Oltre ogni logica - 15° puntata

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Rientrati dalla piacevolissima vacanza, la coppia riprese la vita di sempre, con una nuova consapevolezza, in quanto il periodo di evasione dalla routine quotidiana aveva effettivamente cambiato un po' le carte in tavola, Caterina era più espansiva nei confronti di Felice, non che prima fosse una persona chiusa ed introversa, ma era animata da una rinnovata carica, e ne giovò principalmente il sentimento e l'affiatamento complessivo.

I mesi passano senza grandi scossoni, ormai l'eco e la risonanza della grande prestazione di Felice alle WSOP si era praticamente affievolito, poche persone si ricordavano di quanto di buono avesse combinato nella capitale dell'azzardo, ma poco importava, Felice conservava un ricordo stupendo di quel particolare periodo, che era riuscito a dare una svolta determinante alla propria vita.

Un bel pomeriggio estivo Felice stava passeggiando per le vie del paesotto, quando da una via apparvero i vecchi compagni di lezioni pokeristiche, davanti a tutti il piccolo boss che lo chiamò a gran voce....

"Ueee, Texano, viene con noi, Don Vito deve parlarti."

Non aveva assolutamente idea di cosa potesse volere da lui, dalla consegna della vincita non avevano più avuto contatti diretti, per cui questa sortita era alquanto strana.

L'uomo si accodò al piccolo drappello e in pochi minuti raggiunsero la reggia del Boss, espletate le formalità preliminari, Felice si sedette in una comoda poltrona, Don Vito guardava il suo rigoglioso giardino, meravigliosamente strutturato e pieno di ogni genere di piante da frutto.

Qualche istante di attesa, poi Don Vito ruotò con la sedia girevole verso Felice, e lo spettacolo che l'uomo vide non era assolutamente preventivato....

Del viso duro e tagliente, che incuteva terrore e soggezione, erano rimasti solo gli occhi, ancora magnetici e profondi, la faccia tumefatta e gonfia lasciava trasparire un quadro clinico molto preoccupante, la malattia che da tempo aveva colpito il Boss era ormai progredita al punto tale che non c'era praticamente nulla da fare se non aspettare l'inevitabile.

"Non sono un bello spettacolo, vero??"

"No, per niente, da quanto tempo stai male??"

"Ohh, sono anni che combatto con questo maledetto cancro, sono le mie possibilità economiche hanno permesso di allungare la mia aspettiva di vita, perché diversamente era da tempo che sarei finito sotto terra, ma ormai la cupa mietitrice è alle porte, sono stato ricoverato per due mesi in una clinica in Svizzera, per tentare l'impossibile, ma ho firmato le dimissioni contro il parere dei medici, non volevo morire in un letto d'ospedale imbottito di tranquillanti, ho scelto di passare quel poco che rimane qui, nella mia villa, ogni tanto delle donnine si prendono cura di me, solo due carezze purtroppo, sono anni che non sono più un uomo, ma la loro presenza riesce un attimo ad allietare le mie giornate, facendomi fare un sorriso, e soprattutto a farmi sentire meno solo, ho paura, ho paura Felice, la mia ora è giunta, ma la paura rimane, ho fatto di tutto nella mia vita, e se c'è qualcosa o qualcuno di là, ne risponderò pienamente, non voglio sconti, non voglio nulla, mi pento di ritrovarmi così, senza una persona al mio fianco, una donna come Caterina, costretto a trovare consolazione in femmine a pagamento, non è la stessa cosa, mi sono divertito per tanti anni, mi sono scopato tante di quelle donne che ho perso il conto, ma quasi sempre era sesso, sesso sfrenato e devastante, ma sesso, senza sentimento, quello che ho provato per Caterina è stato unico, ma non voglio rattristarti oltre, guarda, ho un piccolo regalo per te...."

Allungò il pugno chiuso verso Felice, ed una volta raggiunta la massima estensione del braccio aprì la mano, una piccola chiave numerata cadde sul pregiato tavolo di ebano.

"Cos'è?!?"

"E' la chiave di una cassetta di sicurezza, della filiale dove avevi il mutuo, prendila, è tua, come il suo contenuto, con un'unica, fondamentale raccomandazione, devi aprirla solo dopo la mia morte, non prima, stai tranquillo, come ti ho accennato prima, la tua curiosità verrà soddisfatta molto presto, sai, ormai potrei quasi dirti il giorno esatto, perché lo sento, non so spiegartelo ma lo sento, mah...., tra 4 giorni ci sarà la luna nuova...."

Don Vito ebbe un attimo di sconforto e debolezza, solo un attimo, che Felice colse al volo, si alzò dalla sedia e fece per girare il tavolo, ma il malandato Boss lo bloccò.

"Fermati, fermati, non ho bisogno di nulla, non voglio farti pena, non era questo il mio scopo, devi solo prendere la chiave e andartene, vattene, tra poco arriverà la mia dose di allegria quotidiana, vai, fuori da questo posto di tristezza e di morte."

Felice era ad un metro da Don Vito, lo fissò diritto negli occhi, era seduto sul suo trono, incurante del suo divieto fece un paio di passi, lo prese per le spalle, tirandosi il suo viso verso la sua pancia, e gli disse solamente "Vaffanculo Aldebrando", il Boss scoppiò in un pianto sommesso, pochi istanti e qualcuno bussò alla porta, ricompostosi alla meno peggio Don Vito comandò un Avanti, una professionista entrò, una ragazza che toglieva letteralmente il fiato, Felice indietreggiò e raccogliendo la chiave....

"Ciao Aldebrando, a presto."

"Addio Felice, ci rivedremo forse all'inferno, porta un bacio a Caterina."

Continua....