Oltre ogni logica - 16° puntata

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Ritornando verso casa, Felice rileggeva mentalmente quanto accaduto nella villa di Don Vito, l'idea improvvisa di questa imminente fine lo rattristava profondamente, anche se non erano mai stati amiconi, c'era sempre stata una sorta di patto di non-belligeranza tra loro, ognuno aveva fatto la sua strada, interferendo molto marginalmente nella vita dell'altro, Don Vito era certamente un esponente di spicco della malavita locale e non, si era sempre distinto per l'operato certamente di stampo mafioso ma basato su principi antichi, dove esisteva un codice di comportamento non scritto che si tramandava di generazione in generazione, ragion per cui il suo modus-operandi non mostrava costantemente aggressività.

Rientrato prematuramente in casa, le sue movenze anomale non sfuggirono all'occhio attento della consorte, capace di leggere in un attimo lo stato d'animo di suo marito.

"Cosa ti è successo?!?"

"Nulla, tutto a posto."

"Ultimamente ti piace giocare a nascondino, ma con me è come se ti mettessi un dito davanti al viso e speri che io non ti veda, lascia perdere, fai prima a vuotare il sacco, risparmiamo tempo."

"Don Vito sta per morire."

Silenzio, surreale silenzio nella stanza, Caterina, come tutto il paese, non sapeva nulla della malattia di Don Vito, abilmente celata da tutto l'entourage del Boss, questa notizia spiazzò completamente la donna, che non si sarebbe mai aspettata una notizia del genere...

"Ma sei proprio sicuro, non c'è scampo?!?"

"Sì, oggi mi ha convocato per darmi questa chiave, che aprirà una cassetta di sicurezza, Don Vito è praticamente irriconoscibile, il volto completamente tumefatto, gonfio e sfigurato, solo gli occhi sono ancora quelli, sono l'unica cosa che sta resistendo all'incedere della malattia, non mi ha detto quale sia, ma penso un tumore allo stadio terminale."

"Lo voglio vedere."

"Mi ha congedato definitivamente, pochi giorni e morirà."

"Lo voglio vedere."

"Non vuole vedere nessuno."

"Non hai capito, lo voglio vedere."

Caterina quando decideva una cosa, poteva arrivare anche un terremoto ma lei quella cosa la doveva fare, in questo specifico caso, pur avendo scelto Felice come compagno di una vita, conservava un dolce ricordo di Aldebrando, che conosceva fin da bambino ed era stato la sua prima passione, il ragazzo con cui fece l'amore per la prima volta, che aveva lasciato unicamente per la sua scelta di vita, quella di sposare la causa mafiosa, non era riuscita a fargli cambiare idea, tutte le minaccie di terminare la loro storia furono inutili, ed alla donna non restò altro da fare che abbandonarlo al suo destino, fatto di agi e prepotenze, dove onestà, lealtà e correttezza non esistevano, aveva sofferto da morire per quella storia bruscamente interrotta, trovando consolazione tra le rudi e forti braccia di Felice, capace dopo pochi anni di costruire una famiglia secondo canoni molto più etici e morali.

All'uomo non restava che capitolare, perché sapeva perfettamente, per come si era messo il discorso, che era tempo sprecato quello impiegato per fargli cambiare idea, ormai lei aveva deciso, e bisognava fare come diceva lei, non c'era scampo.

"Va bene, d'accordo, facciamo come dici tu, domani mattina, con calma, facciamo una passeggiata fino alla villa di Don Vito, vediamo se riusciamo a fargli visita, non sarà facile, perché poco fa è stato il suo saluto definitivo, ma se vuoi fare in questa maniera, facciamo in questa maniera."

"Dovevo proprio alzare i toni, per farti dire di sì??"

"No, no, sono io che dovevo lasciar perdere, dai, lascia stare, vado un attimo a farmi una doccia, poi preparo quel pesce fresco che ho comprato questa mattina."

Felice era molto capace in cucina, adorava preparare piatti a base di pesce, soprattutto antipasti e grigliate miste, Caterina gli lasciava volentieri i comandi dei fornelli, perché sapeva che avrebbe gustato una cena sopraffina e delicata, dai pregiati sapori marini...