8 22 45 [parte3]

Oggi continuo il mio aneddoto con il quale partecipo al contest "numerico" di Fulvia Perillo. Per chi si fosse perso la prima parte lascio questo link; questa è invece la seconda parte: link.
Buona lettura!

_{CC2 Creative Commons}

16 Agosto 1998
La mattina del Palio è d'obbligo per ogni bambino, soprattutto se ha fatto tardi la sera prima, dormire un po' più del solito. Ma io ero agitatissimo ed a casa era in fermento già da inizio mattinata. La contrada mi attendeva e gli altri bambini anche: non potevo farli aspettare molto.
Il ritrovo era solitamente alla stalla, dove il cavallo solitamente dopo la prova viene portato per essere pulito ed accudito. Guardavo quell'animale dalla possente struttura: era splendido con il suo colore scuro. Credevo in lui!!!
L'accoppiata fantino-cavallo era una delle migliori ed a sentire dalle chiacchiere di contrada avevamo buone speranze di vittoria. Nel Palio è comunque importante sottolineare come le razionali probabilità di vincita si scontrino con un nuomero infinitamente grande di altre probabilità. Essere favoriti era quindi un bene, ma niente ci avrebbe dato un vantaggio la sera stessa.

Il pomeriggio di tensione non fu caratterizzato da molti giochi tra bambini: il pomeriggio che precede il Palio si contraddistingue di silenzi, di preghiere e di canti. Quasi come se si andasse ad una battaglia, il coinvolgimento dei grandi è massimo ed anche i bambini non possono far altro che notarlo ed adattarsi.
Mio babbo scelse insieme a me di rimanere in contrada a vedere la Carriera, poiché in piazza per un bambino di 8 anni, oltre ad essere vietato, è anche pericoloso per gli eventi che si possono verificare e per il numero di persone che orbita intorno alla pista.

La posizione di partenza rivoluzionò completamente il pronostico: da favoriti quali eravamo, finimmo di rincorsa, ovvero dietro a tutti, nella posizione più svantaggiosa di tutti.
La corsa fu un'altra cosa: mi ricordo come ne vidi solo una breve parte, poichè molti adulti al momento della partenza saltarono in piedi e crearono di fronte a me un muraglione enorme, impedendomi di vedere la TV.
Mi ricordo solo che arrivammo primi e con il mio babbo, una bandiare in mano e tante sue lacrime corremmo in piazza a festeggiare la vittoria!!! La numero 45 del Nicchio nella sua storia lunga 4 secoli.
Il primo Palio (ed ad oggi l'unico) che ho visto vincere dalla mia contrada.

_{CC4 Creative Commons}

Trascorsero giorni infiniti di canti e cenini in contrada: giorno dopo giorno continuamente riecheggiavano nella mia mente fanciullesca i tre numeri che mi avevano accompagnato fino a quel momento: 8-22-45. Ne parlavo con gli altri bambini che ad intermittenza mi deridevano definendomi pazzo ed a loro volta si inventavano storie di numeri.

Una sera tornai a casa e raccontai la storia di questi numeri al mio babbo ed alla mia mamma: in primis mi dettero poco ascolto, dandomi ragione, ma lasciando finire lì la questione. Passarono altri giorni, passarono i mesi e mi feci l'idea che quei numeri avessero un significato, soprattutto se abbinati a qualche lotteria: mia mamma, che non è mai stata una grande scommettitrice, in giro per le sagre di paese nelle varie lotterie sceglieva quei numeri, ma ogni volta tornavamo a mani vuote.
Poi una sera di dicembre, a casa di mia nonna, guardando l'estrazione del lotto e controllando i numeri sorteggiati, mi venne in mente di scommettere su quei numeri proprio in quel gioco nazionale. Lo proposi a mia nonna e come tutte le nonne del mondo non seppe dirmi di no.
Passarono i giorni, passarono le settimane e mia nonna mi diceva che la prossima volta avremmo giocato. Arrivò così il Natale e le chiesi se avesse giocato quei numeri. Mi promise che li avrebbe giocati nell'ultima ruota dell'anno, quella del 30 dicembre, sulla ruota di Napoli, poiché così la sorte partenopea ci avrebbe portato fortuna.
Mi fidai. E feci bene!

http://www.estrazionedellotto.it/risultati/archivio-lotto-1998.asp

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