"Il caffè della signora Olga", ultima puntata

in #ita6 years ago

Il periodo successivo fu caratterizzato, per le figlie della signora Olga, da una grande tensione.
Erano entrambe molto preoccupate, anche se reagivano in modo diverso.
Laura, razionale e pratica, cercava di osservare la madre e cogliere eventuali altri segni di confusione.
Giusy, invece, viveva in uno stato di agitazione, con le lacrime sempre pronte per qualsiasi sciocchezza.
Fino a poco tempo prima il suo unico pensiero era stato l’imminente esame di maturità della figlia, ora passato in secondo piano, tanto che Lisetta il giorno prima degli scritti le disse:
“Mamma, ti ricordi che domani ho lo scritto di italiano? Il problema di nonna ti ha completamente destabilizzato! Davvero non sei in grado di affrontare la vita, alla tua età!”
Naturalmente Giusy reagì con uno dei suoi consueti pianti irrefrenabili, a cui la figlia reagì duramente duramente: “Ma smettila, belatrice che non sei altro! Guarda la zia come riesce a ragionare. Eppure è madre anche sua. Non ti sopporto più”. E se ne andò sbattendo la porta, mentre l’altra continuava a piangere.

Olga, per contro, era tranquillissima. Forse un po’ meravigliata dalle attenzioni che le amiche le rivolgevano ultimamente, le trovava particolarmente affettuose, e questo era un bene, ma apparivano un po’ preoccupate per lei e davvero non ce n’era motivo. Probabilmente era per la questione di Arrigo.
Che, peraltro, continuava ad essere presente sempre più spesso al suo semplice rituale mattutino e si intrattenevano in piacevoli conversazioni.
“Olghina, le bimbe mi sembrano un po’ nervose in questo periodo”
“Eh, Giusy lo è sempre, lo sai, anche da ragazza era agitata e piangolona. Lisetta la chiama “la belatrice”. Io le dico che dovrebbe essere più rispettosa, ma in realtà mi fa tanto ridere. Lei, invece, ha sempre la battuta pronta, proprio come me. E Laura l’adora. Non avere avuto figli per lei non è stato un problema, ma credo che l’amore che ha per la nipote sia come quello di una madre”
“Vedi, Olghina, ho capito tante cose da quando sono di qua – e fece un sorrisetto furbo – E’ che c’è sempre un motivo per ciò che accade. Noi non possiamo capire, ma le mancanze della vita hanno un senso comunque. Ora, in questo caso, il senso appare chiaro: Laura non è diventata mamma per aiutare Giusy nella sua maternità”
Olga ne convenne. Certo che, dopo morto, Arrigo era davvero saggio, da vivo era bravo, ma non così riflessivo. Faceva piacere che la morte avesse lati positivi.
“Sai, Arrigo, credo che non dovrò più parlare alle mie amiche delle nostre conversazioni. Stanno pensando che sia pazza o rimbambita. L’ho capito da come mi trattano, fanno troppi salamelecchi”
“E allora tu, Olghina, fai una cosa semplice: dì loro che hai smesso di vedermi, così si tranquillizzano”.
Olga seguì il consiglio del suo defunto consorte e le due ansiose amiche ne furono liete e immediatamente andarono a riferirlo a Giusy e a Laura.
Loro tirarono un sospiro di sollievo.
Forse, come aveva detto il Professor Emme, poteva essersi trattato di un disturbo vascolare transitorio, il sangue non era arrivato bene al cervello, insomma.
Ma la faccenda, evidentemente, era stata passeggera e quindi non grave.
Le cinque donne, figlie, nipote e vicine, si sentirono davvero sollevate.
“Arrigo, avevi ragione, ora sono tutte contente e mi lasciano in pace. Però, speriamo che Angelica continui a portarmi quei biscottini all’anice che fa lei, sono così buoni! Peccato che non puoi mangiarli!”.

Intanto Lisetta aveva sostenuto gli esami di maturità classica, affrontati con la consueta tranquillità e decisione, conscia dell’ottima preparazione, davvero solida, costruita negli anni.
Era solo questione di voto, nessuna incertezza sull’esito.
Quell’anno, poi (il 1974) uscì un tema sul Manzoni come precursore del romanzo moderno, il massimo per una lettrice come Lisetta che aveva potuto esprimere la sua passione per la letteratura in un lavoro di ben dieci colonne.
Tutte le prove, in realtà, parevano essere andate per il meglio, c’era solo da aspettare il risultato che si palesò in tutto il suo atteso splendore il 25 luglio, giorno in cui uscirono i “quadri”: Lisetta, a coronamento dei suoi studi liceali, aveva conseguito il massimo dei voti, 60/60.
Grande felicità di tutti i familiari, ma un po’ di più della nonna Olga.
Molte volte, infatti, si era domandata se sarebbe arrivata a vedere la nipote diplomata, era un traguardo importante, che la proiettava nel mondo degli adulti. Olga aveva per lei una tenerezza diversa dall’affetto che provava per le figlie,un sentimento più indulgente, per molti aspetti più raffinato, libero da ogni pregiudizio.
Si abbracciarono a lungo, nonna e nipote, dato che l’amore dolcissimo era ampiamente ricambiato.
La mattina dopo era Sant’Anna, una figura a cui Olga si era sempre sentita devota, pur sapendo che era più leggenda che realtà. Ma per lei era un simbolo (un archetipo, si potrebbe dire) di una maternità perfetta che superava le generazioni.
Si era svegliata proprio felice, quel giorno, sperando che arrivasse il marito, così avrebbe potuto raccontargli la buona notizia. Sì, probabilmente già la sapeva, di là si sa tutto, ma era bella lo stesso l’idea di comunicare questa gioia.
Arrigo non si fece attendere, anzi, era già lì quando lei entrò in cucina. Scambiarono alcune frasi, mentre lei si accingeva a preparare il caffè.
Ma, mentre ancora stava macinando i chicchi profumati, l’uomo sorrise più di sempre e le disse: “Sei pronta, Olghina?”
Un brivido le corse lungo la schiena. Ma, subito dopo, si sentì colma di una assoluta tranquillità, una felicità sconosciuta, e, senza alcuna esitazione, rispose che sì, era pronta.
Si asciugò le mani nel grembiule mentre Arrigo tendeva le sue verso di lei. Meno di un attimo dopo si allontanarono insieme, sorridenti.

Fu proprio Lisetta, l’adorata nipote, a trovare la nonna con la testa appoggiata sul tavolo, come se dormisse.
La cosa strana fu che, dopo un momento di disperazione, scese su di lei una serenità impensabile, arrivata dall’alto, come una carezza.

FINE

[CCO Creative Commons] https://pixabay.com/it/caff%C3%A8-coppa-cioccolata-calda-splash-1973549/
coffee-1973549_1280.jpg

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Bellissimo finale , non avevo dubbi.

Non so bene il motivo, ma un brivido lungo e particolare mi è sceso lungo la schiena, ti assicuro che quello che è scritto è vero, sarà il periodo particolare che sto vivendo, avevo anche intuito un finale del genere, ma tra intuirlo e leggerlo ci sono delle effettive differenze.
Molto brava come al solito, cara @fulviaperillo

Grazie, @mad-runner, anche per la costanza con cui mi segui

Tardi ma l'ho letto!! Bellissimo finale. Qualcosa avevo intuito anche io, ma proprio come dice @mad-runner un conto è pensarlo un conto è leggerlo. COMPLIMENTI!

mi è quasi venuto l'occhio lucido, bel finale.
brava come sempre.

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