Pillole di Musica - 1

in #ita5 years ago (edited)

Alla base di questo articolo, post, idea, divulgazione, c'è la voglia di far conoscere le leggi della musica ai non musicisti o a chi è semplicemente interessato a questa arte, scienza, e anche filosofia di vita.


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Io e la mia chitarra (immagine dell'autore)


Diplomato al III anno in Chitarra Rock all'accademia musicale Lizard di Palermo, e attualmente studente al II anno di Chitarra Jazz al conservatorio di Trapani, ho imparato con il tempo grazie anche agli studi accademici, che la musica è si emozione ma anche ragione e logica (non sempre), ed è governata da leggi ben precise, tutto ciò serve a dare un disegno ben definito e questa massa di onde sonore che viaggia nell'aria, e grazie ad essa entra nelle nostre orecchie e poi nella nostra anima.

Un pò di storia

La musica è assai antica, se consideriamo per musica l'istinto di emettere e di riprodurre dei ritmi su dei tamburi o semplicemente con le mani, potremmo tranquillamente trovarci nelle caverne quando tutto ciò accadde, migliaia e migliaia di anni fa. Questa arte quasi magica, che possiede la capacità di cambiare lo stato d'animo di un'essere umano (e non solo), ha sempre accompagnato la storia dell'uomo, la musica infatti a seconda dei periodi ha assunto diversi significati e usi. Ma come accade spesso bisogna partire dai Greci, questa civiltà infatti cominciò a disegnare sopra questi suoni le prime leggi, servendosi della matematica, tanta matematica, infatti all'origine delle scale musicali così come dei toni e degli intervalli abbiamo Pitagora, grande inventore e matematico. Da lì in poi la musica ha cominciato ad evolversi e mutare, si è evoluta e si evolverà nel corso della storia e ogni civiltà e periodo storico ha cambiato e cambierà il suo contenuto la sua forma e il suo uso.

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Monocordo, strumento usato e inventato da Pitagora - (fonte Pixabay)


Note, Toni e Semitoni

Ai musicisti non interessa sapere cosa siano effettivamente le note, dal punto di vista scientifico sono delle onde sonore che attraversano l'aria, e a seconda della frequenza abbiamo note differenti. Come erroneamente si dice le note non sono 7 ma 12 e se vogliamo anche 24, vediamo insieme...

Direttamente dall'antica Grecia ci arriva il concetto di tono e semitono: il tono e il semitono possiamo immaginarli come un'unità di misura che regola la distanza tra le note, sarebbe come dire che tra la nota Do e la nota Re c'è un metro di distanza, quindi un tono. Ciò che sta in mezzo invece è il semitono, quindi tra il Do e il Re c'è un'altra nota, ed essa è il Do# (diesis), così vale per le altre note, quindi: Do Do# Re Re# Mi Fa Fa# Sol Sol# La La# Si e nuovamente Do, come abbiamo notato tra il Mi e il Fa e tra il Si e il Do non c'è la nota di passaggio, quindi in totale abbiamo ben 12 note che andranno a formare la cosiddetta Scala Cromatica ascendente. Questo accade quando si parte dal basso verso l'alto quindi in senso ascendente, se suoniamo in maniera discendente avremo un'altro simbolo che mi definisce il semitono, "b" (bemolle) infatti avremo: Si Sib La Lab Sol Solb Fa Mi Mib Re Reb Do e nuovamente Si, anche qui tra il Mi e il Fa e il Do e il Si non esiste nota di passaggio, le note sono sempre 12 e da come si intuisce abbiamo suonato le stesse note anche se le abbiamo chiamate in maniera differente, di fatto:

Do Do# Re Re# Mi Fa Fa# Sol Sol# La La# Si - Partendo dal Do
Do Reb Re Mib Mi Fa Solb Sol Lab La Sib Si - Partendo dal Si

Sulla base di questa sovrapposizione appare chiaro che le note che presentano alterazioni (# e b) sono in realtà le stesse note, ma vengono chiamate in maniera differente a seconda della partenza.

Per avere un riscontro visivo possiamo aiutarci prendendo in prestito il pianoforte, questo strumento infatti denota, in maniera chiara e imprescindibile i toni dai semitoni e le note alterate da quelle naturali, infatti il pianoforte è composto da tasti bianchi e neri, i tasti neri sono le alterazioni (# e b) quelli bianchi rapprensentano le note naturali (non alterate).

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Fonte Pixabay
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Fonte Pixabay


Quindi in conclusione la musica è formata da toni e semitoni, le note contigue sono a distanza di semitono come il Do Do#, mentre abbiamo a distanza di 1 tono ad esempio il Do e il Re, 2 toni Do - Mi e così via...

Se a casa disponete di un vecchio pianoforte o di una tastiera potete sperimentare anche voi questo piccolo esercizio...

Alla prossima!

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Un ottimo articolo! A questo aggiungo per chi non è come noi, del mestiere che ovviamente stiamo parlando di musica occidentale e del sistema temperato equabile :). In altre culture i toni sono divisi anche in valori più piccoli!
Concludo con un'altra piccola verità. In realtà i due suoni bemolle e bequadro di due note diverse che nel sistema temperato coincidono nello stesso tasto (esempio Sol# e Lab), in realtà non sono esattamente identici.
Strumenti privi di tasti come la famiglia degli archi (violino, viola, cello e contrabbasso), ma anche strumenti come le chitarre e i bassi fretless, possono far sentire queste sottilissime differenze :).

Grazie! Si hai ragione, in effetti io mi riferivo appunto alla "nostra" musica della cultura occidentale anche se non l'ho espressamente detto, l'uso dei quarti di tono e di misure più piccole del semitono fanno parte di altre culture dove sono presenti (oltre questa) anche altre differenze rispetto alla musica occidentale. Per quel che riguarda le medesime note che non suonano uguali vorrei aggiungere una cosa alla tua aggiunta :D e cioè che se vogliamo dirla tutta ed essere puntigliosi, anche le note suonate da strumenti dotati di tasti risultano differenti ogni qualvolta si ripete la stessa frase o la stessa nota, questo dipende da centinaia di fattori, ovviamente stiamo scendendo ad un analisi quasi sub-atomica del suono. :D

Wow, non sapevo nulla di tutto ciò, anche se conosco un pochino la musica. Aspetto le prossime puntate, allora!

Ok, alle prossime puntate allora!! ;)

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