Il modo più rapido, efficiente e sicuro per aumentare il PIL italiano.

in #ita5 years ago (edited)

Sarebbe bello iniziare questo post dicendo “inserendoci nel dibattito in corso sulla legalizzazione della Cannabis…”.

Sarebbe bello, dicevo, ma purtroppo non può essere così, visto che in Italia il succitato dibattito non è mai iniziato, o almeno è così ai margini delle discussioni politico-sociali, che nessuno ne sente mai parlare.
Ciò è un peccato, sia ovviamente dal punto di vista politico-sociale, appunto, ma anche di quello economico.

Proprio di quest’ultimo aspetto -i vantaggi economici della legalizzazione della Cannabis- è quello di cui voglio brevemente parlare oggi. Non perché gli altri siano meno importanti, anzi, ma perché alcune notizie che provengono dall’estero, dove il dibattito in questione è più che avanzato, meritano davvero un’attenzione particolare. Soprattutto in questo periodo dove, tra manovre economiche irrealizzabili e richieste dell’Europa altrettanto pretenziose, trovare un modo semplice, rapido, sicuro ed efficace per aumentare il PIL di uno Stato mi sembra una notizia grandiosa.

Affidiamoci a qualche dato proveniente dall’estero dunque, soprattutto dagli Stati uniti, che pur non essendo l’unico Stato al mondo ad aver avviato già da tempo progetti di liberalizzazione sia per uso medico che per uso ludico della Cannabis, è quello dove questo processo è già in fase molto avanzata e si possono ottenere statistiche utili e aggiornate.

Nella maggior parti degli Stati federali che compongono gli USA la Cannabis per uso medico è consentita, o quanto meno ne è decriminalizzato l’uso, seppur con regole sui quantitativi di THC consentito che variano da Stato in Stato. Solo in 4 Stati su 52 l’uso della Cannabis è completamento proibito: Sud Dakota, Nebraska, Kansas e Idaho. Accanto a questi, sono ben 9 gli Sati in cui la Cannabis può essere comprata liberamente anche per scopo creativo: Colorado, Maine, Vermont, Massachusetts, Oregon, Washington, California, Nevada, Alaska, nonché il Distretto di Columbia (Washington DC).

Analizziamo ora qualche breve dato economico, come andamento del PIL, entrate fiscali, posti di lavoro guadagnati o persi, dall’entrata in vigore delle leggi che consentono a tutti i maggiorenni di poter acquistare liberamente marijuana nei negozi con licenza.

Nel Nevada la legge sulla legalizzazione della Cannabis ricreativa è stata approvata il 1° luglio 2017. Circa un anno dopo, solo dalla cessione di Cannabis lo Stato ha guadagnato circa 20 milioni di dollari in entrate fiscali. Appena due settimane dopo l'inizio delle vendite legali, molti negozi avevano già esaurito tutta la merce.

In Alaska il via libera alla vendita di Cannabis è avvenuto all'inizio del 2015. Da allora, oltre due milioni di persone hanno visitato l'Alaska per approfittare della legalizzazione. Prima i turisti che si recavano nella gelida seppur affascinante Alaska erano qualche migliaio l’anno. Le vendite di Cannabis e prodotti derivati superano i due miliardi di dollari l'anno e i dati sono in continua crescita.

Nonostante il bigottismo di Trump e le sue campagne contro la legalizzazione della Cannabis -pare che abbia istituito un comitato segreto con lo scopo di diffamare la legalizzazione della Cannabis (confronta https://www.aduc.it/articolo/legalizzazione+cannabis+usa+iniziative+contrarie_28366.php)- persino nella capitale degli Stati Uniti, attuale residenza di Mr. Trump & family, nonché città a statuto speciale, è stato approvato da circa un anno l’uso ricreativo della Cannabis. Nella sola città di Washington DC, la vendita di Cannabis e derivati sfiora il miliardo di dollari l’anno.

In Massachusetts, ultimo degli Satati americani ad approvare l’uso ricreativo di Cannabis, in soli 5 giorni dal via alla legalizzazione i due soli dispensari che hanno ottenuto la licenza hanno fatturato più di 2 milioni di dollari. Nel solo giorno del Black Friday, sono stati venduti oltre 12mila unità di prodotti che hanno generato entrate per quasi 480mila dollari.

In Oregon la Cannabis ad uso ricreativo è stata legalizzata a partire da ottobre 2015. La stima del gettito fiscale è intorno ai 60 milioni di dollari l’anno.

Nello stato di Washington, la terra che ha dato i natali al movimento Grunge e a gente come Kurt Cobain e Chris Cornell, l’aliquota sulla marijuana è tra le più alte, pari al 37%. Anche se mancano dati ufficiali, si stima che l’incasso per l’erario si sia aggirato sui 270 milioni di dollari l’anno.

Nonostante sia stato il primo Stato a legalizzare la marijuana a fini terapeutici, la strada per la legalizzazione della Cannabis in California è stata sempre molto accidentata, con continui passi avanti e passi indietro, come uno dei quei balletti della politica tanto cari ai parlamentari nostrani di qualsiasi fede e provenienza. Comunque, dal 1° gennaio 2018 è possibile la vendita di Cannabis in dispensari appositi, ai maggiori di 21 anni, senza alcuna ripercussione legale. In questo modo la California è diventata il più grande mercato di Cannabis legale al mondo. Le norme statali, tuttavia, per venire incontro all’esigenze dei ben pensanti che da noi verrebbero definiti buonisti, stabiliscono infatti che la marijuana non possa essere venduta tra le 22:00 e le 6:00 del mattino. A quanto pare, le voglie di mezzanotte dovranno essere tenute a bada. Dato il breve lasso di tempo, ancora non si hanno dati economiche ufficiali, tuttavia le stime proiettano la California verso un guadagno di 6.4 miliardi di dollari l’anno, con la sola vendita di Cannabis a scopo ricreativo.

Infine il Colorado, il paradiso dei fumatori statunitensi, lo Stato in cui per primi si è arrivati alla legalizzazione della Cannabis anche per scopi ludici. Qui la vendita e il consumo sono legali dal 1° gennaio 2014 per i cittadini con più di 21 anni. Da allora la cannabis è tassata meno delle sigarette, visto che ha un’aliquota del 29%, contro il 31% delle sigarette. Il risultato è che ora i guadagni per lo Stato si attestano intorno ai 200 milioni di dollari in gettito fiscale. “Praticamente tanto quanto l’IBM sta investendo in Italia nell’area dove sorgeva l’Expo per creare 600 posti di lavoro”, come sottolineato dai giornalisti di TrueNumbers. Si stima che le vendite post legalizzazione della marijuana possano produrre, entro il 2021, ricavi per 20,1 miliardi di dollari.

Per riassumere il tutto, il New Frontier Data, un rapporto annuale sui nuovi scenari di mercato, stima che “l'industria della marijuana statunitense appare destinata a raggiungere un fatturato di 25 miliardi di dollari entro il 2025”.
Fermiamoci qui, anche perché non è lo scopo di questo articolo parlare della diminuzione dei reati connessi alla “droga”, diminuzione del numero di carcerati, diminuzione dei proventi per la criminalità e dei guadagni derivanti dall’indotto della Cannabis.

So bene che “dare i numeri” è spesso un po’ noioso, ma in questi giorni qui da noi sembra che un po’ tutti stiano dando i numeri: deficit al 2,4%, spread sopra quota 300, 6 miliardi per il reddito di cittadinanza, altrettanti per la flat tax, stesso numero più o meno per le pensioni a quota 100 e così via.

Ora, analizzando i dati certi e inequivocabili che provengono dagli USA, quanti provvedimenti in più a favore del popolo italiano potrebbero essere presi, con una sola semplice legge? E’ quante chiacchiere inutili in meno avremo?

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Immagine CCo Creative Commons

Ai posteri l’ardua sentenza…

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