Al diavolo la Nouvelle Cuisine

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Tanto tempo fa, quando era un buon tennista a livello locale, feci un ottavo di finale, fu una partita memorabile, una vera maratona di tennis, durata ben due ore e venti minuti sulla terra rossa, ed alla fine della partitona, mi ritrovai stanco ma vincente al termine di un terzo set arrivato al tie-break, insomma, una partita al cardiopalma.

Terminata la competizione, erano le 23 passate, ed avevo una voragine nello stomaco, avendo mangiato solo una barretta energetica, per cui, con la ragazza dell'epoca, decidemmo di andare a festeggiare la vittoria in un ristorante, e ci recammo nella zona del porto di un paesino vicino alla mia città.

Mi ispirava un locale, molto distinto all'apparenza, per cui decisi che quello era il posto giusto per cenare, ed entrammo.

Atmosfera molto sofisticata e particolare, luci soffuse, cameriere che ci venne incontro con fare elegantissimo, che ci disse sottovoce di seguirlo al nostro tavolo.

Dove sono capitato, pensai tra me e me, avendo già capito che si trattava di un posto molto chic ed alla moda, perché il livello generale del locale era davvero molto alto, e mi ero già preparato mentalmente alla "sassata" che sarebbe arrivata al portafoglio, anzi, pensai anche a quanti soldi avevo in tasca, e mi tranquillizzai, perché ero coperto al 100%, erano altri tempi, quelli, economicamente parlando.

Ci fece accomodare al tavolo, ma con velocità e maestria scostò la sedia dal tavolo e fece sedere la mia lei, e lo stesso fece con me, raffinatezza e galanteria allo stato puro.

Ci porse il menù, e si scostò da una parte, in attesa della nostra ordinazione, che prontamente arrivò, avevo una fame tremenda, per cui ordinai un antipasto di mare, un primo ed un secondo, mentre la ragazza si fermò al primo.

Ordinammo logicamente anche da bere, tutti e due eravamo astemi, per cui ci venne servita dell'acqua, e quando dico ci venne servita dell'acqua, uso il termine corretto.

Arrivò con questa bottiglia, indescrivibile il modo in cui la teneva, e versò un po' d'acqua prima nel suo bicchiere, poi nel mio, ma poca poca, proprio per sciacquare la bocca, avevo anche molta sete, per cui vuotai in un lampo il bicchiere e feci per prendere la bottiglia, ma il cameriere si materializzò nuovamente, e con gesti di consumata esperienza, si fece intendere che avrebbe provveduto a tutto quanto lui stesso.

"Siamo a posto", pensai, "chissà se anche ci imboccherà!!".

Arrivano gli antipasti, un piatto di dimensioni giganti, e quando lo appoggiò sul tavolo, per poco non mi misi a ridere, dovetti contenermi sul serio.

L'antipasto era piacevolmente disteso sull'ampia superficie del piatto, era composto da ben 4 tipologie diverse di pesce o crostacei, eccellente presentazione ma quantità ridotta veramente al minimo.

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Cercavo di simulare la mia delusione, ma erano proprio 4 cose in croce, per cui, alzando il dito come a scuola, richiamai l'attenzione del cameriere, che prontamente accorse, e gli chiesi del pane, ed avreste dovuto vedere la sua faccia, perché sembrava che avessi bestemmiato, ma avevo già guardato nei 3 tavoli che avevamo vicino, ed in uno era presente il cestino del pane, per cui non rompere le palle e porta il pane.

Mi ritornò con tre pezzettini di pane minuscoli ed insignificanti, che facevano quasi pena e tenerezza a mangiarli, ed in lampo me li pappai tutti, suscitando la disapprovazione del cameriere, perché non riuscì a trattenere una smorfia di disappunto.

Finito il "largo ed abbondante" antipasto, mi vidi recipitare al tavolo altri due mega piatti, e dopo una decina di minuti lo vedo tornare da noi con una mega scodella in alluminio, molto alta, e pensai finalmente che l'incubo fosse finito, sarà sicuramente piena di tanti tortelloni di pesce.

Ehhh, stocazzzzz, iniziò a servire la mia lei, impiattò in modo soave cinque cosini piccoli piccoli, ed arrivò da me, che non feci eccezione e mi beccai altri 5 sgorbi di pasta.

Alla vista di tanta abbondanza, avevo i maroni che mi erano cascati a terra e rimbalzavano allegramente nella sala, non si poteva guardare quello scherzo che era nei nostri piatti.

Un'altra presa per il culo fu il sorbetto tra il primo ed il secondo, ce n'era veramente bisogno, mi ero riempieto di brutto lo stomaco delle loro raffinatezze culinarie, e per restare in tema, assaggiando il sorbetto, pensai che fosse fatto con l'aria, da quanto era impalpabile.

Anche per il secondo piatto la tiritera fu praticamente la stessa, ed anche questo non lasciò traccia nel mio stomaco, che da tempo mi stava chiedendo se avessi finito di stuzzicarlo, perché voleva essere saziato.

Chiesi immediatamente il conto, per fu di ben 215.000 lire, quando le lire ancora valevano qualcosa, e come lasciai il prestigiosissimo ristorante, puntai diritto verso una pizzeria dall'altra parte del molo, ordinando una pizza Quattro Stagioni con doppio impasto alta, e finalmente trovai la pace interiore ed addominale.

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Mi è ritornato in mente questo racconto dopo aver visionato l'eccellente post di @alinakot https://steemit.com/ita/@alinakot/ribollita-scomposta-e-rivisitata, perché ad un certo punto ci sono degli scatti di piatti contenenti tre ravioli solamente, che hanno sapientemente rinfrescato il mio ricordo.