Perché non riusciamo a sopportare la sconfitta (e perché invece dovremmo imparare a farlo)?

in #ita6 years ago

Perdere, si sa, non piace a nessuno. Che si tratti di un concorso, una partita a carte tra amici, un risultato negativo della nostra azienda o una manifestazione sportiva dove è coinvolta la nostra squadra del cuore, vedere gli altri festeggiare e fare sfoggio dei propri sentimenti gioiosi, è un qualcosa che molti di noi non riescono a tollerare.

Sentiamo una stretta allo stomaco, in alcuni casi abbiamo quasi la sensazione che il mondo ci stia cadendo addosso, ci arrabbiamo e facciamo ricorso a tutte le risorse del nostro cervello per cercare al più presto una giustificazione, un motivo che possa sgravare il peso che in quel momento sembra insopportabile.

Nelle nostre menti, in alcuni casi, scatta una sorta di senso di inadeguatezza, un colpo deciso alla nostra autostima che ci porta a dubitare delle nostre reali capacità; in altri, il rifiuto all'accettazione di una nostra momentanea inferiorità, potrebbe indurci a discutere sulla terzietà di chi è predisposto a giudicare, rifiutando di riconoscere i meriti altrui.

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CC0 Creative Commons - Pixabay

Tuttavia dovremmo sapere che la sconfitta è una tappa naturale nella vita di una persona, con la quale prima o poi occorrerà confrontarsi; non esiste nessuno al mondo, nemmeno tra i personaggi più grandi della storia o tra gli sportivi più famosi, che non abbia dovuto fare i conti, almeno una volta, con un avversario più forte.

Micheal Jordan, probabilmente il più grande giocatore di basket di tutti i tempi, qualche tempo fa fece un eccellente discorso motivazionale:

Nella mia carriera ,ho sbagliato qualcosa come 9000 tiri e ho perso quasi 300 partite.
Per 26 volte i miei compagni mi hanno dato la fiducia per fare il tiro vincente dell’ultimo secondo e ho sbagliato.
Ho fallito più e più e più volte nella mia vita. Ma è per questo che ho avuto successo.

Tra le frasi che ricordiamo maggiormente di Winston Churchill, una delle più celebri è quella dedicata proprio a questo argomento:

Il successo è l’abilità di passare da un fallimento all'altro senza perdere il tuo entusiasmo.

Anche il Dalai Lama tra i vari insegnamenti, regala sull'argomento una piccola pillola di saggezza:

Quando perdi, non perdere la lezione.

Ed è proprio questo il punto: si può perdere una sfida, ma perdere l'opportunità di imparare da una sconfitta, significa perdere due volte.

Lo studio Madsen - Desai

Quelle che a qualcuno possono sembrare soltanto delle belle frasi da usare nei corsi sulla motivazione, sono in realtà parte di una teoria dimostrata anche da studi scientifici.

Nel 2010 due ricercatori, Peter M. Madsen della Brigham Young University e Vinit Desay della University of Colorado, vollero affrontare con il loro studio la questione, ponendosi una semplice domanda:

Si impara di più dalle sconfitte o dalle vittorie?

In altre parole, mettendo da parte il presente e concentrandosi su un ottica futura, è meglio vincere o perdere?

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CC0 Creative Commons - Pixabay

I due studiosi, sebbene fossero consci che la domanda potesse apparire piuttosto surreale, giunsero a delle conclusioni che sembrano sconvolgenti:

...se ne deduce che le organizzazioni imparano più efficacemente dai fallimenti che dai successi; l'esperienza del fallimento nel tempo dona maggiore beneficio rispetto alla conoscenza del successo...[1]

Nella proiezione delle competizioni future, l'esperienza della sconfitta, qualora venga ben elaborata e ben studiata per analizzare i propri punti deboli, può addirittura portare ad una condizione di leggero vantaggio.

Saper superare le sensazioni negative, che una sconfitta lascia in eredità, risulterebbe quindi essere molto importante; accettare in modo corretto la superiorità di un avversario infatti, non può che apportare vantaggi, come lo studio corretto di una strategia futura o la sfida a superare sempre di più i nostri limiti per spingerci a migliorare.

La lezione di Seligman

Martin Seligman, celebre psicologo americano sostenitore del pensiero positivo, regala un fondamentale suggerimento per superare i momenti di sconforto legati ad un insuccesso:

non pensare che questa situazione sia irreversibile!

In altre parole, niente è definitivo, né le fortune, né le avversità: cominciare a credere di trovarsi in uno stato di cose immodificabili, di non essere all'altezza, di non avere abbastanza armi per combattere, si traduce sovente nell'inazione verso la strada del miglioramento.

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Parimenti, credere che l'insuccesso sia dovuto principalmente a cause esterne (le regole troppo severe, le prove oltremodo difficili, i giudici corrotti ecc.) senza riconoscere i nostri attuali limiti, vuol dire non comprenderne la reale portata, e di conseguenza perdere l'interesse per ogni impegno futuro in direzione di una crescita.[2]

Conclusioni

In alcune culture, come quella giapponese, la figura dell'eroe sconfitto è costantemente celebrata, purchè incarni gli ideali di onore, rispetto e lealtà.
Una sconfitta non viene mai considerata definitiva, ma solo un passaggio naturale, anche nella vita di un eroe.

Lo sconfitto generalmente, gode della naturale simpatia della maggioranza, dato che a vincere, di solito, è uno solo, mentre gli sconfitti sono molti.

Per imparare però dai propri insuccessi, è fondamentale che uno sconfitto non si trasformi in un perdente, incapace persino di lottare.

La differenza tra uno sconfitto e un perdente è ben sintetizzata da una frase di Paolo Coelho, con la quale voglio chiudere questa breve dissertazione:

Chi sono i perdenti? Sono coloro che spesso non arrivano neppure a fallire.

Pertanto coraggio, su la testa e in gamba per la prossima battaglia!

Fonti

[1] Studio Madsen - Desai, 2010

[2] Martin E. P. Seligman, Imparare l'ottimismo, Ed. Giunti, 2013

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Ottima lezione veramente!
Mi è piaciuto molto questo post!

Grazie mille, sono contento che tu sia passato e che il post ti sia piaciuto, alla prossima :)

Perchè siamo figli del modello competitivo globalista o liberista. Non puoi fallire o arrivare secondo.

Già, giusta chiave di lettura... Grazie del commento!

Articolo molto bello, mi piace come scrivi. Continua così! ;)

Grazie, molto gentile, gli apprezzamenti fanno sempre piacere :)

Sempre interessante quello che scrivi tu, complimenti!:)

Troppo buona :) grazie del commento!

Post davvero interessante e ben strutturato, complimenti per le eccellenti disamine riportate, e concordo pienamente con te, caro @frafiomatale!!

Ciao @mad-runner! E' sempre un piacere leggerti, ti ringrazio molto per i complimenti e per il commento!

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