Stare al mondo negli ANNI '90

in #ita6 years ago (edited)

Con questo post intendo partecipare al contest "Gli ANNI" di @serialfiller

I miei anni sono quelli successivi alla decade magica, quella che ha dato il via al cambiamento dell'Italia e forse dell'intero occidente o perfino del mondo intero.
Mi riferisco ovviamente agli anni '80, che ho vissuto intensamente ma soltanto attraverso gli occhi del bambino, essendo nato proprio nel dicembre del 1980.
Non voglio iniziare andando subito fuori tema, quindi passiamo a parlare della mia decade, dei miei anni, quelli dell'adolescenza che, come anticipato, sono quelli immediatamente successivi: gli anni '90.

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Immagine di Pubblico Dominio Fonte Wikipedia

Sì esatto, proprio "GLI ANNI" in cui gli 883 composero il celebre omonimo brano ispiratore di questo contest; quegli anni che porterò sempre nel cuore e che, salvo eventuali problemi cerebrali futuri, non dimenticherò ovviamente mai.
Erano fondamentalmente anni in cui valori come il rispetto per l'anzianità e la coerenza erano alla base della vita quotidiana. Anni di passione in cui ogni cosa si affrontava realmente in prima persona e non dietro uno schermo, ma al limite dietro ad una cornetta del telefono o a un foglio di carta e ad una penna, come in caso di innamoramento, per esempio; se Cupido andava a segno con una delle sue frecce, toccava metterci la faccia e dichiararsi all'amata/o di persona, studiando per giorni interi tattiche e strategie, oppure ripiegando su una lettera strappacuore scritta a mano (le stampanti non erano ancora molto economiche e non tutti ne possedevano una) o una telefonata fatta a casa della ragazza o del ragazzo dei desideri, con il grosso rischio di farsi rispondere, nel caso di noi maschietti, dai vocioni terrificanti del padre o del fratello maggiore della tipa in questione.
Esperienze che insegnano cosa vuol dire realmente la parola "ansia". XD

Il boom dei cellulari, ovvero il momento in cui TUTTI si munirono di "telefonino" arrivò grazie al cielo soltanto nel 1999, dopo che i primi dispositivi mobili fecero la loro timida comparsa fra il 1997 ed il 1998, lasciando alla mia generazione tutto il tempo per vivere ancora quei momenti topici e romantici di cui sopra.
Comunque costosi, sia per effettuare chiamate, sia per inviare SMS, li usavamo spesso per fare gli squilli, una sorta di codice morse moderno che ci serviva per comunicare gratuitamente ad una persona che stavamo pensando a lei/lui; più squilli si facevano, più si voleva dimostrare che il pensiero era intenso ed affettuoso, correndo il rischio che dall'altro capo del telefono potessero pensare che si trattasse di una chiamata vera e propria. In quel caso, la risposta ci avrebbe addebitato il costo del primo minuto di telefonata pattuito con l'operatore secondo il piano telefonico, più lo scatto alla risposta, un costo extra aggiunto subito ad inizio chiamata pari ad una truffa legalizzata di matrice tutta italiana di cui, l'Unione Europea, non conosceva nemmeno l'esistenza.
Ci vollero ancora anni e Beppe Grillo per farlo sapere agli italiani, i quali continuavano a pagare l'illegale sovrattassa senza battere ciglio...

Le uniche grandi community che si frequentavano assiduamente ogni giorno erano la compagnia del quartiere (o del paese), la scuola superiore frequentata, la parrocchia (anche se atei), la curva ultras della propria squadra del cuore e/o la sezione del partito politico d'appartenenza, proprio tutti quegli ambienti nei quali era bene non dimenticare l'importanza del "sapersi comportare", dello "stare al mondo", del "non sgarrare" o del tirare troppo la corda con la persona sbagliata al momento sbagliato.
Anni forse rudi, spigolosi, ma ancora equi e giusti, sebbene già precursori del netto cambiamento che sarebbe arrivato col nuovo millennio alle porte.

Per fare un esempio stupido ricordo quando, in barba ai compiti ed allo studio, non più tardi delle 14:00 si era già al campetto in cemento dei giardinetti pubblici, chiaramente sprovvisto di illuminazione, per tirare calci al mitico Tango giocando la nostra "olandese" (palo, traversa, incrocio) fino a che il calar delle tenebre fischiava l'inevitabile fine della sessione giornaliera.
Questo quando alla fine della giornata riuscivamo ad arrivarci.
Erano i primi anni '90 ed i miei compagni di gioco erano tutti miei coetanei, perciò eravamo ragazzini intorno ai 12/13 anni.
Spesso capitava che dopo una mezz'ora di gioco appena, arrivassero di gran carriera i ragazzi più grandi di noi, quelli intorno ai 16/17 anni, talvolta anche sprovvisti di pallone proprio.
Erano in tanti, fieri, arroganti e baldanzosi e ci intimavano istantaneamente di toglierci dalla palle perché esigevano l'intero campo per fare la loro partitella; e anche di dar loro il pallone, se già non ne avevano uno.

Devo ammettere che oggigiorno suona molto male un atteggiamento del genere, apparendo piuttosto intollerabile, ma a quel tempo bisognava assolutamente dare la precedenza al volere dei più grandi semplicemente per una questione di rispetto, pena una poco piacevole ed impietosa scarica di botte.
Se al contrario, ci si comportava bene accettando i loro diktat, permettevano ai più bravi di noi di giocare insieme a loro, finendo perfino per entrare nelle loro grazie diventando loro amici e protetti, magari anche una volta divenuti adulti quando la differenza di età non sarebbe più stata motivo di grande sudditanza psicologica.

Non era assolutamente niente di strano, bensì la pura e semplice normalità e devo dire che tale usanza non era nemmeno poi tanto priva di importanti lezioni di vita, da apprendere per diventare in futuro uomini migliori capaci di stare al proprio posto...

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Immagine CC0 Fonte Pixabay

Le regole non scritte

Vi erano poi altre cose da tenere bene a mente con i propri coetanei e, a maggior ragione, con i ragazzi più grandi:

  • Non fare l'infame, in alcun modo. MAI. Pena, la perdita della stima e del rispetto altrui per l'eternità.
  • Chiedere sentitamente scusa in caso di errore veniale commesso nei confronti di un amico coetaneo o, peggio, di un ragazzo più grande. Pena, le buscavi pesantemente.
  • Rendersi disponibili, entro i limiti del ragionevole, nell'aiutare un amico o un ragazzo più grande prestando oggetti come il pallone, il casco, il motorino (vecchio o nuovo non importa), il Walkman o gli spiccioli per comprare la merenda o il gelato. Pena, fai schifo e non sei visto di buon occhio. Rasenti l'infamia.
  • Non negare passaggi con il cinquantino, anche se il rischio di farsi beccare dagli sbirri era grosso.

Gli anni in motorino sempre in due...!

Veniamo adesso ad un particolare ricordo musicale degli anni '90

Beh, cari ragazzi d'oggi, cari millennial, sono davvero spiacente per voi. Vi siete persi una grande epoca, nonché l'ultimo periodo di grazia per la musica vera, quella con la M maiuscola delle decadi '70, '80 e '90 del secolo scorso.
Sinceramente non saprei da dove cominciare, perché se dovessi fare una lista di ricordi associati ad un brano, stiamo qui fino a febbraio del prossimo anno; dico questo poiché ho avuto la fortuna di avere in quegli anni due genitori molto permissivi che mi hanno dato modo e occasione di vivere e di godere l'adolescenza in maniera indipendente e profonda, da vero vagabondo, sempre in giro a far casino con gli amici. Perciò estrapolerò una hit dal cilindro dei '90 che ci porterà indietro nel tempo fino all'estate del 1996, periodo in cui esplose clamorosamente sul palcoscenico musicale mondiale diventando subito il tormentone orecchiabile del momento, nonostante il brano risalga addirittura al 1995.
È quanto di più commerciale mi venga in mente, ma mi riporta indietro a quell'estate indimenticabile in cui vissi la prima storiella d'amore che durò ben nove mesi, la quale ovviamente mi regalò anche le prime esperienze sessuali con una ragazza che non fosse Federica la mano amica o Beatrice la mano motrice.
Sto parlando di Lemon Tree dei Fool's Garden.

La canzone credo parli di un tizio annoiato che non ha un cazzo da fare, perché la tipa l'ha mollato definitivamente lì come uno scemo in questo contesto che rievoca molto un assolato e desolato scenario estivo, con il cielo terso molto blu blu e un povero albero di limoni inerte a cui tocca la malasorte di doversi sorbire il tizio depresso che, non avendo mezza idea di dove sbattere la testa per riprendersi dallo shock della separazione, si butta sconfitto sul letto ad osservare ancora lo sfortunato albero di agrumi.
Una merda di canzone, in pratica.

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Immagine CC0 Fonte Pixabay

Insomma, esattamente lo scenario paesaggistico che ebbi modo di vivere io nell'estate del '96, ma al contrario, cioè in compagnia della mia nuova fidanzatina Sara.
Il quartiere era assolato e anche molto desolato.
Ricordo che era il primo di agosto del 1996 quando conclamammo la nostra unione con il primo bacetto con la lingua dopo settimane di incertezze, proprio poco dopo aver sentito uno spezzone di Lemon Tree per l'ennesima volta alla radio del BAR, mentre compravamo il solito, manco a dirlo, ghiacciolo al limone: tutta la compagnia era andata in campeggio in riviera, mentre soltanto io e lei, rimasti a "guardia del feudo", ci godevamo i nostri primi giorni insieme, nella totale pace del quartiere semi-deserto.

Riflessione finale

...il tempo passa per tutti lo sai
nessuno indietro lo riporterà...

La parte più difficile di questo post, è per me senz'altro l'ultima doverosa riflessione che un argomento del genere merita.
Non posso evitare di spendere ancora qualche parola per il gran finale. Quello che però voglio cercare di fare, è evitare lo scontato e banale paragone dell'epoca che ho brevemente riesumato dal grande calderone dei ricordi, con il presente, perché non voglio perdermi dentro confronti e giudizi sommari, nonché in sentenze soggettive di scarsa qualità.
Quello che della questione voglio mettere in risalto, è come due cose credo si siano progressivamente perdute in tutti questi anni: l'altruismo e la voglia di stare insieme, due concetti che noi della mia generazione difendevamo ancora a spada tratta.
Avremmo fatto carte false per non perdere un amico, perché se accadeva voleva dire che era successo qualcosa di veramente grave, in quanto le nostre amicizie non erano quelle di Facebook, ma veri rapporti d'affetto che in alcuni casi andavano avanti fin dai tempi dell'asilo. Soprattutto però, eravamo disposti a fare qualunque cosa per uscire di casa e raggiungere la compagnia ad ogni costo, anche solo per cazzeggiare tutto il giorno, perché senza "gli altri" vicino, ci sentivamo persi.

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Immagine di Pubblico Dominio Fonte Wikipedia

Sarò sincero: se adesso guardo indietro e vedo me ragazzino che da così lontano guarda l'uomo che sono diventato, non saprei dire se anch'io sono caduto nella trappola del tempo, vendendo l'anima a quest'era moderna che ci allontana sempre di più uno dall'altro, ma se sono qui a scrivere questo genere di cose che sicuramente saranno lette soltanto da altri "sconosciuti", allora ho il sospetto che sì, qualcosa è andato storto anche per me, oltre che per tutti quanti noi.

...non lo so che faccio quì
esco un pò
e vedo i fari delle auto che mi
guardano e sembrano chiedermi chi cerchiamo noi...


L'immagine del pallone Tango è CC BY-SA 2.0 di Warren Rohner Fonte WikiCommons
L'immagine del Nokia 3310 è CC BY-SA 3.0 di Asimzb Fonte Wikipedia
L'immagine dell'audiocassetta è di Pubblico Dominio Fonte Wikipedia


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Sort:  

Una volta, una coppia sulla sessantina mi trovò in giro verso l'ora di cena, sporco e sudato dalla testa ai piedi, che guardavo in tutte le direzioni con aria preoccupatissima.
Mi chiesero cosa fosse accaduto. "Nulla", risposi, "stavolta quel maledetto non mi troverà!"
Non oso pensare a quali reazioni susciterebbe una scena del genere al giorno d'oggi.
Mi riferivo a uno dei miei compagni di giochi: avevamo cominciato un nascondino in 8 partecipanti verso le 14, e come campo da gioco avevamo scelto l'intero rione, compresi negozi e condominii.
È la prima cosa a cui ripenso quando mi parlano degli anni '90.

Da classe '84 sono stato tra gli ultimi a goderseli almeno un pochino, cosa di cui vado molto fiero.

Devo dire che il nonnismo dei ragazzi più grandi (gente che aveva 3 anni in più al massimo, ma ai miei occhi sembravano autentici giganti) non l'ho trovato simpatico né istruttivo, e non penso mi abbia aiutato a crescere, anzi. Resto convinto che siano i momenti di gioia a dare più forza e sicurezza in sé stessi, almeno per come sono fatto io.

Ma è proprio per questo che i giochi in cortile o all'oratorio, le musicassette degli 883, le corse in due sullo Zip, i genitori che lavorano a tempo indeterminato, le magie di Roberto Baggio, gli squilletti del Nokia e Ken il Guerriero me li tengo ben stretti ;)

Io c'ero!

Grande!! Tu c'eri e fallo sapere al mondo, perché dobbiamo andarne fieri!!

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stupendo questo commento!

Fanculo anche al VP, questo post merita un bel 100%, quel che è giusto è giusto.

Ho vissuto in pieno gli anni 80, arrivandoci in piena adolescenza e lasciandoli con una tale quantità di problemi che non vedevo l'ora di svoltare pagina e affacciarmi agli anni 90, che non sono stati meno tumultuosi per me, anzi, per certi versi e in alcune situazioni hanno avuto un sapore e una connotazione molto particolare e sconvolgente, con tanti di quegli sconvolgimenti da non essere, per certi versi, inferiori ai precedenti anni 80.

Vorrei solamente chiudere dignitosamente il decennio attuale, che in parte è proprio figlio degli anni 90, dove ho fatto due clamorosi errori di valutazione che mi porterò dietro per tutta la vita, sto parlando soprattutto a livello economico, perché ho fatto delle scelte, trovandomi di fronte a veri e propri bivi, non proprio azzeccate, soprattutto valutandole con il classico senno di poi.

Post veramente bello, suggestivo e molto mirato, complimenti per averci riproposto tanti ricordi che sono sempre lì, nascosti in qualche angolo della nostra mente, il tuo eccellente lavoro li ha riportati alla luce meravigliosamente, per farci riassaporare la sua intensità e dolce ricordo ormai lontano

Che dire mad... semplicemente GRAZIE...

"se per ogni sbaglio avessi mille lire... Che vecchiaia che passerei...!"

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Non posso che essere d'accordo essendo del '79 ho vissuto l'adolescenza come te anche se in un paesino più piccolo, ma ho un bellissimo ricordo anche della stupenda "Lemon tree" che a me piaceva un sacco oltre che agli 883 che hanno fatto da colonna sonora della mia adolescenza. Oggi con i miei figli metto spesso con mio marito del '76 le generazioni a confronto e anche se non avevamo tutto quello che loro hanno adesso, ci rendiamo conto che ce la passavamo molto ma molto meglio noi!

Assolutamente! Ce la spassavamo... Mi sono sfondato di vita e di passione in quegli anni!

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Semplicemente favoloso.
Meno male che ci sei tu ad avere raccolto il testimone delle tematiche che adoro, come questa.
Anni novanta, che tempi. Erano cosi diversi che viene troppo difficile spiegarne le differenze.
Però li abbiamo vissuti e questa non è una cosa di poco conto.
Grande, come sempre.

Semplicemente onorato delle tue parole, che insieme al pensiero di quei tempi, mi fanno scendere perfino un'altra lacrima...

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anche a me....

Grandissimo post, leggero e intenso con le tue solite escursioni nell'umorismo, bravo! La ricchezza di topic e ricordi al suo interno ne fanno un cult.

Grazie Arma! (Letale) 😉 Sono contento che ti sia piaciuto...

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Che carrellata entusiasmante caro @itegoarcanadei.
Gli anni di quelli che hanno vissuto con un piede nel passato ed uno nel futuro, gli anni di quelli che ascoltavano Lemon Tree col sole negli occhi e vedevano i cellulari come un mezzo per telefonare o scambiare qualche timido sms. Gli anni in cui tutto è cambiato sotto i propri occhi e le regole del gioco sono cambiate.
Bellissimo pezzo.
Grazie.

Dici bene! Proprio gli anni a cavallo tra il futuro ed il passato, insieme agli '80! Mentre compilavo questo post non nascondo di aver versato un paio di lacrime malinconiche... ☺

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Fantastico davvero questo tuo post!
Mi sono emozionata e riso tantissimo!
Soprattutto nelle regole non scritte! :P
Sei, a mio avviso, sicuramente in lizza per la vittoria!

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È tutto scritto, oltre che con i ricordi e la mente, anche con il cuore!
Per me l'importante non è vincere, anche se ovviamente fa più che piacere, se capita. L'importante per me è riuscire a comunicare qualcosa di concreto e dai vostri commenti mi sembra d'esserci riuscito!
Grazie quindi per il voto e per essere passata attraverso i miei anni '90!

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Ci sei riuscito eccome! Con me e con tutti quegli che leggeranno.
Essendo nata negli anni 90(92) è stato ancor più emozionante :)

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Mi fai venir voglia di prendere tutti i temi che hai elencato nel post (fidanzatina, amici, partite ecc) e provare a girarli in chiave esclusivamente online in perfetto stile "tardo 2018" :)

Hai la mia benedizione! Vai e meravigliami mia adorata scultrice di magiche parole neorealiste!

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Vediamo che combina Luigi ;)

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