8 22 45 [parte2]

Oggi continuo la narrazione di un aneddoto che mi ha visto protagonista 20 anni fa, nelle vesti di un bambino di 8 anni. Con questo partecipo al contest "numerico" di Fulvia Perillo. Per chi si fosse perso la prima parte lascio questo link.
Buona lettura!

14 Agosto 1998
Siamo al secondo giorno di Palio e la sveglia suonava presto: la prova delle 8 non avrebbe atteso e soprattutto il gruppo cittini non avrebbe mai potuto fare a meno di me!!! Ero eccitato come una trottola all'idea di incontrre nuovamente i miei amici e trascorrere una giornata ludica con loro.
Mi vestii ed in fretta e furia uscimmo con mia mamma di casa.
Dovevamo passare a prendere prima il pane e poi diretti alla fermata dell'autobus. Il panificio era affollato come non mai. Ci toccò il numero 45 e fortunatamente non avevamo molti numeri davanti: uno solo però bastò per farci fare tardi. Una signora indecisa se prendere un tipo di pane o l'altro, riuscì a farci sfilare davanti il pollicino che ci avrebbe portato a Porta Ovile in orario per la prova. Lo vedemmo sfrecciare rapido davanti a noi, il numero 8, ed a fronte delle nostre urla e del nostro sbraitare, scelse comunque di non fermarsi.
Attesi con mia mamma alla fermata l'arrivo del pollicino successivo, ma quando arrivai nel Nicchio, la contrada era deserta: i bambini erano ormai in piazza ed i dormiglioni, sicuramente più furbi di me a queso punto, a letto. Non ero riuscito ad azzeccarne neppure una.

_{CC3 Creative Commons}

Mi guardai la prova nel televisore della contrada da solo ed attesi con fermento il ritorno dei miei amici: al loro arrivo fu come i giorni precedenti e come se nulla fosse accaduto. Ma sapevo che perdersi una prova voleva dire molto per me: da senese, seppur bambino, sono un amante dei cavalli e vederli correre nella piazza per me è una grande emozione. Lo era e lo è anche oggi.

Il pomeriggio filò rapidamente e la calura di mezza estate la si percepì limitatamente: la parola d'ordine era giocare e riposarsi all'ombra degli ulivi, parlando del più e del meno. Attesi la prova della sera a braccia aperte, per pestare nuovamente il tufo di piazza e per ascoltare nuovamente i canti contradaioli riecheggiare tra i palazzi. Ogni volta che vedevo in contrada ed in piazza il nostro Re Artù, per me era una grande gioia e mi tornava a mente quel numero 22 disegnato nel posteriore.
Un altro giorno di Palio arrivava alla conclusione e andai a letto con la consapevolezza che il giorno dopo non ci saremmo rifermati a comprare il pane...o per lo meno lo avremmo fatto prima di quella signora.

15 Agosto 1998
Quel giorno che in tutta Italia si festeggia Ferragosto, a Siena è il giorno della prova generale: il giorno in cui non c'è più tempo per le prove ed in cui ciò che è stato fatto è stato fatto. Il giorno della vigilia della Carriera. Nei cuori dei più grandi sale l'ansia della Carriera imminente, mentre per noi bambini era un giorno come gli altri. Anzi, si avvicinava il giorno in cui sarebbe finito tutto e la scusa per ritrovarsi in contrada non sarebbe piú stata il Palio.
La mattina obbligai mia mamma a non fermarsi al panificio: troppa coda e troppo grande il rischio di perdere nuovamente il pollicino.
Meglio senza pane che senza prova. Salimmo nuovamente su quel piccolo autobus in cui risaltava proprio il numero 8: mio alleato nel condurmi verso la contrada ed allo stesso tempo mio nemico con la sua fretta del giorno precedente.
La mattina nel Nicchio trascorse come i giorni precedenti e la prova non segnò grandi ricordi nella mia mente.
L'ora del pranzo arrivò e mi ricordo come non trovassi prima il mio borsellino per pagare il pasto e in seguito, dopo averlo ritrovato sotto un monte di felpe, questo avesse al suo interno solo 8.000 lire. Insufficienti per il pranzo. Gli adulti che ci tenevano d'occhio mi prestarono quanto mancasse per raggiungere la somma. Ancora quel numero 8 che mi ronzava nella testa, disturbandomi!!!

La sera della prova generale la piazza, come ogni volta, si popolò di turisti, arrivati numerosi ad ammirare la parata dei Carabinieri a cavallo prima della prova. Ero emozionato ed insieme aglia altri bambini eravamo in fermento nell'attendere che la truppo dei Carabinieri partisse alla carica: la divisa indossata da quegli uomini dava un grande fascino all'intera giornata.

_{CC2 Creative Commons}

Allo stesso modo veder correre sul tufo i 10 barberi (termine con cui si identifica l'accoppiata fantino-cavallo) era altrettanto emozionante. Tornati in contrada poi arrivavò il momento del servizio: la sera della prova generale i bambini servono i più grandi e gli invitati che sono a cena. Una cena alla quale nel Nicchio partecipano centinaia di persone. Essendo un'area molto grande (Piazza S.Spirito) ci sono vari gruppi che gestiscono varie tavolate: a me fu assegnato inizialmente il settore 23 A, salvo poi essere dirottato tipo marionetta, nel padiglione 22. Fui felice, perché percepii quel gesto come un segno divino.

La cena si prolungò fino a tardi e io stanco ancora una volta me ne tornai a casa, addormentandomi a più riprese in macchina. L'indomani era il giorno del Palio e la mattina mi sarei riposato, in vista di una Provaccia (la prova della mattina del Palio) che a nessuno interessa poi molto. Me compreso.

...continua...

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