Un inaspettato vento gelido - 5° puntata

Immagine CC0 creative commons

Alle 8 sei già vigile, controlli il suo cellulare ed il chirurgo vi ha già risposto, con calma vi sentirete in mattinata, non c'è fretta, il sole ha ripreso a splendere, finalmente, hai troppa adrenalina dentro, ti alzi dal letto, incominci a telefonare a diversi famigliari, per poi chiamare direttamente il medico, lo informi che ha addirittura mangiato due pezzi di fornarina, un ottimo segnale, senti la serenità nelle sue parole, vi vedrete nel pomeriggio con calma, ormai non c'è più fretta perché il peggio è passato, ormai....

Lei si sveglia verso le 9, si sente abbastanza bene, è quell'abbastanza che non ti convince al 100%, noti un po' di sofferenza sul suo viso, ti eri illuso che tutto fosse finito definitivamente, o meglio, avevi bisogno di illuderti che tutto fosse un doloroso ricordo, mentre invece c'è una coda imprevista, uno strascico che proietta altre sinistre ombre sul suo stato di salute.

Le ore passano, il fastidio e il disagio aumentano, lei deve andare ad un funerale, non sarebbe il caso, ma ci tiene, è un qualcosa che appartiene alla prima famiglia, tenti una blanda opposizione, sai che è tutto inutile, lei ha deciso e ci andrà, l'accompagneranno alla casa di cura, dove tu l'attenderai, veloci contatti lavorativi e con un quarto d'ora d'anticipo sei già lì, il cellulare che in tante occasioni ti è servito per fare passare un po' più velocemente il tempo rimane nella tasca, aspetti solo di vederla o di sentire il suo squillo, dieci minuti prima dell'appuntamento ti chiama, comunicandoti che sarebbe partita di lì a breve, tu, per consuetudine, per scamaranzia, le fai una domanda classica...

"Come stai?!?"

"Di merda."

Quello che non volevi sentire, quello che temevi di udire, di merda significava sto come prima, l'incubo stava riprendendo forma, ma sareste stati ricevuti dal vostro chirurgo di fiducia, adesso la strada doveva per forza andare in discesa, adesso la soluzione del dilemma si sarebbe dovuta trovare, prima o poi.

Arriva qualche minuto prima delle 17, salite in reparto, il chirurgo vi riceve immediatamente, la visita, non ci sono le lastre né gli scatti dell'ecografia, ne esegue una personalmente, ha bisogno di capire meglio tutto quanto, trova delle anse distese nell'intestino, non gli piacciono per niente, lei è sofferente, molto, ha dipinto in viso tutto il suo patimento, il medico non può dimetterla, tenta una procedura d'urgenza, corre dal direttore sanitario e si attiva personalmente affinché lei venga ricoverata quella sera stessa, il quadro clinico è serio, non può rimandarvi a casa, deve prestare fin da subito le prime cure, per decidere il giorno seguente come si sarebbe proceduto.

"Non ti posso mandare a casa, ti devo prendere in carico già da questa sera, voglio vederci chiaro fino in fondo, magari domani proverò con un sondino addominale a vedere com'è la situazione direttamente in loco, intanto iniziamo a prenderci cura di te, stai troppo male."

Ci riesce, alla fine ci riesce, mille peripezie sono occorse per procurare tutti i documenti necessari per quello che a tutti gli effetti era un ricovero d'urgenza, la casa di cura non è predisposta per queste procedure, ma l'ostinazione e la caparbietà del chirurgo vengono alla fine premiate, vieni trattenuto diversi minuti in segreteria per firmare alcune carte e confermare i suoi dati anagrafici, velocemente risali le scale, ti dirigi rapidamente verso la sua stanza, ci sono dentro un paio d'infermiere, altre 2 arrivano di rinforzo, non capisci bene questo movimento, ma lo capirai purtroppo molto presto, nel frattempo inizia un breve periodo, che ricorderai per tutta la vita.....