La coscienza del ghiaccio

in #ita6 years ago (edited)

Nella primavera del 1928 vi fu una piccola spedizione inglese in Groenlandia. Una nave partì dal porto di Londra e arrivò a Qaqortoq durante il mese di maggio. Lasciarono la nave 8 uomini e partirono verso le regioni settentrionali. Tra loro c'era anche mio nonno, John Finnies, un entomologo.

E' morto qualche settimana fa, nell'ospizio dove stava dal 1965, esattamente l'anno in cui sono nata. Aveva perso da molto tempo la memoria e la demenza senile l'aveva reso silenzioso e immobile. Un'unica e piccola luce si accendeva ancora nei suoi occhi azzurri grazie alla vista dei cubetti di ghiaccio che ogni giorno gli venivano portati dentro un bicchiere trasparente.

Mi sono sempre domandata come mai questo rito quotidiano e com'era possibile che la sola presenza del ghiaccio potesse suscitare in lui tale emozione... ma ero sempre troppo piccola per poter avere qualche risposta sensata.

Ora che è il 1983, ho 18 anni e mio nonno mi ha lasciata senza mai dire una parola, ho deciso di mettere alle strette mia madre e costringerla a raccontarmi la storia di quel gelo che non riuscivo a capire. Mia madre non ha fiatato, con freddezza mi ha messo tra le mani un vecchio taccuino e se n'è andata in cucina.

Sono nella mia stanza e inzio a sfogliarlo

26 maggio 1928
Siamo da poco arrivati in questa terra misteriosa e meravigliosamente fredda. Siamo alloggiati in una locanda a Qaqortoq e domani la nostra spedizione partirà alla volta di Nuuk. Non sto nella pelle al pensiero del nostro arrivo a Siorapaluk dove vive la Colias hecla, una farfalla gialla estremamente rara. Spero di riuscire a vederla presto e studiarne e analizzarne il comportamento e le abitudini.
JF

30 maggio 1928
In questi ultimi 4 giorni mi è stato impossibile redigere il mio diario a causa dell'interminabile viaggio quasi senza soste sulle slitte trainate dai cani. Stare in piedi per ore logora i miei muscoli e le mie articolazioni e mette a dura prova il mio corpo. L'aria è frizzante, per usare un eufemismo, fortunatamente c'è sempre il sole a darci sollievo. Questi cani sono delle macchine meravigliose e infaticabili.
JF

10 giugno 1928
Finalmente dopo un lughissimo ed estenuante viaggio tra distese bianche e desolate siamo arrivati a destinazione. Siorapaluk è un piccolissimo insediamento con vista ghiaccio, precisamente ci sono dei giganteschi iceberg di fronte a noi. Il terreno intorno al villaggio è ricoperto da una vegetazione fitta e rigogliosa di fiori e piante. Ci troviamo oltre il circolo polare artico eppure la natura resiste con coraggio al gelo. Domani, con mia grande gioia, partirò alla ricerca della Colias.
JF

Sono le prime pagine del diario della spedizione a cui aveva partecipato mio nonno. All'epoca aveva 24 anni e si era da poco laureato alla facoltà di Scienze Naturali. Gli si presentò l'occasione di partire e subito disse di sì. Poche righe sintetiche qua e là e tantissimi schizzi e disegni a penna nera del paesaggio, degli animali e soprattutto degli insetti che erano la sua grande passione.

Lessi tutte le pagine con grande avidità, ma non riuscivo a trovare il nesso con la luce nei suoi occhi, le informazioni sul diario non mi bastavano. Tornai da mia madre in cucina con l'aria interrogativa e lei mi indicò una tasca nella copertina del diario.

Tirai fuori questo disegno...
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Insieme c'era una pagina del diario strappata

21 giugno 1928
Finalmente ho trovato la rara farfalla motivo di questo mio lungo viaggio. Il suo nome è Siqniq e penso abbia 18 anni. Nonostante la primavera, se ne va in giro con un capuccio di pelliccia di foca che le contorna il viso in modo splendido. Come sono profondi e neri i suoi occhi eppure hanno la limpidezza dell'acqua gelida del mare artico. Porta sempre dei segni bianchi sul viso, 2 linee curve all'apice del naso e una linea retta verticale che le divide in due il mento. Non ne capisco il senso ma le danno un'aria ancora più seducente e misteriosa. Non parla molto poiché non capisce la mia lingua e io non so una parola di Inuit. Non sorride quasi mai tranne quando tento di farla ridere con le mie facce buffe.
JF

2 luglio 1928
Sono trascorse ormai 2 settimane dalla mia ultima annotazione. Molte cose sono successe e ho notato notevoli progressi nella comunicazione con Siqniq. Le ho offerto di venire con noi in Inghilterra e, con mia grande sorpresa, lei ha accettato. Amo la sua bellezza, la sua forza e la sua fragilità.
JF

28 marzo 1929
Ci siamo sposati sette giorni fa e Siqniq è incinta di 8 settimane. Siamo trepidanti in quest'attesa. Daremo un nome inglese alla creatura che verrà al mondo, un nome Inuit sarebbe difficile da spiegare.
JF

8 novembre 1929
E' appena nata Rebecca ed è una gemma di rara bellezza.
JF

Ho alzato lo sguardo verso mia madre appena ho letto il suo nome.

Mia madre ha smesso di lavare i piatti e con le mani bagnate e fredde ha preso le mie tra le sue

"Mia piccola Anouk, la nonna credo abbia sofferto molto. Poco dopo la mia nascita il nonno, mio padre, la teneva chiusa in una stanza. Era stata catturata dal suo sottilissimo retino e sarebbe diventata parte della sua collezione di farfalle. Dai suoi racconti era una creatura di una bellezza rara, molto forte di spirito ma estremamente fragile nel corpo. Aveva imparato pochissime parole nella nostra lingua, era molto silenziosa e spesso se ne stava chiusa in se stessa emanando una luce fioca dalla sua pelle quasi traslucida. Mi diceva di non preoccuparmi che se ne sarebbe preso cura lui. Appena fui in grado di capire, mi spiegò che la mamma, arrivando da un paese molto lontano dove il ghiaccio e il freddo erano linfa vitale, soffriva di una malattia molto rara e che non potevo avvicinarmi né a lei né a quella stanza, il calore delle persone attorno a lei avrebbe potuto essere fatale... Così, forse per proteggermi dalla paura dell'abbandono e dal dolore, sono cresciuta con l'idea che lei in realtà non esistesse. A 18 anni me ne sono subito andata di casa e ho cercato di costruire la mia vita più serenamente possibile. Andavo a trovarlo ogni tanto ma era sempre taciturno e chiuso nel suo mondo abitato da insetti veri e immaginari.
Poche settimane dopo la tua nascita, mi telefonarono per informarmi che a seguito di un malore, era stato ricoverato in ospedale. Andai subito a trovarlo ma non mi riconobbe. Le uniche parole che diceva a ripetizione erano ''un bicchiere con il ghiaccio''. Parlai con i medici che mi consigliarono di farlo trasferire in un ospizio dove avrebbero potuto sicuramente prendersene cura.
Dopo qualche settimana dal ricovero mi riaffiorarono degli strani ricordi e decisi di andare a casa sua e aprire quella porta dipinta di un bianco ghiaccio che avevo dimenticato.

Al centro della stanza c'era una teca che conteneva una bellissima farfalla gialla dalle ali grandissime e splendenti. In un angolo un piccolo letto con lenzuola bianche e profumate e adagiato sul cuscino un cappuccio di pelliccia di foca. Di fianco un piccolo comodino con sopra il taccuino e un bicchiere trasparente pieno d'acqua".

Le nostre mani sono diventate molto calde che quasi bruciano.

Solo ora mi rendo conto di avere un nome strano. Prima di oggi ho sempre pensato che fosse normale, come Jenny, Sarah, Emma, Katy nessuno l'aveva notato.

"Significa Orso polare", mi dice mia madre" e le somigli moltissimo... a tua nonna intendo".

Con questa storia partecipo al bellissimo contest Una biografia immaginaria proposto da @heidi71.

A prestissimo!
Isa

Sort:  

Abbiamo avuto un’idea simile, hai visto? Non vorrei essere nei panni di chi dovrà scegliere tra tutte queste bellissime storie 😉

E' verooo! Ho letto ora la tua storia <3 Connessioni che accadono così, grazie alla magia di un'immagine bellissima :)

Un capolavoro, Isa: me la sono letta in un boccone, complimenti!

Aihmè, di storie simili a quella di Siqniq è pieno il mondo: si tratta di amore disordinato (come definito da Bert Hellinger) o di qualcos'altro?

Grazie mille @amico <3 Sono andata subito a cercare l'amore disordinato che hai citato, molto interessante, approfondirò la sua lettura. Sono possibili molte interpretazioni... anche un amore immaginato potrebbe avere un senso. Un abbraccio :)

Da brividi!! E' la prima volta, credo, di leggerti nei panni di scrittrice e devo dire che mi hai fatto dimenticare dei tuoi disegni, ritagli o quant'altro connesso all'arte visiva.
Chapeau Isa!

Grazie miti <3 Pensa che è un canale espressivo che non ho mai preso particolarmente in considerazione, quindi è una sorta di esplorazione/sperimentazione per me e di me :) Un abbraccio grande

Direi che dovresti approfondirlo perchè ci sono grandissime potenzialità in te ;-)

Che fantasia, che immaginazione, l'ennesimo post bellissimo nato da questo contest.
Complimenti vivissimi @isakost sei stata mooolto originale.

wow!!!! Bellissimo!!!! Sei veramente brava, sono rimasto senza parole, davvero tanti complimenti!!

Grazie mille caro @elvisxx71 <3

grazie per il tuo contributo @isakost! <3

Grazie a te per l'opportunità <3

Mi hai fatto venire la pelle d'oca! Hai dipinto una grande profondità con due colpi di pennello.

bellissimo, non dico altro

Bello bello bello!!!! Non sono riuscita a smettere un secondo di leggerlo per vedere come andava a finire!!! Brava! <3

Grazie mille Uri <3

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