Un inaspettato vento gelido - 4° puntata

in #ita5 years ago (edited)


Immagine CC0 creative commons

Non più di 10 minuti, e dalla stanza accanto si presenta la dottoressa del pronto soccorso, pochi passi e giunge al vostro letto, tu in fondo a destra, lei in fondo a sinistra, l'atteggiamento è tutt'altro che remissivo, capisci subito che dovrai tirare fuori le unghie, per farti intendere, non hai nessuna intenzione di sottoporre ad incerti e potenzialmente dannosi esami la tua compagna, troppo alto è il rischio che per capire qualcosa sulla causa di questa situazione critica lei sia ribaltata come un calzetto.

"Ho intenzione di trattenerla per questa notte, anzi, di ricoverarla per avere tutto il tempo di fare tutte le indagini del caso, anche se il quadro clinico è decisamente migliorato, lei rimane qui."

Ti incendi immediatamente, quello che non volevi sentire ti viene pronunciato personalmente dall'operatrice sanitaria, decidi di partire all'attacco, mostrando i muscoli.

"No, assolutamente, ce ne andiamo al più presto, se non le è stato chiaro, voi avete già fatto il vostro dovere ampiamente, vi ringrazio a nome di entrambi per quanto avete fatto, il chirurgo ha già detto verbalmente che non ci sono problemi, rimettendo la salute della mia compagna al chirurgo che l'ha avuta in cura fino adesso, per cui faccia 4 carte che firmiamo le dimissioni volontarie, e poche storie."

"La sua compagna non sta bene, non è a posto, io mi sento il dovere di ricoverarla, non lo capisce??"

"E' lei che non mi capisce, le ho detto che vogliamo andarcene immediatamente, sono già le 3 passate da un pezzo, tra meno di 4 ore potremmo già essere alla casa di cura, non è in fin di vita, lo capisce o no, che cazzo le devo dire, chiamo i carabinieri???"

A fronte di una determinazione assoluta, la dottoressa gioca l'ultima carta a sua disposizione, rivolgendosi alla tua compagna....

"E lei signora cosa dice di tutto quanto??"

"Dico che visto che abbiamo fatto gli esami, visto il parere del vostro chirurgo, voglio andare a casa, mi sento meglio e andremo dal nostro specialista di fiducia, voglio firmare le dimissioni, anche se lei è di parere contrario, qui non rimango."

La dottoressa incassa il colpo basso, si irrigidisce, capisce che ha perso la sua individuale battaglia, motivata non si sa da che cosa, si rivolge ad entrambi chiedendo se almeno lascierete finire la flebo.

"Certo, dottoressa, certamente, non la prenda sul personale, noi abbiamo apprezzato il suo scrupolo e il suo zelo, le ripeto, la ringraziamo di tutto quanto, ma capisca il nostro punto di vista, preferiamo affidarci al nostro chirurgo di fiducia, anche lei nei nostri panni si comporterebbe nello stesso modo."

Dopo 20 minuti arrivò l'infermiere con un'altra flebo, vedendo la tua fortissima carica emotiva si affrettò a dire che quella era l'ultima, e che sarebbe finita in pochi minuti, così fu, dopo un quarto d'ora l'ultima goccia dell'infusione scese nelle vene della tua compagna, alle 4 e 25 della mattina rientrate nell'ambulatorio della dottoressa di turno, che ancora non era doma....

"Io comunque rimango dell'idea di non dimetterla, lei si deve fermare qui, finché non ho fatto tutto quello che ritengo opportuno."

"No dottoressa, grazie ma leviamo le tende, basta, gli esami sono finiti, grazie ancora ma ce ne andiamo, glielo ribadisco un'altra volta, apprezziamo quanto lei ha fatto ma è il momento di dire stop, lei non ha un'idea precisa di quello che va fatto, per cui chi conosce molto meglio di lei il quadro generale della mia compagna è il suo chirurgo, che l'ha già operata 2 volte, se permette non è la stessa cosa, se non ci fosse tutto un pregresso di questa tipologia, saremmo rimasti, vista la sua preparazione, ma vogliamo andare da lui, guardi, le faccio vedere anche questo messaggio, inviato a lui personalmente un'ora e mezza fa, dove chiediamo a che ora dobbiamo andare alla clinica, non siamo sprovveduti."

Finalmente cede, finalmente alza bandiera bianca e smette di insistere, conferma la sua disponibilità che, nel caso di impreviste complicazioni prima dell'apertura della casa di cura, lei rimane a vostra disposizione, esortandovi se del caso a ritornare all'ospedale, apprezzi questo atteggiamento mentale molto professionale e la ringrazi di cuore, dopo una decina di minuti fa firmare le dimissioni volontarie alla tua compagna.

Sono le 4 e 45, riuscite a mettere i piedi fuori dell'ospedale, lei sta molto meglio, all'apparenza, salite in macchina, dopo poche centinaia di metri ti chiede di mangiare una brioche, ha fame, buon segno, pensi tu, ragionando dove trovare un bar o pasticceria ti dirigi verso un bar-pizzeria sempre aperto, quando arrivate lì la richiesta cambia, ti chiede una fornarina....

"Pensi che sia troppo??"

"No, la dottoressa ha detto che puoi mangiare di tutto, per cui se ti va una fornarina, te la prendo senza problemi."

Una fornarina per lei ed una margherita per te, 9 ore in ospedale hanno aperto anche il tuo stomaco, rientrate a casa e lei mangia di gusto 2 tranci di fornarina e un piccolo morso alla tua margherita, non vuole esagerare, vedi il sorriso sul suo viso, finalmente, dopo tanto tempo, ti illudi che il peggio sia passato, hai bisogno, avete bisogno che lei stia meglio, ti sembra una vita che non mangia più regolarmente, alle 6 vi coricate a letto con l'animo sollevato e leggero....

Continua....

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vedi il sorriso sul suo viso, finalmente, dopo tanto tempo, ti illudi che il peggio sia passato, hai bisogno, avete bisogno che lei stia meglio.

Molto profondo.
Mi sono messa in pari con tutte le parti del tuo racconto.
Complimenti.

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Sembrava la fine di un incubo, non ricordavo da quanto tempo non vedevo più quell'espressione di gioia, i giorni di sofferenza si erano orrendamente dilatati, lasciando spazio ad un dolore che pareva infinito

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