La mia stella

in #ita5 years ago

Roma, 25 Novembre 1958

Uscii di casa stringendo nella mia mano destra le chiavi della mia Alfa Romeo Giulietta Sprint. Eccola parcheggiata nel piazzale condominiale, che aspettava solo me. Il grigio della sua carrozzeria rifletteva il sole. Anche se a dire il vero, il sole nel cielo quel giovedì sera lo si vedeva molto poco. Con fare minaccioso si aggiravano infatti sopra Roma molti nuvoloni neri, carichi di pioggia.

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La stessa pioggia che iniziò a bagnare il parabrezza non appena misi in moto il mio gioiellino. Mio padre me lo aveva appena comprato per il mio compleanno e probabilmente ero uno dei pochi ragazzi che alla mia età potessero vantare una macchina di loro proprietà. Non a caso destavo grandissima invidia nei miei amici, i quali spesso dovevano chiedere ai loro genitori la macchina in prestito, quando andavamo in giro per i Castelli.
Non era comunque la mia unica "stella" quella macchina: Marta, la mia fidanzata, era la cometa più luminosa nel cielo. Non potevo rimanere per più di un giorno lontano da lei. Amavo andare in giro con lei il pomeriggio. Senza una meta. Noi due sulla Giulietta. Raccontandoci storie passate e presenti. Soprattutto amavamo fare progetti insieme.
Eravamo un splendida coppia.

La pioggia leggera continuava a bagnare la strada e le poche persone in giro con i loro ombrelli sembravano come dei piccoli gattini in cerca di un riparo. Lasciai i Parioli e mi diressi immediatamente al fioraio vicino casa: volevo comprare delle rose rosse per Marta. Erano i suoi fiori preferiti per il loro profumo ed il loro colore. Quel giorno mi sentivo particolarmente innamorato ed avevo voglia di renderla felice.
Mi fermai di fronte alla bottega di Fabrizio e scesi di corsa dalla macchina: pochi balzi e mi ritrovai al riparo della tettoia del fioraio. Ne comprai solo una: non era importante la quantità, ma il pensiero e l'amore intrinseco contenuto in quel fiore.

Salii in macchina e lo posai nel sedile posteriore, così che Marta non la rovinasse sedendocisi sopra, presa dalla fretta di non bagnarsi.

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Mi aggiravo per le vie che mi avrebbero portato sotto casa di Marta, mentre il sole tramontava tra i palazzi, quasi come facesse il suo ultimo saluto tra le nuvole alte nel cielo ed il promontorio. I suoi raggi si riflettevano sulla strada bagnata dalla pioggia con i sampietrini che facevano da specchio.

Arrivai all'abitazione della mia fidanzata e come ogni giorno suonai due volte il claxon: Marta sarebbe scesa a momenti. Mi sistemai i capelli con una veloce occhiata allo specchietto retrovisore, mi aggiustai la camicia e presi la rosa. La posizionai sul lato sinistro, così che Marta non la vedesse e soprattutto l'avessi a portata di mano al momento giusto per farle una sorpresa.
Vidi la mia fidanzata arrivare grazie allo specchio di destra e così mi sporsi sul lato passeggero per aprirle la portiera.
Le presi l'ombrello con il quale si era riparata fino alla macchina, così che potesse entrare senza problemi.

Marta portò un'aria piuttosto fredda dentro la macchina: non solo il clima fuori la vettura si era raffrescato, ma anche il suo umore non sembrava dei migliori.
Mentre si aggiustava i capelli, ormai rovinati dall'umidità (a detta sua...), accesi la macchina e le feci le domande solite di rito:
"Amore, come stai?" le dissi accompagnando la domanda con un bel sorriso.
*"Senti Luca! Ti devo dire una cosa e probabilmente è meglio se spengi la macchina." mi rispose lei ed il mio sangue nelle vene si freddò ancor di più di quanto non lo fosse già prima. Rimasi con una faccia dubbiosa, incuriosita e senza parole. "Alcuni giorni fa al mercato ho incontrato Giorgio. Mi ha chiesto se potessimo incontrarci per prendere un qualcosa insieme un pomeriggio e così ieri siamo andati al Bar Roma a prendere una cioccolata calda."
Sapevo chi fosse quel Giorgio: lo sapevo fin troppo bene. Era un mio vecchio compagno di classe, un anno più grande di me, di noi, con il quale avevo spesso fatto a pugni per delle opinioni contrastanti. Diciamo che la guerra appena trascorsa e la nostra diversa concezione politica di quello che fosse il bene, non andravano proprio d'accordo. Il mio essere ebreo non gli andava molto giù ed in passato mi aveva spesso rinfacciato di come fossi sfuggito vigliaccamente ad una sorte secondo lui "giusta". Allo stesso tempo io, un ragazzo per bene, non accettavo che un razzista mi parlasse cosí e quando non riuscivo a farmi rispettare a parole, lo facevo a mani nude; purtroppo in molti casi ero io a rimetterci.

Giorgio e Marta erano statio fidanzati. Poi un bel giorno riuscii a conquistare questa giovane ragazza dai capelli rossi ed innamorarmene. Eravamo veramente innamorati. Ma poi questo personaggio si era fatto nuovamente vedere.

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Marta mi guardava, ma io non appena sentii il nome di quello stronzo mi voltai con lo sguardo fuori dall'auto.
"Ho sentito sensazioni che avevo percepito in passato.
Capisco che sia una persona ignobile, ma io lo.........
Sono andata a casa sua e di fronte il portone di casa mi ha baciata.
Sai quanto ti amo....."

"Scendi da questa macchina!" urlai. "Non sei degna di star qui di fianco a me. Te sei come lui!" la mia voce rimbambava nella vettura e sembrava ancora più potente.
Marta con un voce tremula provò a replicare, ma prima riaccesi la macchina, poi sporgendomi con il braccio verso la portiera sul lato del passeggero, la aprii. Presi il suo ombrello e lo lanciai fuori.
Il messaggio fu diretto e Marta capì immediatamente.

Una volta scesa, capii immediatamente che le nostre strade non si sarebbero mai più incrociate.

Accelerai e con la mia Giulietta, la mia unica stella a me ancora fedele, mi diressi verso il Flaminio.
Avevo perso la fidanzata, ma avevo bisogno di una vendetta.

Sfrecciavo sulla strada non curante del mondo che mi passava di fianco: la rabbia era talmente tanta che il dolore era ormai finito in secondo piano. Lo avevo chiuso nel bagagliaio. Anche Lui avrebbe avuto il suo tempo, ma non adesso. Ora era il momento di vendicarmi. Colui che per l'ennesima volta mi aveva pugnalato alle spalle, doveva pagare.
Giorgio Visconti probabilmente sapeva che mi sarei fatto nuovamente vivo dalle sue parti dopo il suo gesto. Ma è bene che lo sapesse, così da non coglierlo impreparato.

L'asfalto era umido e mi sembrava di volare.
Al mio fianco ancora la rosa rosa. La guardai e, quasi come fosse Marta stessa, decisi di liberarmene lanciandola dal finestrino. Lo abbassai a fatica con l'ausilio della manovella e la gettai fuori.
Una spina sul gambo del fiore mi bucò la mano. La giusta punizione alla mia rabbia. Osservai la mano leggermente arrossata in alcuni punti e sanguinante in altri.

La mia attenzione sulla strada calò improvvisamente. La mia stella sembrava procedere autonomamente. Ma con la stessa libertà le ruote scivolarono sull'asfalto e la vettura iniziò un vorticoso testacoda.
La Giulietta girava come una trottola.
Mi passò di fronte tutta la mia giovane vita e come in un attimo mi ritrovai un quel tardo pomeriggio autunnale.

Un colpo improvviso interruppe il mio roteare.
Dopo di chè solo il buio.
Il buio avvolse me e la mia stella.
Anche la mia ultima stella mi aveva tradito.
O forse, in questo caso, fui io a tradire lei!

Con questo post partecipo al contest settimanale indetto da @spi-storychain con tema ed ambientazione decisi da @pawpawpaw:
Tema: Alfa Romeo Grigia
Ambientazione: anni 50

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Un crescendo di emozioni! Si parte in modo romantico per finire in modo tragico con un bel colpo di scena!
Bravo!

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Diciamo un post Up&Down!
Un saluto Paw!🤞

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La data ha attirato la mia attenzione, poi ho iniziato a leggere e non ho potuto smettere. Grande siete meglio della tv.
(esattamente 8 anni dopo gli eventi narrati nella stessa città nasceva pab.ink)

La data del tuo compleanno è il 25 Novembre!?!?!?
Sono meglio di Frate Indovino ✌️
...altro che televisione!
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Quando le emozioni prendono il sopravvento sulla razionalità, e le conseguenze sono spesso fatali, come in questo tuo struggente e riuscito racconto, grande @moncia90

Grazie Mad!
Tornati ieri dal lavoro sulla mia Giulietta argentata ho avuto l'ispirazione.
Vediamo se sarà la volta buona per vincere questo contest, dopo tante settimane di nulla di fatto.
A presto!👋

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tutta colpa della manovella...
Bel racconto, bravo!

La manovella cigolante e durissima da girare è un "must". Nella mia vecchia Panda 750 era sempre una dura battaglia, in cui ogni volta portava casa un dolore al gomito che ancora ricordo!😂

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