Roberta, ascoltami. Terza puntata

in #ita6 years ago

Per il suo fascinoso principale, Roberta aveva trascurato tutte le amicizie, rifiutato qualsiasi altro lavoro, anche meglio retribuito. Lei aveva il diploma di segretaria d’azienda, era stenodattilografa e anche molto brava. Una ditta di import-export la voleva assumere a tempo pieno con uno stipendio che ammontava a tre volte la misera paga che il suo lavoro di assistente-segretaria-geisha le rendeva.
Successivamente, c’era stata l’opportunità di entrare in società con un’amica che aveva aperto una copisteria, ma la ragazza aveva allontanato tutte le proposte.
Adattava i suoi orari alle esigenze del dottor Marriagi che, tra l’altro, era anche geloso e non voleva che andasse a ballare o al cinema.
“Una ragazza bella come te può incontrare facilmente malintenzionati. E invece devi essere tutta mia, ti voglio solo per me, mia dolce libellula”.
Libellula, farfallina, marmottina… Era un fiorire di nomignoli. In alternativa, se diceva Roberta, aggiungeva sempre ascoltami, canticchiando.
“Roberta, ascoltami… prepara la poltrona, arriva la signora Vada… Roberta, ascoltami… vai alla posta a ritirarmi una raccomandata… Roberta, ascoltami, vai in banca a pagarmi le tasse …”
E così via. E il tempo passava. Il Natale, Capodanno, la Pasqua, l’estate…
Si succedevano implacabili e lei, in qui giorni di festa o di vacanza, era sempre da sola, con sua madre cupa in volto e un silenzio domestico che faceva impressione.

(continua)

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