presentava ma lo faceva in modo semi-ufficiale, senza istituire un vero e proprio corso sull’argomento ma soltanto timidamente dandocene un assaggio attraverso una terza persona. La teoria accademica ufficiale predominante è quella del “random walk” in base alla quale il grafico è imprevedibile ed è guidato da fattori esterni di carattere “fondamentale” ovvero inerenti - se parliamo di azioni - la salute della società di cui le azioni rappresentano una parte di proprietà oppure del settore economico in cui quella società si trova. Oltre tutto il random walk deriva dalla teoria dei mercati efficienti in base alla quale sarebbe in nessun modo possibile vincere i mercati guadagando più dell'indice in modo stabile, in quanto tutti i partecipanti conoscono le informazioni e solo una nuova informazione può modificare il comportamento degli investitori, in poche parole in base alla teoria dei mercati efficienti e del random walk non esiste la possibilità di guadagnare in modo razionale (tolta la fortuna) investendo in azioni, cryptovalute o qualunque altra cosa, non più di quanto cresca il mercato. Quindi da un lato l’Universita rinnega la Analisi Tecnica e dall’altro la inserisce timidamente in un seminario. Da un punto di vista scientifico la domanda da porsi è: “Esistono ricerche condotte in modo serio che abbiano cercato di dimostrare o confutare l’efficacia della AT?”. Come si può leggere sulla pagina di Wikipedia su questo argomento, non esistono evidenze empiriche che la AT sia efficace, sebbene molte ricerche infatti abbiamo mostrato risultati positivi, ci sono anche molti risultati contrari (poco meno della metà). La scienza pertanto non riesce ad oggi a dare una indicazione efficace circa la validità della Analisi Tecnica che è quindi relegata al ruolo di interessante e promettente pseudo-scienza.
Attenzione!: Il fatto che la scienza non riesca per ora a darci una risposta circa l'efficacia della AT non significa che essa non funzioni! Significa soltanto che non è facile stabilirlo, ognuno quindi può continuare ad avere la propria opinione formata sulla base delle proprie esperienze e letture senza la necessità di inchinarsi allo strumento di conoscenza umano più efficace che è la Scienza.

https://en.wikipedia.org/wiki/Technical_analysis

Conclusione:
La verità, nella mia opinione, è che ognuno di noi deve provare e farsi la sua idea in questa materia così controversa. La risposta sul fatto che la AT funzioni o meno è davvero complicata. Io da utilizzatore posso dire che la sensazione è che si, funzioni, e io non posso fare a meno bene o male di utilizzarla, da qui a dire che son certo che funzioni e che possa dare dei risultati obiettivi nel lungo termine almeno per ora sono ben distante. Nel frattempo comunque continuo a studiarla perchè la trovo estremamente interessante e divertente.
La analisi fondamentale è anche molto interessante ed indubbiamente utile a mio avviso per prevedere l'andamento dei mercati. E' ovvio che se siamo in grado di prevedere quali settori avranno successo e quali aziende all'interno di questi potremo averne un tornaconto e l'ipotesi dei mercati efficienti mi pare palesemente in contrasto con il semplice buon senso per non scomodare la parola razionalità.
Infine io abbaccio appieno l'approccio di John Bollinger, famoso analista americano, che sostiene che si debba utilizzare la cosiddetta "analisi razionale" ovvero un insieme di analisi tecnica e fondamentale.
Non ho mai capito come mai si debbano scindere gli approcci trascurando gli altri quando sono evidentemente efficaci. Posso capire che una sola persona non possa fare tutto e debba quindi dedicarsi a un tipo di approccio in modo da riuscire bene in quello, ed è assolutamente vero che se non si ha un timone e non ci si concentra su un approccio si rischia di non arrivare in nessun porto, a nessuna riposta convincente nè giusta nè sbagliata, tuttavia da qui a pensare che tutti gli altri approcci a parte il proprio non debbano funzionare ha un un che di estremistico che mi ricorda i fanatici di una religione i quali semplicemente a un certo punto, quando la situazione si fa troppo complicata, non capendo più che pesci pigliare spengono il cervello e si affidano a un dogma che spesso li precipita in fondo a un pozzo.
La teoria dei mercati efficienti e del random walk poi è semplicemente sbagliata per du emotivi: Il primo è empirico ovvero esistono investitori che fanno i soldi e non solo grazie alla fortuna e spesso vincono il mercato, due la sua apparente logicità si basa su un assunto errato ovvero che gli esseri umani siano razionali. Quante volte mi son stupito della mia irrazionalità e di quella dei miei simili? Quante volte ho visto che una informazione che doveva essere già scontata continuava invece a produrre i suoi effetti all'avvicinarsi di una scadenza?.

Ciao ciao
Luigi