"Il caffè della signora Olga", quarta puntata

Così, Paolina, che era la più intraprendente, telefonò a Laura e le chiese di incontrarsi, perché le doveva parlare. Non a casa, però, non voleva che Olga avesse sentore di qualcosa.
Così, il giorno seguente, alle cinque del pomeriggio, si incontrarono al bar La Vasca.
Laura era un po’ preoccupata. Questa “convocazione” aveva un che di allarmante.
Quando Paolina raccontò delle conversazioni mattutine di Olga col defunto marito, la sensazione di allarme divenne concreta.
“Signora Paolina, ma che mi dice? E’ sicura?”
“Sì, Laura, altrimenti non l’avrei disturbata. Poi la cosa strana è che per il resto sua madre sembra in perfetta salute. Non è svanita, non si confonde su niente. Però, dice di parlare spesso con Arrigo e che lui le sta facendo molta compagnia”.
“Ne devo parlare con mia sorella e mia nipote”.
“Ecco, era proprio quello che che Angelica ed io volevamo evitare. Giusy è così emotiva, così attaccata alla madre…”
“E’ ora che cresca, ha cinquant’anni, non dodici. E quasi quasi invece Lisetta è più matura. Comunque stasera ci parlerò”.
Giusy, come le amiche temevano, fece una tragedia. Cominciò a piangere a dirotto, tanto che la giovane figlia le si rivolse in modo brusco : “Ascoltami bene, ora smetti di belare, come tuo solito. Se la nonna non sta bene, l’unica cosa da fare non è piangere, ma portarla da un medico”.
Così, con la scusa di fare una visita di controllo, fu rapidamente fissato un appuntamento con il professor Emme, il migliore, primario neurologo e professionista di grande esperienza.
Era stato informato da Laura del problema della madre e consigliò di farla entrare da sola nell’ambulatorio, sicuramente si sarebbe aperta più facilmente.
Il medico, dopo aver misurato la pressione ed eseguito l’esame neurologico, si rivolse a Olga dicendo:
“Come passa le sue giornate, signora? Vede qualcuno, oltre ai suoi familiari”
“Sì – disse lei- le mie vicine mi fanno compagnia. Ma poi, professore, le voglio dire una cosa molto riservata”
“Mi dica”
“Ma lo sa che da un po’ di tempo mio marito, morto venti anni fa, è tornato a trovarmi?”
Olga raccontò dei suoi caffè col morto e il neurologo la ascoltò con molta attenzione.
Dopo, le fece eseguire alcuni test e le prescrisse una cura.
Laura e Giusy aspettavano frementi di conoscere il suo parere e, appena la madre fu tornata a casa, si precipitarono a parlare con lui.
“Care signore, prima di tutto vostra madre sta benissimo. E’ in condizioni ottime per la sua età, non è ipertesa, non ha disturbi della memoria né altri problemi neurologici.
L’unica cosa che non va è che dice di parlare quotidianamente col marito.
Le possibilità sono diverse : potrebbe essere il primo segno di una demenza, anche se tutte le funzioni cognitive sono perfette.
Oppure, si potrebbe trattare di un problema psichiatrico, poco probabile, invero, dato che la paziente appare molto equilibrata.
L’ultima possibilità è la presenza di un tumore cerebrale…”
Giusy cominciò a piangere. “Oh, professore, un tumore.. noo”
“Ma basta!” le disse la sorella rivolgendosi a lei in modo brusco. “Piangendo non si risolve niente”
“Sì, infatti- disse il medico- E poi, anche quest’ultima ipotesi non ha riscontri clinici. Come ho detto, la signora Olga ha ottant’anni portati benissimo e nulla di obiettivo. Per cui, direi di limitarsi ad osservare e aspettare. Se ci fossero altri segni di decadimento o disturbi, ci sentiamo e rivalutiamo la situazione”.

(continua)

Domani quinta puntata ed epilogo

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