Siamo capaci di comunicare nella maniera corretta?

Nel IV secolo A.C., il filosofo greco Aristotele scrisse, nella sua opera La politica, una frase carica di significato e destinata a rimanere una pietra miliare fino ai nostri giorni:

L'uomo è un animale sociale...

Egli aveva notato infatti, come la tendenza degli uomini ad unirsi in comunità, che tuteli gli interessi di tutti i propri membri, rendesse gli stessi particolarmente inclini all'interazione e allo scambio con i membri della stessa specie.

Il sistema principale per garantire l'interazione sociale è da ricercarsi, come ovvio, nella comunicazione verbale: il linguaggio e il corretto scambio di informazioni attraverso la parola, rappresentano un passo fondamentale per la riuscita di una comunicazione ottimale tra i membri di una comunità.

Ma che si tratti di comunicazione verbale, o che ci si sposti in un campo più virtuale come l'interazione attraverso i social network, affrontare le interazioni in una maniera corretta, può fare la differenza tra un'esperienza ottimale di scambio e arricchimento e un freddo e inconcludente colloquio.

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Di solito, siamo capaci di comunicare nella maniera corretta? Prestiamo attenzione alle parole che ci vengono rivolte, ed abbiamo la giusta reazione di fronte ad esse?

Lo studio Gable

La dottoressa Shelly Gable, dell'Università della California a Santa Barbara, ha stabilito, in uno studio del 2004^[1], che la qualità dei nostri rapporti è direttamente proporzionale all'empatia con la quale reagiamo ai successi altrui; per meglio spiegare questo concetto, la Gable ha classificato, in uno studio, una serie di quattro tipi di risposte diverse che possiamo fornire quando comunichiamo con una persona, elencandoli in ordine decrescente di utilità e costruttività:

Attivo - Costruttivo
Attivo - Distruttivo
Passivo - Costruttivo
Passivo - Distruttivo

Per comprendere meglio cosa significhi questo schema e quali implicazioni ne conseguano, ci affideremo come sempre ad un esempio: immagineremo di trovarci in un colloquio con un amico, il quale ci ha appena comunicato che finalmente riuscirà a compiere quel viaggio intorno al mondo che stava progettando da tempo.
In base allo schema Gable, la nostra risposta potrà ricalcare uno dei seguenti modi:

Attivo - Costruttivo

Si tratta della reazione migliore in assoluto; tale risposta prevede un riscontro di genuino entusiasmo e di complicità. Non ci si limiterà ad ascoltare e annuire, ma ci si prodigherà nella richiesta di maggiori dettagli e si dedicherà all'interlocutore una completa attenzione.

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Davvero? Sono proprio contento per te, è fantastico, lo desideravi da tanto! E dimmi, hai già in mente le tappe che farai? Quanto tempo pensi che impiegherai a completare il tuo viaggio? Quali sono i Paesi che desideri vedere più degli altri?

Attivo - Distruttivo

In questo caso, di fronte ad una prima reazione positiva nei confronti dell'interlocutore, al quale viene riconosciuta la validità di ciò che ci comunica per mezzo di una completa attenzione, viene aggiunta un'espressione negativa come critica a quanto pronunciato:

Che bello, mi sembra un'ottima notizia, era una cosa alla quale tenevi molto. Hai pensato però a quanto verrà a costare un viaggio del genere? Sei sicuro che la stanchezza non influirà, alla lunga, sul godimento del viaggio?

Passivo - Costruttivo

In questa ipotesi comunicativa, alla persona con la quale si parla, si presta solo un'attenzione minima e si interrompe la comunicazione dedicandosi ad altro, o cambiando argomento:

Davvero, beh, mi fa piacere. Ascolta, hai completato quel progetto che dovevi presentare oggi?

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Passivo - Distruttivo

Come è facile immaginare, l'ipotesi passivo-distruttiva risulta la peggiore delle risposte possibili in ambito comunicativo. All'interlocutore si nega completamente l'attenzione, oltre che una risposta nel merito dell'argomento, usando spesso replicare con tematiche diverse:

Hai mai più sentito Carlo, il nostro ex-collega? Era da un po' che mi chiedevo che fine avesse fatto e sapevo che voi due eravate abbastanza amici...

Altri studi

Le teorie della professoressa Gable sono state riprese e confermate in molti altri studi, portati avanti negli anni con diversi colleghi^[2]: condividere le emozioni e i discorsi in modalità attivo-costruttiva, non solo migliora le sensazioni positive di chi parla, ma accresce notevolmente anche la percezione che l'interlocutore ha di chi ascolta, contribuendo a rinsaldare i legami.
Inoltre abituarsi a fornire riscontri attivo-costruttivi alle comunicazioni altrui, aumenterebbe anche il proprio benessere emotivo e la considerazione di sé stessi.

Conclusioni

Se ci pensiamo un attimo ci accorgeremo probabilmente che rispondere in maniera distruttiva, anziché costruttiva, non può apportare grandi vantaggi. Spesso non degniamo gli altri di feedback positivi per stanchezza, ma anche per invidia o indifferenza.

Quante volte siamo entrati in un negozio nel quale i commessi ci hanno servito in maniera gentile e professionale?
Sicuramente la risposta sarà: "diverse volte"; e allora perché tendiamo a ricordare maggiormente le poche situazioni nelle quali qualcosa non è andata come dovrebbe?
Perché possiamo volare decine di volte con una compagnia aerea in maniera perfetta, ma ci affrettiamo a rilasciare una recensione solo in quell'unico caso in cui la hostess ci ha risposto in maniera frettolosa?

Purtroppo la società che ci circonda non sembra essere disegnata per alimentare rapporti costruttivi ed è spesso basata su una percezione di messaggi colmi di negatività:

• Comprate il nostro dentifricio o sarete dilaniati dalla carie;
• Sottoscrivete la nostra assicurazione o rischiate di essere abbandonati a voi stessi in caso di urgenze;
• Acquistate il nostro telefono, altrimenti le vostre fotografie saranno in bassa risoluzione.

Se dimentichiamo il pagamento di una bolletta, la prossima sarà maggiorata di interessi; ma se paghiamo in anticipo quale tipo di riconoscimento avremo? Verremo riconosciuti come "bravi cittadini" pagando tutte le tasse? E invece cosa accade quando si salta una scadenza fiscale?

Questo bombardamento mediatico potrebbe portare a delle conseguenze negative anche sul piano comunicativo. Ci aspettiamo una reazione positiva dal prossimo, anzi la diamo per scontata e non le attribuiamo il giusto valore, ma quando tocca a noi fornire un riscontro costruttivo, rischiamo di non essere in grado di assicurarlo.

L'amico che ci racconta con enfasi del Giro d'Italia, se l'argomento non è tra i nostri preferiti, potrebbe trovare in noi un'interlocutore piuttosto svogliato: tuttavia, può valere la pena immedesimarsi in lui e cogliere la bellezza della passione espressa per il suo argomento preferito, e provare ad abituarsi ad una comunicazione costruttiva.

Un grazie di cuore a tutti i lettori.

Fonti

[1] Gable, S. L., Reis, H. T., Impett, E. A., & Asher, E. R. (2004), What Do You Do When Things Go Right? The Intrapersonal and Interpersonal Benefits of Sharing Positive Events, Journal of Personality and Social Psychology, 87(2), 228-245.

[2] https://www.psych.ucsb.edu/people/faculty/gable

[3]https://www.psicologianeurolinguistica.net/2018/03/comunicazione-costruttiva-distruttiva.html