La MIA gioia

_{Nel post di oggi vorrei raccontare alcuni aneddoti che hanno come protagonista Mia, per poi concludere con una piccola riflessione sui nostri animali a quattro zampe. I nostri compagni di vita.
Con questo elaborato voglio quindi proporre la mia entry per il contest settimanale per @spi-storychain, in cui il vincitore della scorsa settimana ha proposto come tema: animali a 4 zampe e come ambientazione: appartamento/giardino.
Buona lettura!}

Nella primavera di quattro anni fa insieme alla mia fidanzata abbiamo deciso di adottare un piccolo cagnolino che potesse vivere tranquillamente in appartamento, senza che si corresse il rischio che per la sua stazza o per la sua iperattività potesse distruggere l'intera casa.
Scegliemmo così di optare per un cucciolo di Cavalier King Charles Spaniel: una razza estremamente docile, buona e inoffensiva. All'allevamento al quale andammo erano presenti tanti cuccioli, nati da alcuni mesi. Si dice che sarà il cagnolino a scegliere te, così che l'empatia tra padrone e cane sia fin da subito ricambiata: il primo cucciolo che venne in contro fu un maschio. Un esemplare simpaticissimo, per la sua goffaggine e per il suo essere pacioccoso.
Federica, la mia fidanzata lo scelse subito e fu amore a prima vista: era un maschietto e gli venne dato immediatamente il nome Giotto. I cuccioli hanno sempre il loro fascino, ma le donne a loro volta hanno un diavolo per capello. Quel cucciolo, forse per la troppa responsabilità che portava in grembo, non poteva fare al caso nostro e di conseguenza lo avremmo trascurato troppo. Decidemmo così di riportarlo all'allevamento ed a malincuore tornare a casa a mani vuote.
La narrazione di questo evento è riassunta in poche righe non per la poca voglia da parte mia di raccontarla, ma per l'effettiva rapidità con la quale portammo Giotto a casa e lo riportammo all'allevamento: sarà durata qualche ora la permanenza del cucciolo tra le mura casalingue (questo per "esaltare" lo spirito con cui la mia fidanzata prende le decisioni). Conoscendo comunque "i miei polli" non avevamo ancora preso definitivamente il cucciolo, ma ci eravamo solo limitati a prenderlo "in prova" (tipo automobile...) prima di confermare l'acquisto o meno.
Tornammo così a casa a mani vuote e con il grande dispiacere di non aver avuto un piccolo compagno di avventure con cui condividere la nostra vita. La motivazione principale per cui non adottammo nessun cucciolo era anche perché a noi piaceva di più una femmina, e l'unica che quell'allevamento aveva a disposizione ci fu detto essere già stata prenotata e venduta.
Ritornammo al canile e con un'insistenza amichevole cercammo di convincere il proprietario a venderci questo cucciolo femmina: sembrava un assedio, alla fine del quale fu costretto a concedercela. Ci spiegò anche che in realtà questa femmina non era stata venduta, ma l'avrebbero tenuta loro come fattrice per le prossime cucciolate.
Felici della nostra conquista, tornammo a casa con un pezzetto di cucciolo: MIA.

Era uno scricciolo in confronto ad ora: in particolar modo era snella e magra e non aveva tutto il pelo che invece contraddistingue proprio i Cavalier.

Sono quattro anni che vive con noi ed ormai è diventata un elemento imprescindibile della famiglia: ogni telefonata è sempre caratterizzata dal momento: Mia che fa? Come se riuscisse ad avere una vita talmente attiva da poter variare il suo ventaglio di attività da poterle raccontare.
Abbiamo vissuto insieme momenti tristi della nostra famiglia e momenti tristi che l'hanno vista protagonista: la prima tra tutte la dura disintossicazione da giardia, un parassita che colpisce l'apparato digerente e che probabilmente aveva contratto già all'allevamento. Fu una battaglia tosta, ma che riuscimmo comunque a sconfiggere.
Poi tra le varie disavventure, sicuramente da non dimenticare l'operazione all'arto posteriore: un problema che le causava la fuoriuscita dell'articolazione e che la portava spesso a zoppicare. Con un'operazione risolvemmo tale problema e dopo un periodo di recupero Mia riuscì a tornare a correre come prima.

Disavventure a parte: diciamo che insieme a Mia ci siamo sempre divertiti: scorrazzando in lungo ed in largo, di città in città. Ama comunque il suo vicinato, dove conosce tutti gli altri cani e dove pensa di essere il "boss del quartire" da in cima alle scale di casa abbia al passaggio di persone o animali, quasi come riuscisse a difendere il proprio territorio...
...MIA...
...un cane di appena 4 chili...
...che non morde neppure se le infili un dito in bocca...
E' proprio vero che "can che abbaia non morde!"
Tanta confusione per nulla. Ed infatti quando incontriamo gli altri cani per strada, risulta essere il cane più fifone del mondo.

In casa, dove molto probabilmente non siamo riusciti ad educarla a dovere, mi ricorda molto me da piccolo: capace di fare dispetti continuamente: ama rubare indumenti, biancheria e ciabatte, andandoli a nascondere ovunque nella casa. La sera, quando siamo sul divano a guardare la TV, è solita rubarci le ciabatte e portarsele nella sua cuccia. Nel tentativo di recuperarle Mia ringhia, quasi come non ce le volesse rendere.
Spesso penso si tratti di una ricerca di attenzione nei suoi confronti, altre volte invece penso si tratti di voglia di giocare.

Come un figlio, mi rendo conto che la perdonaniamo sempre per le sue bravata: che in realtà comunque non sono nient'altro che richieste di attenzione e dimostrazione di affetto.
Diciamo anche che il suo sguardo languido tende molto spesso a fregarci!!!

Dopo quattro anni di convivenza e di tante coccole posso affermare che gli animali da compagnia siano necessari in una famiglia. Riescono a dare gioia anche nei momenti di tristezza e sconforto. Sanno sempre dimostrare il loro affetto. Sanno sempre essere lì quando ne hai bisogno. Quando la solitudine cerca di fare breccia in te, riescono sempre a difenderti. La loro presenza rende vivace la nostra vita.
Questo tipo di animali però deve essere rispettato: con i loro tempi e le loro necessità: ogni padrone dovrà prima fare un proprio esame di coscienza e capire se tenere un animale in casa sia per lui un qualcosa di sostenibile. Il cane per esempio richiede moltissimo il supporto dell'uomo, sia per le sue esigenze fisiologiche, che per la sua compagnia. Altri animali, al contrario riescono maggiormente a vivere anche in solitaria per lunghi periodi, ricordandoci comunque che sono animali da compagnia e come tali dobbiamo anche essere noi ad accudirne le loro necessità.
Capire i loro bisogni e porli allo stesso livello li metterà in una condizione tale da poterli considerare veramente elementi di una famiglia e non componenti dell'arredamento casalingo animati.

Un saluto da Mia e la sua famiglia!

_{Tutte le immagini presenti nel post sono di proprietà dell'autore}

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