"Michele", sesta puntata : rivelazioni

in #ita6 years ago (edited)

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La sera della finale, ebbri di canzoni e di emozione, lei e Michele avevano percorso a piedi la strada verso il centro, dove la giovane ginecologa possedeva il suo amato solitario rifugio. E, al momento di salire, quando dovevano accomiatarsi, le loro bocche si erano avvicinate, le mani si erano cercate e, avvinghiati, avevano salito insieme la stretta scala che conduceva al minuscolo appartamento.
In piena notte, Michele se ne era andato dicendo che mai più avrebbe dovuto accadere. Lei era rimasta immobile, ma sentiva una voce (così si espresse, e non era da lei) che diceva: “Durerà per sempre”.
E in effetti appena due giorni dopo Michele l'aveva cercata al lavoro, con una scusa, e si erano nuovamente incontrati, e poi ancora...
Il matrimonio era stato annullato ed era scoppiato il putiferio che sappiamo.
Ma ora stava giungendo l'estate e tra meno di un mese la Gattoparda sarebbe tornata.
“Scusa, Martina, ma tu hai lasciato Andrea praticamente sull'altare e credo che per lui sia molto più semplice...”.
Il fiume di lacrime continuava a scorrere e insieme fluivano le parole.
Il nostro rampante e razionale ingegnere sentiva un debito di riconoscenza verso la dolce Agata che l'aveva riconciliato col sesso femminile dopo la sua umiliante separazione. Ed aveva già tanto sofferto...non poteva darle un altro dolore.
“Ma a me sì, può darlo” aggiungeva Martina, stavolta, finalmente, singhiozzando.
“sai che mi ha intimato di non parlare con nessuno della nostra storia , tantomeno con Diana e Leopoldo, ma io ho bisogno di comprensione, accoglimi, Giulietta, ti prego”.
Certo che l'avrei accolta, con tutta la tenerezza di cui ero capace. L'assurdità della situazione e il dispiacere che leggevo nei suoi occhi mi fecero pensare al principio della non contraddizione. A non è non A. E invece A era non A. Amore e Passione esistenti e rinnegati. E sentivo bene che non si trattava di una storia da Incompiuta. Era un fatto diverso, del tutto anomalo e lui non era il solito gazzilloro tendenzialmente bigamo. Benchè non mi fosse mai rimasto simpatico, avevo più volte colto nei suoi circuiti comportamentali atteggiamenti poco convenzionali, tali da farlo uscire dalle comuni definizioni di maschio.
Trascorremmo la sera sdraiate sul mio letto, come durante l'infanzia. Mano nella mano. A un certo punto , Martina smise di piangere : “Sì, saranno lacrime, lacrime e sangue, ma giuro che lo avrò, lo avrò”. E tale era la sua espressione che ne fui immediatamente convinta anch'io.
L'Amore di Martina mi aveva messo insieme tristezza e buonumore. Tristezza, perchè al momento sembrava una situazione disperata. Buonumore, perchè raramente, se non mai, mi era capitato di vedere nel volto di qualcuna la determinazione e il sentimento senza alternative che i grandi occhi chiari della mia amata cugina esprimevano.
Così, la mattina dopo, al Data-day, fui insolitamente disponibile.
E, soprattutto, le mie domande ebbero come tema l'Amore.
Alla prima allieva , infatti, mi rivolsi con una frase: - “Riassumendo quindi, l’amore è desiderio di possedere il bene per sempre ...” In quale opera di quale filosofo si può leggere questa frase? - La risposta era Il Simposio di Platone e la giovane studentessa non ebbe esitazioni . Con due brevi considerazioni sul periodo storico in cui il filosofo era vissuto, chiusi l'interrogazione.

Per la seconda fanciulla aspirante la frase da me proposta fu “

[...] Dunque, una volta per tutte, ti viene proposto un breve precetto: ama, e fa ciò che vuoi. Se tu taci, taci per amore: se tu parli, parla per amore; se tu correggi, correggi per amore; se tu perdoni, perdona per amore. Sia in te la radice dell'amore; e da questa radice non può derivare se non il bene. [...] » >

Era Agostino d'Ippona, stavolta, e d anche qui non fu difficile la risposta per la ragazza che spontaneamente aggiunse collegamenti storici e geografici sulla vita del Santo.
Mentre le interrogavo e vedevo i loro volti adolescenti , mi domandavo quale sarebbe stato il loro futuro sentimentale. Forse la timida Aurora che così brillantemente aveva disquisito sulla filosofia agostiniana, sarebbe stata una “prudente”, come me , oppure avrebbe applicato il suo metodo di studio alla ricerca di un compagno adeguato con uguale successo...
Chissà. Fatto sta che quel giorno il mio comportamento fu più morbido del solito e tutte le quattro ragazze partecipanti al filosofico agone raggiunsero la meta agognata del nove a storia e filosofia.
Anzi, una di loro, parlando con incredibile accuratezza del “Frammento sull'amore” di Hegel , raggiunse perfino dieci in filosofia. “L'amore acquista questa ricchezza di vita nello scambiare tutti i pensieri, tutte le molteplicità dell'anima, poiché cerca infinite differenze e trova infinite unificazioni, si indirizza all'intera molteplicità della natura per bere amore da ognuna delle sue vite. Quel che c'è di più proprio si unifica nel contatto e nelle carezze degli amanti, fino a perdere la coscienza, fino al toglimento di ogni differenza...”.
Augurai mentalmente alla bravissima Daniela che , nel prosieguo della vita , la sua conoscenza del filosofo l'aiutasse a realizzare una vera sintesi amorosa, cosa che così di rado pareva capitare.

(continua)

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Mi è rimasta solo l'ultima e ritorno in pari

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