Gli eroi son tutti imprevedibili (by @kork75)

in #ita5 years ago (edited)

Gli eroi son tutti imprevedibili

Sergio conosceva ogni singolo binario, sottopassaggio e buco di quella stazione; inoltre sapeva a memoria tutti gli orari dei treni: sia quelli in arrivo che quelli in partenza. L’uomo sin dalla tenera età sviluppò una morbosa passione per i treni e non si accontentò come tutti i bambini del classico trenino elettrico, ma volle di più; un treno vero… tutto suo. Diventò l’esasperazione della madre, che ogni sera accompagnò per anni, il taciturno ragazzino alla stazione centrale. Sergio, soffriva da sempre di disturbi comportamentali, e la diagnosi arrivò come un intercity in transito nelle vite dei suoi genitori: autismo. Il ragazzo con il passare degli anni disdegnò sempre di più la confusione e i luoghi affollati (compresa l’amata stazione); per questo motivo si ‘rintanò’ in casa, protetto dal calore famigliare e dalla musica; l’altra sua grande passione. Adorava soprattutto i testi delle canzoni, che riscriveva modificandoli a proprio piacimento sopra un vecchio quaderno sgangherato. Pur non avendo una gran voce, si impegnava al meglio delle sue possibilità e spesso si esibiva insieme al fratello, che lo accompagnava volentieri con la sua chitarra. Purtroppo, ormai erano anni che l’uomo alternava momenti di apparente tranquillità ad attimi di pericolosa follia, nei quali delirando espresse più volte, agli anziani genitori le sue ansie e le sue manie di persecuzione, che sfociavano sempre con l’intimazione di fuggire lontano da tutto e da tutti. Così dopo diverso tempo ricominciò a frequentare la stazione; disse più volte al fratello Piero che desiderava salire su uno di quei treni ad alta velocità, di quelli belli, nuovi e ultramoderni e non tornare mai più. Piero con tutto il suo amore e pacata serenità, gli rispose sempre la stessa cosa: “Perché Sergio vuoi andare via? Lo sai che la fuori il mondo è cattivo, regna l’ingiustizia, qua ci siamo noi a proteggerti e a volerti bene…Lascia stare, il mondo è ingiusto”.


Una mattina Sergio si svegliò di buon’ora; senza far rumore uscì di casa e prese il primo autobus per la ‘centrale’, aveva deciso: quello era il giorno della partenza! Il suo dito scorse più volte lungo il tabellone degli orari e improvvisamente si fermò ed esclamò: “Binario 11, ore 05,30...Freccia per Roma”. Quando arrivò al binario e vide davanti a sé lo splendido locomotore, quasi istintivamente si mise a cantare: “Non so che viso avesse, neppure come si chiamava, con che voce parlasse, con quale voce poi cantava… Quanti anni avesse visto allora, di che colore i suoi capelli, ma nella fantasia ho l'immagine sua: gli eroi son tutti giovani e belli, gli eroi son tutti giovani e belli...”. Gli squillò il telefonino, ma non rispose; non guardò nemmeno chi lo stesse chiamando; aveva decisamente altro per la testa. La sua ferrea volontà fu quella e nient’altro che quella: guidare quel treno, Il Roma delle 05,30. Dopo aver camminato avanti e indietro per la pensilina, improvvisamente salì sulla motrice e come se niente fosse, ricominciò il suo canto: “Conosco invece l'epoca dei fatti, qual' era il suo mestiere: i primi anni del secolo, macchinista, ferroviere…”. Sergio approfittò dell'assenza del personale del treno ed entrò di soppiatto nella cabina di comando e ‘dall’alto della sua esperienza’ alzò la leva dei comandi e il ‘bestione’ si mise in moto.“E la locomotiva sembrava fosse un mostro strano che l'uomo dominava con il pensiero e con la mano: ruggendo si lasciava indietro distanze che sembravano infinite, sembrava avesse dentro un potere tremendo, la stessa forza della dinamite, la stessa forza della dinamite…”, cantò questa volta con fare compiaciuto e voce possente; mentre il convoglio lentamente si spostò lungo il binario. La corsa del novello macchinista durò poco: dopo circa 200 metri scattò inesorabile il sistema automatico di bloccaggio dei convogli. Un fischio stridulo e insopportabile si udì in tutta la stazione; sorpreso della repentina frenata e indispettito dall’intollerabile sibilo battendo i pugni sulla console di comando, sbraitò con ira i versi della sua canzone: “Sergio…un giorno come gli altri, ma forse con più rabbia in corpo, pensò che aveva il modo di riparare a qualche torto…”. Il treno terminò bruscamente la sua corsa; Sergio preso dal panico scese rapidamente dalla motrice: fortunatamente per lui dal lato opposto da dove correndo accorse il personale della ferrovia, con al seguito i poliziotti della Polfer. Sentì i macchinisti urlare, litigare, e imprecare l’uno contro l’altro, mentre il capo treno furibondo lì mandò ripetutamente a quel paese. Arrivò poi anche il capo stazione; buttò il cappello a terra e facendo roteare la paletta in aria, urlò rivolto agli agenti: "Si può mettere in moto da solo? No! Trovatemi il responsabile!". L’uomo rapido attraverso i binari deserti e si diresse verso l’uscita; con un sorriso beffardo si rimise a stornellare, tra lo stupore dei primi pendolari della mattina: “Notizia di emergenza, agite con urgenza, un pazzo si è lanciato contro al treno, un pazzo si è lanciato contro il treno…Anzi no: UN PAZZO HA RUBATO UN TRENO, UN PAZZO HA RUBATO UN TRENO! ...”. Poi l’incontro casuale; mentre scendeva le scale fischiettando come se nulla fosse si trovò di fronte la madre:“Sergio! Mi hai fatto preoccupare, lo sai che non devi uscire da solo di notte; sciagurato! Ti ho cercato da per tutto, poi mi sono ricordata delle tua passione per treni...E sono corsa qua!”. Senza dire nient’altro, la donna lo strinse in un possente abbraccio e pianse. Lui la guardò e gli domandò:“Andiamo a casa mamma?”. “Si tesoro andiamo a casa…Anche perché ormai è mattina e a te tutta questa confusione non piace vero? Ma stavi cantando? Che cosa canti...Amore di mamma?”. E Sergio schiarendosi la voce, e guardando la madre negli occhi le cantò: “Ma a noi piace pensarlo ancora dietro al motore, mentre “Sergio” fa correr via la macchina a vapore e che ci giunga un giorno ancora la notizia di una locomotiva, come una cosa viva, lanciata a bomba contro l’ingiustizia, lanciata bomba contro l’ingiustizia…”

Con questo racconto partecipo a:
theneverendingcontest n° 30 S5-P6-I1 - Contest
Il tema e l'ambientazione sono quelli proposti da @tommasobusiello, vincitore del contest n° 29 S4-P6-I1:
Tema
Incontro casuale
Ambientazione
Treno
Saluti @kork75

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😂Grazie per aver letto il mio racconto...Un saluto Kork75 😉 👍

👍 Sei (quasi) il migliore!

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Carissimo, fedele lettore 😂, conoscendo il tuo "metro di paragone", mi tengo il "quasi"come un bel complimento😁. Saluti Kork75 😉 👍

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