Andata e ritorno.

Sono ormai passati 9 giorni dal mio intervento, ed eccomi qui a raccontarvi com'è andata.
Venerdì 22 sono partita alle 7.15 circa, in automobile, da Varazze, con mia cugina, direzione Rozzano.
Non posso dire che fossi particolarmente agitata, ma spaventata sicuramente si.
Abbiamo fatto un viaggio molto tranquillo, senza nebbia e senza traffico, raccontandoci le nostre varie vicissitudini , abitando lontane e non potendo i vedere molto spesso.
Siamo arrivate all'Humanitas alle 9.30 circa, con un'ora abbondante di anticipo.
Passate dall'ufficio accettazione ricoveri ci siamo dirette subito nella sala d'attesa, delle sale operatorie.
Sicuramente avremmo dovuto aspettare parecchio, visto che il mio intervento era programmato per il primo pomeriggio.
Dopo una ventina di minuti esce un gentile signore, che mi chiama, mi fa accomodare, mi mette il mio braccialetto giallo e mi indica la porta dello spogliatoio dove dovrò abbandonare tutti i miei vestiti, ed indossare una cappetta da ospedale, la cuffietta verde e le tanto adorate calze antitrombo.
Solo per mettere quelle, ho sudato sette camicie!
Una volta effettuata l'operazione mi invita salutare mia cugina e mi fa entrare nel blocco operatorio.
Il distacco è stato un po' difficile, a quel punto sono emerse tutte le paure e l'ansia, e sono scoppiata a piangere.
Ma è durato poco, il tempo di farmi sdraiare su un lettino e posizionarmi in una sala di preparazione, dove sono stata circa un'ora e dieci.
È arrivato un bell'infermiere, barbuto e mio conterraneo, che mi ha fatto un sacco di domande, mi ha messo le flebo, ed ha iniziato la preparazione all'intervento.
È stata un'ora lunghissima, fino a che non sono arrivate una giovane anestesia e la mia dottoressa , e mi hanno spostata in sala operatoria.
A quel punto ero arrivata esattamente lì, dove attendevo da tempo di arrivare, ce l'avevo fatta!
L'ultima cosa che ricordo è la posizione che mi hanno fatto assumere sul letto operatorio, braccia aperte, gambe divaricate e praticamente in posizione verticale. A quel punto, messa la maschera dell'ossigeno, i miei ricordi si fermano.
Mi sono risvegliata nel blocco operatorio, dove un infermiere mi ha fatta alzare subito e portata in bagno....
Cosa ho provato o sentito, non so dirlo.... Ero ancora sotto l'effetto dell'anestesia.
Da lì a poco mi hanno trasferita in reparto.
Ho iniziato a sentire un dolore fortissimo alla schiena che mi ha accompagnata 2 giorni.
Non avevo nausea né dolore allo stomaco, inizialmente.
Sono stati 2gg difficili, tra mal di schiena e vomito, che alla fine è arrivato anche per me. Ma con il passare delle ore la situazione è andata migliorando notevolmente.
Ho dovuto camminare e camminare per quei corridoi, in continuazione. Camminare allevia la nausea ed anche il dolore.
Domenica mattina, viste le buone condizioni generali, mi hanno dimessa, e nel primo pomeriggio sono rientrata a casa mia.
Ora sono in lotta con la seconda settimana di dieta liquida, brodo pranzo e cena, the' e acqua. Non è facile, soprattutto quando vedi gli altri mangiare.... Ma è una fase transitoria, un mesetto, che mi riporterà ad avvicinarmi nuovamente al cibo, in maniera assolutamente differente da come era in passato. Ma di questo poi ve ne parlerò più avanti.
Se sono felice o se mi pento di aver fatto questa scelta? Non mi pento assolutamente, sono felice, e sono serena. Non è stato facile per nulla e non lo è nemmeno ora, ma tutto ciò, con il tempo, mi porterà a vivere nuovamente felice.