Oltre ogni logica - 17° puntata

in #ita5 years ago (edited)


Immagine CC0 creative commons

Consumata una cenetta davvero prelibata, i coniugi andarono a letto, ma era un semplice pro-forma, in quanto, come ampiamente ipotizzato, fu una notte di sonno frequentissimamente spezzata da lunghe pause di veglia, intervallate da qualche chiacchiera e riflessione, ed all'alba si alzarono, Caterina si dedicò alle pulizie di casa, mentre Felice accudiva le piante dei loro balconi, dopo aver fatto colazione, una passeggiata in centro e finalmente vennero le 11, a quell'ora, se le abitudini non fossero cambiate, Don Vito era solito godersi la brezza mattutina dal suo maestoso terrazzo, sarebbe stata l'ora ideale per provare l'avvicinamento.

Giunti al cancello d'ingresso, Caterina chiese di passare perché voleva salutare il suo vecchio amico di un tempo, ma gli scagnozzi la bloccarono prontamente, poiché avevano l'ordine tassativo di fermare qualsiasi tipo di intrusione, senza nessuna eccezione.

La donna fece per divincolarsi, mentre si dimenava dalle attenzioni dei balzi giovanotti, vide Don Vito di spalle, seduto sul suo terrazzo, che si godeva l'aria salubre della mattinata, si portò due dita alla bocca e fece partire un fischio potentissimo, che fece destare dal suo torpore il Boss, girandosi riconobbe subito l'antico amore, fu sufficiente un gesto del braccio per lasciare libero il passaggio a Caterina, che disse a Felice di aspettarla lì, pochi minuti e sarebbe ritornata subito da lui.

L'uomo vedeva avanzare velocemente verso il terrazzo la propria moglie, che rapidamente giunse al cospetto di Don Vito, rimanendo sulla strada di accesso alla villa, il suo vecchio amore non voleva che salisse, bastava un rapido saluto da pochi metri di distanza, vide chiaramente la moglie lanciare un bacio nell'etere, ricambiato dal Boss, e veloce come era arrivata se ne tornò verso Felice, fuggendo via da questa maledetta prigione dorata, che sarebbe stata l'ultima residenza della sua giovanile passione, estrema custode delle ultime ore di vita di Aldebrando, era una delle pochissime persone che si poteva permettere di chiamarlo con il suo vero nome.

Camminarono uno a fianco all'altro, la strada correva rapida sotto le loro scarpe, entrati nel piccolo salone d'ingresso, Caterina gettò sul divano Felice, contemporaneamente gli saltò sopra, rabbiosi movimenti rapidi per eliminare gli indumenti che impedivano il contatto diretto, e trovato l'obiettivo lo fece sparire nella sua cavità, dimenandosi come un'ossessa finché non sentì esplodere dentro di sé la consistenza maschile, per abbattersi a sua volta sul divano, stanca e sfinita, come se le forze l'avessero abbandonata completamente in una frazione di secondo.

Rimasero così, per alcune ore, senza dire una parola, incuranti di tutto e di tutti, in fondo in fondo erano nella loro dolce dimora, quella che avevano sempre desiderato, la porta chiusa, nessuno in giro, solo loro due, i loro corpi parzialmente nudi, a testimonianza di quel liberatorio rapporto sessuale da poco consumato, non avevano obblighi di sorta, né impegni particolari, con calma sarebbero ritornati alla vita di sempre, con la conferma che il rapporto particolare, che entrambi avevano, per diversi motivi, con il caro Aldebrando Don Vito si sarebbe di lì a poco definitivamente interrotto.

La previsione di Don Vito fu quasi perfetta, nella mattinata seguente alla luna nuova si spense nel suo letto, confortato dall'unica tipologia di rapporto che si era riuscito a costruire nella sua vita, quello oneroso, basato sul comprare le persone, sia donne di piacere o scagnozzi di vario genere, certamente ci fu qualcuno che versò vere lacrime sul suo letto di morte, ma la stragrande maggioranza dei presenti all'esalazione del suo ultimo respiro fingevano clamorosamente il proprio dolore, simulando improbabili lamenti e gemiti....

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