"La stampante", quattordicesima puntata

Clarissa era imbarazzata: Piera era ancora peggio che al lavoro, così intollerante, aggressiva, offensiva.
Il fidanzato, però, stavolta non sembrava disposto ad essere calpestato.
“Senti un po’, pallina, io farò programmi terra terra, ma tu sei proprio fuori di te. Non hai mai avuto un bel carattere, ma adesso non ci si ragiona più”
“Come mi hai chiamato? – lei alzando la voce – Pallina? Dillo a quella scema di tua sorella o a quella balenottera di tua madre, capito? Basta. Mi hai stufato”
E, così dicendo, si alzò afferrando la borsa e lasciandoci lì esterrefatti, mentre camerieri e avventori del ristorante ci guardavano.

“Mi dispiace, Clarissa” disse Francesco.
“Figurati a me”
“Il fatto è che in questi ultimi tempi Piera è diventata nervosa oltre ogni limite, molto più del solito, che già non era poco”
“Mah, sarà un periodo. Forse è preoccupata per la preparazione dell’esame di avvocato, è già bocciata una volta…”
“Può essere. Ma non so davvero come fare. Cosa fare. Stiamo insieme da quando avevamo quattordici anni, non so immaginare la mia vita senza di lei, ma, a questo punto, non so immaginarmela neppure con lei. Tu che ne pensi?”
Clarissa proprio non sapeva cosa rispondere. Non ne pensava molto, era una faccenda loro.
“Sai, Francesco, anche se siamo colleghe di studio, con Piera ci conosciamo poco. Non ho un’opinione precisa, non siamo amiche. Oggi era la prima volta che pranzavamo insieme. E non mi sembra sia stato un successo”
“Non è dipeso certo da te. Anzi, scusami, scusaci. Tu sei una ragazza così pacata, di poche parole. Mi dispiace che ti sia trovata ad assistere a questa scena”
“Non ti preoccupare, pazienza. Magari stasera le è passata e fate pace”
“Mah … Davvero non so cosa sperare”

Clarissa rientrò in studio piuttosto turbata. Non avrebbe mai pensato che una coppia così “antica”, due persone praticamente cresciute insieme, potessero attraversare una crisi così inspiegabile e pesante.
Certo, Piera sembrava mezza matta e, in effetti, benchè fosse sempre stata un po’ aspra, era decisamente peggiorata negli ultimi tempi.
Si avvicinò alla stampante, perché era l’unica con cui poteva parlare senza tema di fare pettegolezzi : “Cara Ludmilla – le disse – con quello di oggi abbiamo toccato il fondo dei pranzi disastrosi.
Ti giuro che, d’ora in poi, prima di accettare un altro invito a pranzo dai miei colleghi, rimango digiuna fino a sera!”

(continua)

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