Come cambia il ricordo dell'Undici Settembre

in #ita6 years ago (edited)

Siamo tutti esseri umani, con i nostri pregi ed i nostri difetti.

Uno tra i miei (tanti) difetti è quello di essere inguaribilmente cinico, a volte rasentando il menefreghismo.

L'undici settembre 2001 avevo appena compiuto 17 anni: a 17 anni hai tante cose per la testa... la scuola, l'interrogazione, le ragazze, i problemi con i genitori, l'adolescenza.

BOOM.

Torni a casa da scuola, accendi i telegiornali, e tutti parlano di quell'incidente aereo... se di incidente si può parlare. Erano tutti incollati alla TV, assistendo ad uno dei più grandi drammi dell'umanità.

Io? Io ho resistito dieci minuti... poi ho chiesto a mia madre di aggiornarmi se ci fossero stati degli sviluppi. E sono andato a giocare a Baldur's Gate 2.

Quando crollò la seconda torre mi alzai per cinque minuti e poi tornai a farmi gli affari miei.

Insensibile? Non saprei... ho le mie idee sulla guerra e sugli attentati. Niente di complottistico: semplicemente ogni giorno muoiono centinaia, se non migliaia di innocenti (e non soldati o militari: si parla di bambini, anziani, madri, passanti...) nelle guerre che vengono combattute in giro per il mondo e solo ad alcune di queste morti si dà una certa rilevanza mediatica. Come se le vite potessero essere divise in una Serie A ed una Serie B.

Quindi in passato, per non fare torto a nessuno, ho sempre cercato di informarmi senza mai farmi troppo coinvolgere.

Poi, a metà settembre del 2016, per motivi di lavoro fui costretto a partire per una trasferta a New York. Due settimane, con il weekend in mezzo.

Era il 25 settembre 2016 quando decisi di visitare il Memoriale dell'11 settembre, nel luogo dove una volta prendevano posto le Torri gemelle.


Una delle due fontane costruite al posto delle torri crollate - Immagine di proprietà dell'Autore

Mi capita molto raramente... ma quando mi affacciai alla fontana mi bastarono dieci secondi per sentire un nodo alla gola. I nomi di tutte le vittime delle torri crollate erano scolpiti per sempre nella pietra grigia del cornicione: ogni tanto si scorgeva un fiorellino, un bigliettino, un ninnolo incastrato tra le lettere, segno del passaggio di qualcuno dei loro cari.

Segno che New York non aveva ancora dimenticato.

Al centro era presente un pozzo, nero come la disperazione di chi ha visto centinaia di vite spegnersi in un attimo; l'acqua che sgorgava dai bordi cadeva con ineluttabile tristezza, in un scroscio ovattato, in un silenzio spettrale considerato il numero di persone presenti.

All'ingresso, un lungo corridoio buio portava alla mostra principale: sugli schermi venivano proiettate le frasi dei parenti e dei superstiti, nelle orecchie si sentivano le loro voci rotte dal pianto, mischiate in una cacofonia di testimonianze da far accapponare la pelle.


I brividi nel superare l'anticamera al vero e proprio memoriale - Immagine di proprietà dell'Autore

La prima immagine che capita di fronte ai visitatori è un confronto tra "il prima" ed "il dopo" che non ha neanche bisogno di commenti.


Immagine di proprietà dell'Autore


Immagine di proprietà dell'Autore

Poco dopo, una grande mostra di reperti raccolti dalle macerie: sono lì per dimostrare la forza dell'impatto con i due aerei e cosa significa vedersi crollare addosso tonnellate e tonnellate di vetro, cemento e acciaio.

Vedersi letteralmente crollare il mondo addosso.


Una porzione dell'antenna presente sulla cima di una delle torri - Immagine di proprietà dell'Autore


Una trave d'acciaio spessa 20 cm piegata come fosse di plastica - Immagine di proprietà dell'Autore

Tra i reperti uno tra i più toccanti fu un camion dei pompieri distrutto dal crollo della seconda torre. Quegli uomini erano lì per offrire aiuto e salvare i feriti... scavando nella polvere alla ricerca dei sopravvissuti.

Riuscirono a compiere il loro dovere, a costo della vita.


Il camion dei pompieri completamente distrutto - Immagine di proprietà dell'Autore

A questa mostra seguiva una parte di memoriale nel quale non era consentito fare foto. Un grande cartello avvisava i visitatori, potente come la scritta che lesse Dante sulle porte dell’inferno: "Si sconsiglia l'ingresso ai visitatori particolarmente sensibili o con problemi di cuore".

Lì ricevetti il colpo definitivo.

Le persone in lacrime e distributori di fazzoletti erano indizi sulla disperazione documentata tra quelle quattro mura: stanze che proiettavano le immagini di chi ha preferito gettarsi dalla finestra piuttosto che finire bruciato vivo, di chi piangeva la perdita dei propri cari, dei feriti increduli di fronte a ciò che era appena accaduto. Stanze con le divise degli agenti di polizia morti nell'opera di salvataggio, di pezzi di aereo ritrovati a chilometri di distanza.

Ma la cosa che mi straziò fu la registrazione di una telefonata lasciata in segreteria, di un padre che stava viaggiando su uno degli aerei dirottati. Sentirlo salutare la propria famiglia, conscio che non sarebbe mai uscito vivo da quella situazione... lasciando una sorta di testamento, un epitaffio d'amore ormai rassegnato alla fine.


Così cambiò il mio ricordo dell'Undici settembre 2001.

Lo affrontai cinicamente durante l'adolescenza.
Lo subii come una coltellata al cuore 15 anni dopo.

Credo fermamente che la vita debba essere rispettata; che le guerre, gli attentati, gli omicidi siano atti che possono e devono essere evitati; penso che ci sia sempre un'alternativa alla violenza.

L'undici settembre ha cambiato il mondo... ma è una lezione universale di umanità (o disumanità) che deve farci riflettere non solo sul caso specifico, ma sulla direzione che vogliamo prendere come razza intera.

Un ricordo per il cambiamento.


Ringrazio @serialfiller per la creazione del contest: era da un po' che volevo scrivere qualcosa a proposito ma attendevo il momento giusto che alla fine è arrivato..!

Sort:  

Meglio tardi che mai!
Splendido contributo, condito da foto di quel buco enorme emotivo e non che è ground zero!
Grazie

Grazie a te! Purtroppo la foto non rende l'idea di quanto quel "buco" possa sconquassarti dentro...

Ti sei beccato anche la menzione nel postit bravo!

Parte del merito va a te e al contest 😉

Bel post. Io sono complottista però al riguardo...

Guarda, io ho seguito tante teorie in passato sul complotto dietro il 9-11: alcune più credibili, altre più fantascientifiche. Non mi piace esprimermi se non ho un'idea chiara al riguardo, ma indipendentemente dalle ipotesi, è morta un sacco di gente innocente. Il che rende il gesto universalmente ingiustificato, qualunque sia il motivo o il mandante..!

Non serve essere complottisti: basta essere scientifici?
Il che comporta partire dall'osservazione dei fatti e non, come la maggiorparte ha fatto e continua a fare, da ipotesi e speculazioni?

vabbè io non riesco a vedere solo i morti, vedo anche il marcio che c'è dietro...

Per me, fu un colpo. L'estate prima ero stata in cima a entrambe, grazie a un indimenticabile viaggio ontheroad negli States. Un anno dopo, quelle immagini mi toccarono profondamente. L'anno scorso ci sono tornata, e ground zero mi ha fatto quello stesso, preciso identico effetto di straniamento, tristezza, terrore e incredulità che provai guardando le Twin Towers esplodere in tv. Ci ha insegnato a essere un po' più umani? Dubito, ma ci spero.

Ci speriamo tutti. Questi monumenti e musei, per quanto terribilmente tristi, dovrebbero proprio suscitare questo tipo di riflessioni... sono stati creati per questo. Un altro è esempio è il Museo della Bomba Atomica ad Hiroshima, sul quale spero di parlare più approfonditamente in futuro...

Mi sono commossa solo a leggere il tuo post e vedere le foto che hai scattato. Non oso immaginare cosa potrei fare se andassi lì di persona!

Ti posso assicurare che è un'esperienza straziante... Ma secondo me, se si passa per New York, è una tappa irrinunciabile.

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