Una lunga cavalcata - Nota dolente

in #ita5 years ago

Si sa, nella carriera di qualunque atleta ci sono dei momenti belli e dei momenti meno piacevoli, oggi vi voglio parlare di una delle rarissime volte in cui ho rischiato seriamente di ritirarmi da una competizione...

Durante l'anno della prima Rimini-San Marino non ricordo nulla di degno di essere menzionato, per cui passo direttamente all'anno successivo, sempre parlando della medesima manifestazione.

Un anno in più, preparazione più curata, convinzione nelle proprie forze, ero sicuro di fare meglio rispetto al tempo dell'anno precedente, per cui partii con progetti bellicosi, memorizzando nella mia mente i tempi di alcuni passaggi intermedi ottenuti sul percorso.

Subito compresi che qualcosa non andava per il verso giusto, avevo bene in testa 4 tempi intermedi, distanziati di 5 km ciascuno, e già al primo passaggio avevo lo stesso tempo ma ero molto affaticato, al secondo passaggio ero dietro di una ventina di secondi ed al terzo sfioravo il minuto, ma il vero problema doveva ancora manifestarsi...

Al 15 km incominciava la vera e propria salita, e dopo solo un km di asperità sentii il bisogno di alternare la camminata alla corsa, fatto insolito perché l'anno precedente avevo sempre corso, i tempi subirono subito un brusco rialzo, ma il peggio era caratterizzato dal fatto che la stanchezza mi assalì pesantemente, al punto tale che se avessi visto mio padre fermo sul percorso sarei salito in macchina, ritirandomi dalla gara.

Sì fosse fatto vedere una sola volta, sparito dalla partenza e mai visto da nessuna parte, forse fu un segno del destino, che voleva temprare e forgiare la mia resistenza agli stress negativi, in ogni caso dovetti abbassare la testa e fare il classico "Buon viso a cattivo gioco", salendo lentamente verso San Marino.

Il quarto e ultimo parziale era già un chiaro segnale di coma profondo, un ritardo di ben 12 minuti, ed il passivo salì a 23 minuti sul traguardo, riuscendo solamente a rimanere di poco sotto alle 3 ore come tempo di percorrenza, 2 ore e 57 minuti precisamente, l'unico lato positivo fu quello che non mi ritirai, a tutt'oggi nella casella dei ritiri c'è ancora un bello Zero, nel mio piccolo e modestissimo palmares.

Un fugacissimo sorriso comparve sul mio viso mentre superavo il traguardo, nulla a che vedere con la smagliante apertura a 32 denti dell'anno precedente, ma ero in ogni caso contento che la sofferenza fosse terminata, il senso di sfinimento che quella competizione mi lasciò durò per qualche giorno, anche se il recupero muscolare a quei tempi aveva quasi del miracoloso, ma lo schiaffone fu abbastanza serio, per cui mi presti un periodo di un buon mesetto in cui non passai mai la soglia dei 22 km di percorrenza giornaliera, né in gara né in allenamento.

Continua...

Foto di mia proprietà, scattata con il mio smartphone, oggi tempo variabile, aspettando la prossima perturbazione che arriverà entro 48 ore, che stagione balorda....

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