"La stampante", tredicesima puntata

in #ita5 years ago

Clarissa non riuscì a sottrarsi a quell’invito, pur non desiderando affatto pranzare con i due.
Già naturalmente Piera non era un tipo simpatico, troppo spesso sarcastica, critica verso tutti, ma molto indulgente con se stessa.
Quando poi si trovava con Francesco ed erano presenti altre persone, riusciva a dare il peggio di sé.
Chissà perché. Piera e Francesco stavano insieme da tempo immemorabile. Qualcuno (non ricordava se Linda o le segretarie) le aveva detto che stavano già insieme in terza media.
Incredibile, pensava Clarissa.
Poi erano andati al ginnasio e Piera era sempre stata la prima della classe. Lei li ricordava, perché erano nella stessa sezione, loro due anni avanti rispetto a Clarissa.
Le sembrava ancora di vedere la sua futura collega sempre curata e compresa nel suo ruolo di ragazza carina e brava, piuttosto altezzosa, con un piccolo stuolo di ancelle che la imitavano.
E lui, Francesco, la aspettava già da quel tempo per accompagnarla a casa. Era molto popolare anche lui, in quanto giocatore di calcio in squadre minori, con un certo talento.
Poi lui aveva studiato fisioterapia, pur continuando a giocare a pallone e poi ad allenare.
Si era sistemato rapidamente. Non solo lavorava alla ASL nel settore della riabilitazione, ma collaborava con palestre e studi privati. Tutti riconoscevano le sue capacità professionali, ma anche la gradevolezza del carattere e l’affabilità erano molto apprezzate da pazienti e medici.
La coppia adolescente era cresciuta, anche Piera si era laureata.
A differenza della maggior parte delle vicende sentimentali nate sui banchi di scuola, quella di Piera e Francesco aveva resistito agli anni universitari e ai cambiamenti di vita.
Le famiglie dei due si frequentavano, soprattutto le madri si consideravano ormai parenti. Aspettavano solo il matrimonio che veniva dato per scontato. Ma Piera rimandava, prima per la laurea, adesso per il praticantato.
Francesco, con i guadagni del suo lavoro e col contributo dei suoi aveva comperato un appartamento vicino all’ospedale e lo stava sistemando ed arredando in attesa che la fidanzata prendesse una decisione.
Tornando a quel pranzo a tre, Francesco condusse le due ragazze al ristorante “Il granchio rosa” dove cucinavano solo pesce.
“Piera – disse il giovane mentre aspettavano il primo – domenica potremmo andare all’Ikea, così prendiamo tutta la biancheria per la casa e qualche mobiletto per il garage”
“Non credo proprio” rispose lei seccata “Io la domenica mi devo riposare, non fare due ore di macchina per andare in un posto con l’energia bassa come l’IKEA”
“Energia bassa? Ma che dici?”
“Sì, guarda, la mia naturopata mi ha detto che ci sono dei luoghi dove si respirano atmosfere insalubri. Generalmente sono quelli legati al consumismo e privi di storia o di bellezze naturali. Come l’IKEA, appunto”
“Che sciocchezza!” replicò lui “Questa storia delle energie basse è proprio sciocca. E la naturopata poi, ma cosa vuoi che ne sappia”
“No, cosa vuoi saperne tu. Anche la tua energia non è un granchè, se vuoi saperlo. A ventotto anni mi sembri un vecchietto con i tuoi programmini terra terra”
Francesco, pur essendo un tipo paziente, cominciava ad inalberarsi.

(continua)

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Quanta puzza sotto il naso che ha questa donna, insopportabile e acida, dai Clarissa, un colpo di coda e via, acchiappalo

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