INTRODUZIONE AL MOVIMENTO MAKER

in #ita5 years ago (edited)

Ultimamente si sta utilizzando molto il termine “maker” in diversi settori come il tecnogico, artistico o educativo.
La traduzione letterale del termine è “colui che fa” .
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Pic by Wikipedia

Colui che fa che cosa? Il termine puó riferersi a colui che fa qualsiasi cosa, digitale o fisica, di fatti il termine ha le sue origini nella cultura DIY (Do It Yourself, Fai da te).
Gli autori Kuznetsov y Paulos, definiscono il fenomeno DIY come “qualsiasi creazione, modificazione o riparazione di oggetti senza l'aiuto di professionali remunerati”.
La differenza principale con il movimento DIY è l'uso di hardware libre e di internet come fonte principale di informazione e comunicazione in un ambiente collaborativo.

“Un maker è una persona che prova piacere facendo cose tangibili, con una grande curiositá e con un profilo multidisciplinario in generale..”
Studio Fundación Orange (Casi) todo por hacer, (Quasi) tutto da fare

Il boom di Internet stimoló l'emergere dei prosumers, utenti che consumano e generano contenuti allo stesso tempo. In siti come Instructables.com o Hackster.io si possono trovare migliaia di progetti e tutorial per realizzare gli oggetti più svariati. Essere in grado di produrre, riparare o riciclare beni è un mezzo per dare potere alle le persone. Un riflesso di questo concetto è il Self Repair Manifesto.

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Pic by iFixit

I principi della controcultura hacker, incentrati principalmente sul software, hanno anche servito da pilastro per lo sviluppo futuro del movimento maker.

“La cultura maker contemporanea non si preoccupa solo delle tecnologie aperte di Internet e del digitale, ma anche di oggetti fisici del disegno di artefatti, sensori e connettori in rete che uniscono il mondo digitale a quello fisico. Mentre la precedente cultura hacker riguardava il codice e il funzionamento di Internet, questa nuova cultura maker riguarda il design dell'hardware e il funzionamento delle tecnologie che rendono possibile l'Internet of Things. ”.
Silvia Lindtner, 2014

La diffusione del termine makers, finalmente, avvenne con la pubblicazione, da parte di Dale Dougherty della rivista tecnologica Make e creazione nel 2005 e delle Makers Faires l'anno dopo, fiere dove esporre progetti, celebrata anche nella Casa Bianca.

Raspberry Pi , Arduino o RepRap sono i principali progetti di hardware libero che, grazie al loro basso costo, si sono diffusi tra gli utenti che condividono i loro progetti e creazioni contribuendo allo sviluppo della comunitá.
Parleró piu in dettaglio di questi progetti in un altro post.

Un altro fattore importante che ha contribuito allo sviluppo del movimento è stata la comparsa degli spazi di fabbricazione digitale comuni (Fab Lab, Makerspace, TechShop) dove gli utenti possono utilizzare il materiale elettronico o macchine come stampanti 3D, tagliatrici laser CNC, mentre imparano a utilizzarle collaborativamente grazie allo sviluppo di progetti concreti.

FAB LABS
Nel 2001 il professore Neil Gershenfeld, direttore del Center for Bits and Atoms del MIT (Massachusetts Institute of Technology), inizió a impartire un corso chiamato “How to Make Almost Anything”, "Come fabbricare quasi qualsiasi cosa". L' elevata domanda di questo corso portó alla creazione del primo laboratorio di fabbricazione digitale dentro del campus universitario, dove gli studenti potevano realizzare e condividere i propi progetti.

Come esperimento sociale, si replicó il progetto in altri ambienti non accademici, creando un laboratorio nel South End Technology Center di Boston per favorire le competenze tecnologiche di giovani svantaggiati. Il progetto si propagó rapidamente in tutto il mondo tramite una rete di laboratori avvallati dal MIT che condividono principi (Fab Charter), risorse e inventario, rendendo possibile il lavoro in gruppo tra i vari laboratori sparsi per tutto il mondo.

In Spagna esiste il Green Fab Lab, spazio condiviso con tecnologia in grado di fabbricare “quasi qualsiasi cosa”, da energia, tramite fonti rinnovabili, a alimenti, tramite sistemi innovativi come la aquaponia, rendendo lo spazio autosostenibile.
Mappa dei Fab Lab in Italia

Video: Fablab Roma Makers, economia participativa a Garbatella.


MAKERSPACE
I makerspace sono spazi molto simili ai FabLab con regolamenti generalmente piú aperti che consentono agli utenti di decidere se condividere le propie creazioni o no. Di solito si costituiscono come organizazzioni no profit come nel caso del Makerspace Madrid, autore del Manual de Supervivencia Maker.
In Italia troviamo Famo cose a Roma o We Make a Milano.

TECHSHOP
È un franchising americano che chiuse le sue porte nel 2017, autore del " “Manifesto Maker” ampliamente accettato dalla comunitá.
Lo spazio offriva l'uso delle installazioni, seminari e corsi pagando di una cuota di socio.
I punti princiapali del manifesto sono:

Fare è qualcosa di fondamentale per ciò che significa essere esseri umani. Dobbiamo fare, creare ed esprimerci per sentirci completi. C'è qualcosa di particolarmente unico nelle cose fisiche. Queste cose sono come piccole parti di noi stessi e incarnano parti delle nostre anime.

Condividere ciò che hai fatto e ciò che sai fare con gli altri è il metodo con cui un makers raggiunge una sensazione di completezza. Non puoi fare e non condividere.

Dare/Offrire. Ci sono poche cose cosí disinteressate e soddisfacenti come dare via qualcosa che hai fatto. L'atto del fare mette una piccola parte di te nell'oggetto. Consegnare questo oggetto a un'altra persona è come dare a qualcuno una piccola parte di te stesso. Questo genere di cose sono spesso i nostri beni più preziosi.

Devi imparare a fare. Dovresti sempre cercare di saperne di più su cosa fare. Potresti diventare un ufficiale o un maestro artigiano, e anche così continuerai a imparare, vorrai imparare e spingerti a imparare nuove tecniche, materiali e processi.
Costruire un percorso per l'apprendimento permanente garantisce una vita ricca e confortante, che ti permetterà di condividerlo con gli altri.

Equipaggiati. Devi avere accesso agli strumenti giusti per il progetto su cui stai lavorando. Investi e accedi localmente agli strumenti di cui hai bisogno per fare ciò che vuoi. Gli strumenti per fare non sono mai stati più economici, semplici o potenti di oggi.

Gioca e scherza con quello che stai facendo. Sarai sorpreso, emozionato e orgoglioso di ciò che scoprirai.

Partecipa. Unisciti al Movimento Maker e contatta le persone intorno a te che stanno scoprendo la gioia di fare. Organizza feste, eventi, giornate, fiere, mostre, corsi e cene con e per gli altri makers della tua comunità. Questo è un movimento e richiede quindi supporto emotivo, intellettuale, finanziario, politico e istituzionale. Siamo la migliore speranza per migliorare il mondo e siamo responsabili della creazione di un futuro migliore.

Cambia. Abbraccia il cambiamento che si presenterà naturalmente mentre navighi come un agente. Dal momento che fare è qualcosa di fondamentale per l'essere umano, diventerai una versione più completa di te stesso.

Mark Hatch CEO, TechShop

CULTURA MAKER EN EDUCACIÓN
La metodologia dell'apprendimento attivo basato in progetti e l'apprendimento informale e collaborativo tra pari, propia dei makers, è sempre più utilizzata nelle aree accademiche e oggi possiamo contare con spazi maker fin dalla scuola elementare.

Vi lascio con questo video sulla realtá dei FabLab in Italia e sull'importanza che rivestono nel settore produttivo.

FabLab, l'impossibile diventa possibile - L'Italia Rinasce da loro


Referenze:

Sort:  

Bel post! Credo che questo tipo di iniziative sia molto interessante, soprattutto se si considera la sua essenza contrapposta al consumismo ad ogni costo, in cui ogni bene è specificatamente progettato per esaurirsi velocemente in modo da essere sostituito sempre in meno tempo. In un mondo in cui l'uomo sta via via depredando ogni tipo di risorsa naturale, sarebbe bello vedere crescere in maniera esponenziale questo genere di iniziative, che oltre a ridurre lo sfruttamento di ciò che la natura ci offre in maniera cannibalistica, contribuirebbero a migliorare anche il rapporto che le persone hanno con le altre persone, attraverso l'interazione e la condivisione di idee.

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Mia nonna (85 anni) ha un frigorifero Zoppas da circa 60 anni, funziona quasi benissimo.
Il consumismo ci ha insegnato l'usa e getta, le aziende hanno bisogno di vendere e si sono adeguate passando a costruire cose a durata limitata per sopravvivere. D'altro canto, la tecnologia è fragile e come un organismo, che più è complesso più facilmente si ammala, pur sapendo fare cose meravigliose va incontro a morte per usura e/o obsolescenza molto rapidamente. Speriamo un giorno di trovare un buon compromesso!

Concordo pienamente.

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