Una lunga cavalcata - Dubbi svaniti

in #undefined5 years ago


Immagine CC0 creative commons

Le gare importanti si susseguivano in quell'autunno con cadenza settimanale, almeno fino a metà novembre c'era sempre un appuntamento collegato al famoso Calendario Provinciale oppure una gara competitiva di spessore, e quella di fine settembre, oggetto dell'odierna puntata, fu una davvero di quelle epiche.

Ci arrivai in piena ascesa di forma fisica, sembrava che non finissi mai di continuare a crescere, piccoli incrementi ormai, ma significativi ed estremamente promettenti, che mi spingevano verso un'élite del podismo che ai tempi odierni si è progressivamente diradata, a causa di molteplici fattori che non è questa la sede per analizzarli dettagliatamente, è sufficiente ricordare che quei miei tempi di 25 anni fa rappresentavano l'inizio di un livello medio-alto, oggi sarebbero tempi a livello locale decisamente interessanti, per un elevato appiattimento dei valori.

Ultima domenica di settembre '93, gara provinciale a circuito, 3 giri di 3,020 km, per complessivi 9,060 km, misurati e certificati, c'era veramente il creme della creme del podisto locale e non, erano premiati i primi 80 della categoria Amatori, comprendente l'intervallo di tempo dai 16 ai 49 anni, per piazzarsi entro quella magica ottantina occorreva viaggiare a ritmi prossimi ai 3 minuti e 30 secondi al km.

Avvio sprint, ma dopo poche centinaia di metri ero già verso la 50esima posizione circa, al primo giro transitai in 93° posizione assoluta, occorreva togliere qualche Veterano (over 50 anni), tempo di transito 10' e 40", veloce ma non sufficiente per l'attacco agli 80, nel secondo giro feci un mezzo miracolo, nei tremilaeventimetri di ciascuna tornata era presente una salita corta ma impegnativa e una discesa con una discreta pendenza, per cui sferrai un robusto attacco in salita, il terreno a me meno congeniale, che mi fece recuperare qualche posizione, completando l'opera con una discesa corsa a ritmi forsennati, al termine del secondo giro mi contarono in 82° posizione, probabilmente ero dentro alla magica 80ina, anche se la stanchezza stava affiorando di brutto, il tempo non mentiva, il mio miracolo fermò la rilevazione del crono su di un 10' e 24" che aveva fatto la differenza rispetto al giro precedente, 16 secondi in meno erano un abisso, in considerazione anche del fatto che era il secondo passaggio, ritmo di quel giro 3 e 26!!!

Inizia il terzo giro, si attacca per l'ultima volta la salita, dovetti cedere una posizione ad un vero specialità delle arrampicate, ma mantenni quasi il suo passo, era drogante ed inebriante quello che stavo sentendo, non avevo mai provato sensazioni del genere prima di allora, era tutto semplicemente stupendo ed inverosimile, anche se dannatamente reale.

Discesa, era il momento di saldare i conti con tutti quelli con cui era possibile interagire, recuperai una buona cinquantina di metri, risucchiando 3 atleti, mettendoli dietro di me di qualche passo, mancavano ancora 8-900 metri al traguardo, era un'odissea, perché sentivo le forze calare secondo dopo secondo, strinsi i denti, attaccandomi al piccolo drappello di 4 atleti (me compreso) che si era formato, prima curva ancora tutto invariato, segnale di 500 metri mancanti (era una gara eccezionale per la cura e l'organizzazione anche dei più piccoli particolari..) superato e si incomincia a formare un piccolo distacco tra me ed i tre, feci appello a tutte le mie forze residue, dovevo poter arrivare in zona Marco, l'ultimo tratto di gara era perfetto e congeniale alle mie caratteristiche, curva a poco più di 90 gradi, sufficienti per far calare la velocità, poco più di 100 metri all'arrivo da quel punto, e volata secca da effettuare, una libidine, il problema era far scorrere quei 300 metri indenni, i 3 mi conoscevano poco, non ci eravamo mai incrociati fino ad allora, solo uno disse una frase sibillina...

"Ehi, è il fratello del povero ...., non ci farà una volatona come lui?!?!"

Tentarono un piccolo allungo, sentivo la muscolatura delle gambe tese fino all'inverosimile per rispondere all'ulteriore piccola ma dolorosa impennata di ritmo, serrai i denti e rimasi lì, ad un paio di metri, curva ormai imminente, la interpretai al meglio, uscendo esattamente a quel paio di metri di distanza, ma furono sufficienti qualche falcata per chiarire lo stato dei fatti, con le quali li affiancai, e guardandoli negli occhi dissi loro:

"Non sono lui, ma non sono assolutamente fermo", cambiando ulteriormente passo incrementando al massimo la frequenza e la potenza li lasciai sul posto, proiettandomi verso l'ottantesima posizione assoluta e la settantaquattresima di categoria, con il cuore a mille per la gioia e per il ritmo pulsatorio, tempo finale 31 minuti e 38 secondi, 3 minuti e 30 al km, quello che occorreva per essere lassù, nei primi 80, quello che feci, ma era tutto ancora così bello e fantastico che la frase mi sembrava essere in un sogno si adattava perfettamente a me....

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