La Luna Grigia di Rak-Thul - Capitolo 2 - Il verso dei tamburi

in #ita5 years ago (edited)


Ciao a tutti! Bentornati sul mio profilo Steemit.
L'ultima volta ci siamo lasciati con leggende e desideri di libertà, ma ora cosa accadrà al nostro protagonista? Ecco a voi il secondo capitolo del regno della luna grigia.

Selenya: La Luna Grigia di Rak-Thul

Capitolo 2 - Il verso dei tamburi


Era notte fonda e la luna rossa era alta nel cielo. Io non riuscivo a dormire, sia per la mancanza di sonno che per i rumori che venivano dal bosco.
CLING - CLANG, TUM - TUM, erano i suoni più comuni che fuoriuscivano da dietro quegli imponenti alberi.
Quella notte, però, uscii dall’accampamento, non per andarmene, ma solo per curiosare.
Torcia alla mano cercai di scrutare all’interno del bosco buio; quello che si vedeva erano solo piante rampicanti, cespugli di rovi e tronchi massicci.
L’istinto mi diceva di non andare oltre, ma il mio desiderio di conoscenza fremeva.
Fu così che mi addentrai con qualche passo verso l’interno.
La prima cosa che notai era il cielo che non si vedeva; era tutto oscurato da una fitta copertura di edera che passava da un albero all’altro come se fosse tutt’uno con la vegetazione circostante. Abbassai lo sguardo e mi fermai a fissare piccoli funghi rossi maculati e una sorta di melma grigia gocciolante che grondava dalla cima di una grossa quercia. Appena mi girai, però, mi accorsi di essere nei guai.
Dietro di me, una massa informe di quella sostanza melmosa, alta quanto la mia scarpa, mi aveva circondato. Si stava muovendo come se avesse avuto vita propria. Ero spaventato: con un salto la scavalcai, ma caddi a terra. Prima che riuscissi ad alzarmi, però, la melma si espanse sulla mia scarpa, dandomi una sensazione collosa e urticante.
In quel momento nella mia testa risuonò una frase: Garnatia Tellos Interim. Più e più volte rimbombava nelle mie tempie mentre, scalciando, cercavo di liberarmi da quella sostanza.
Fu così che riuscii a liberarmi agguantando un ramo basso di una grande quercia; con una certa fatica, riuscii a rimettermi in piedi.
La melma ricominciò a seguirmi ma, per fortuna, non ero più circondato. Con un certo impeto, infatti, volai letteralmente fuori nella radura.
Dall’esterno vidi che il grigiume si era fermato proprio alla soglia del bosco. Non sapevo cosa fosse, ma di certo mi aveva spaventato, rendendomi stremato.
Con passo lento e zoppicante corsi nella mia tenda e mi tolsi la scarpa. Parte del piede mi faceva male e, come sospettavo, c’era una leggera abrasione. L’unica soluzione fu quella di mettermi sul letto nella speranza di prendere poi sonno.



Il bosco delle catene (CC0 public domain)

Garnatia Tellos Interim… Garnatia Tellos Interim… Garnatia Tellos Interim… Eccoti…"
Mi svegliai di colpo, rendendomi conto che stavo sognando. Di nuovo quelle parole avevano sibilato nella mia mente, ma al risveglio mi accorsi che era tutto finito.
Era giunto il mattino e il sole era già alto nel cielo. Non mi ero reso conto di aver dormito così tanto; probabilmente era per via della ferita al piede che ora sembrava essersi parzialmente cicatrizzata. Mi alzai in piedi e andai all’esterno della tenda. Il vecchio e i miei amici stavano lavorando la terra, ma nessuno di loro aveva ancora proferito parola.
“Irenia, Paulie, buongiorno. Perché non mi avete svegliato?” mi rivolsi ai miei due amici.
“Stupido. Dovevi per forza andare nel bosco?” Irenia mi guardò furioso.
“Come fai a saperlo? Cosa c’è di male?” Li guardai titubante.
“Chiedilo al vecchio. Ci metterai tutti nei guai”. Mi voltai verso il vecchio e mi diressi da lui.
“Eccoti qui, Vrynn. Perché mi hai disubbidito?” Anche lui mi guardò scontroso.
“Non sapevo… Ho sentito i soliti rumori… Non riuscivo a dormire…” Cercai di spiegare.
“E quindi? Se ti dico di non curiosare devi stare al tuo posto! Qui funziona così e ora mi stai causando molti problemi.” In quel momento non riuscii a capire. Infatti tacqui e attesi delucidazioni.
“Stanotte le sacerdotesse di Thul mi hanno chiamato nel sonno. Hanno detto che uno di noi ha cercato di oltrepassare i confini dell’accampamento. Mi hanno detto che stavamo violando il patto. E ora… Beh... Entro sera saranno qui.” Non conoscevo nessun patto. Perché non sapevo nulla? Eppure Irenia e Paulie non sembravano essere stupiti da quelle parole. Avevo vissuto nell’accampamento molti anni, ma non avrei mai creduto che ci fosse qualcosa che non conoscevo e che a quanto pare non dovevo conoscere.

“Perché non mi hai mai parlato di questo patto? A quanto pare sono l’unico ad esserne all’oscuro.” Il vecchio mi sembrava contrariato, ma decise di rispondermi ugualmente.
“Vedi Vrynn, a volte certe cose si fanno per proteggere le persone. Sin da quando eri piccolo, da quando ti trovai, sei sempre stato un ragazzo curioso. Se tu lo avessi saputo, sono certo che non saresti stato d’accordo. Sono certo che saresti scappato e poi, uno con… I tuoi occhi…”

“Uno con i miei occhi, cosa? Ora avere gli occhi azzurri è una colpa?” risposi alzando i toni.
“Vedi di calmarti, Vrynn.” Paulie mi mise una mano sulla spalla, per poi riprendere il discorso.
“Non so da dove provieni, ma qui nel regno, nessuno ha gli occhi azzurri. Ti ricordi di tutte le volte che giocavamo a nascondino durante le visite delle sacerdotesse?” Iniziavo a comprendere.
“Mi stavate forse nascondendo da loro? Ma perché…”
“Ragazzo, potrebbero usarti come cavia. Potrebbero usarti per i loro loschi fini… Sarebbe meglio che tu te ne fossi andato stanotte. Ora sanno chi sei e ti prenderanno.”
Un brivido mi scosse la schiena. Iniziai a preoccuparmi e a capire che non avevo più molto tempo da passare nell’accampamento.
Dopo quelle spiegazioni che mi aprirono gli occhi, pranzammo con le verdure che gli abitanti dell’accampamento avevano raccolto. Un silenzio tombale si stanziava tra noi, ma probabilmente era la paura che iniziava ad insinuarsi.
Anche il pomeriggio con il sole rovente sembrava essere morto, una luce rossa e potente che con fatica oltrepassava la nebbia serale che si formava. Mi misi in camera a pensare, ma l’unica idea che avevo era quella di fuggire. Fuggire lontano. Ma come? Se fossi scappato, le persone a me care avrebbero avuto problemi. E se fossero morte? Ovvie domande mi stavano pulsando in testa, almeno finché Irenia non le fermò entrando nella tenda per parlare.
“Vrynn, devi scappare da qui.” Mi alzai dal letto.
“Non posso. Non so cosa possa accadervi se scappassi. Non voglio che vi facciano del male.” Irenia sorrise. “Tranquillo, abbiamo un piano.”

I dettagli furono grossolani, ma l’idea di base era buona. Prima di iniziare salutai tutti e attesi che il mio bagaglio fosse pronto. Ci misero al suo interno di tutto: dal mangiare, alle torce con pietre focaie, a vestiti di ricambio, addirittura una fionda. Sembrava che dovessi andare in gita per qualche giorno. Ci sorrisi sopra, ma capii subito che non c’era più niente da ridere.
Erano arrivate.

Tum - Tum - Tum. Avevo sempre creduto che fossero tamburi, ma quando li vidi da lontano feci due passi indietro. Quattro sacerdotesse arrivarono lungo il loro tappeto di edera, mentre al loro fianco si notavano quattro uomini con lunghi arti muoversi a quattro zampe bendati. Erano magri all’inverosimile e avevano spesso la lingua di fuori. L’unico suono che veniva fuori dalle loro bocche era Tum - Tum - Tum. Capii subito che i famosi tamburi della leggenda erano loro.

Continua...


Sono arrivate le sacerdotesse e quelle strane creature chiamate "tamburi". Per Vrynn pare che inizino i problemi ma, a quanto sembra, i suoi amici hanno una soluzione. Cosa accadrà? Beh, lo scoprirete nella prossima puntata!
Alla prossima!

Selenya: Le sei ombre della Luna - Presentazione e Contest

Selenya: Disegnatore Ufficiale per "Le sei Ombre della Luna" - Contest Artistico

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La Luna Blu di Kasiha by @kork75
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Cap. 1: Concentrazione e addestramento
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Cap. 2: Il viaggio

La Luna Grigia di Rak-Thul by @mirkon86
Capitolo 1: Leggenda e curiosità


Sort:  

Inquietante i tamburi umani, si preannuncia una dura giornata per Vrynn. Bel lavoro :)

Grazie ^^, diciamo che non sembrano troppo simpatici.

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