Nel nome del Padre - dal vivo -

Ciao a tutti!
Con questo post partecipo al contest di @serialfiller Artista Rubato, Artista Sognato, parlandovi di un film che ha scatenato in me, moltissime emozioni.
Soprattutto perché è basato su dei fatti realmente accaduti.
Queste emozioni, sono riaffiorate alla mia mente, nel momento in cui ho visitato di persona, durante il mio viaggio in Irlanda, la location fondamentale del film, e per un attimo mi sono sentito catapultato all'interno del grande schermo.

NEL NOME DEL PADRE

Nel nome del padre, è un film del 1993, diretto da Jim Sheridan, e tratta la storia vera di Gerry Conlon, un ragazzo irlandese, accusato ingiustamente di far parte dell' IRA, l'organizzazione terroristica irlandese che negli anni 70 si rese protagonista di vari attentati.
L'attore protagonista è Daniel Day Lewis, che a mio modo di vedere, in questo film da il meglio di se, sfornando un'interpretazione straordinaria.

Daniel Day Lewies
foto Creative Commons Attribuzione 3.0 Unported: Fonte
Autore: Siebbi

Le parole e le emozioni, per descrivere quello che ho provato, durante la visione di questo film sono innumerevoli, e si sovrappongono di continuo l'una sull'altra.

• Rabbia
• Incredulità
• Compassione
• Commozione
• Tristezza

Tutte unite assieme dal filo conduttore della trama del film; non si tratta solo di un errore giudiziario, ma di commetterlo consapevolmente.
La prima volta che l'ho visto, sono rimasto molto turbato.

La trama

Agli inizi degli anni '70, Gerry Conlon, è un giovane che vive a Belfast, nell'Irlanda del nord, ed è un ladruncolo che vive di piccoli espedienti. La sua famiglia è umile.
Suo padre, Giuseppe, lavora per mantenere la sua famiglia, moglie e fratelli di Gerry.

Dopo l'ennesima marachella, Giuseppe convince il figlio ad andare a Londra per trovarsi un lavoro, affidandosi all'ospitalità di una zia, che già vive nella capitale inglese.
Sulla nave che lo porterà in Inghilterra, Gerry incontra Paul Hill, un amico che non vedeva da tempo.
I due, decidono di condividere il viaggio insieme, ma anche la permanenza sul suolo inglese, cominciando a frequentare una comune di hippy.

Una sera, scoppia una bomba all'interno di un pub, e le prime rivendicazioni provengono dall'IRA.
Uno dei ragazzi inglesi della comune, per l'astio che corre tra inglesi e irlandesi, fa il nome di Gerry e di Paul, i quali, anche se non c'entrano niente, vengono arrestati secondo una legge promulgata in quegli anni, volta alla prevenzione del terrorismo, che consentiva alla polizia di trattenere ogni presunto terrorista per sette giorni.

Durante l'interrogatorio, i poliziotti abusano del loro potere per fare confessare a Gerry, quello che non ha fatto, arrivando a minacciare di uccidere suo padre se non avesse firmato una confessione.

Con un processo farsa, fatto di prove tutt'altro che schiaccianti, per non dire false o inventate, un'avvocato difensore d'ufficio debole, Gerry, Paul, e altri due amici vengono condannati all'ergastolo.
La zia Annie, accusata di fabbricare le bombe, 14 anni, Giuseppe, il padre di Gerry, accusato di essere il corriere che portava l'esplosivo, 12 anni.

Sono stati messi dentro, anche i nipotini appena adolescenti, sempre con accuse infondate.
Il momento in cui il giudice batte il martello per emettere le sentenze, fa rabbrividire.

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Il film continua con l'arrivo in carcere di Gerry e Giuseppe, i quali condivideranno la cella, fino alla morte del padre.

Per chi ha visto questo film, forse si ricorderà della particolare forma della prigione.
Durante la mia permanenza in Irlanda, ho visitato il carcere di Dublino, una delle attrazioni della città.
Oggi non è più un luogo di detenzione, ma è aperto solo ai turisti.
Appena entrato mi sono detto: Ma sono all'interno del film!!!. Poteva esserci il dubbio, che più di una prigione è stata progettata e realizzata in quel modo, ma la guida che spiegava la storia dell'edificio in cui eravamo entrati, ha confermato che la location del film, è proprio quella in cui ho scattato la foto che vedete qui a fianco.

In questo luogo, avvengono diverse scene del film.
Come la morte di Giuseppe, la rivolta dei detenuti, l'incontro con il vero responsabile dell'attentato, per finire con l'incontro tra Gerry e Gareth Peirce, l'avvocato difensore che a quel punto della storia aveva preso in carico la causa che riguardava Gerry, i suoi amici e la sua famiglia.

Questo avvocato, interpretato da una magistrale Emma Tompson, dopo essere entrato in forte empatia con Gerry, risce ad avere accesso ai fascicoli del processo in cui furono emesse le condanne.
Sono ormai passati 15 anni da quel giorno.
L'avvocato, tra gli incartamenti, trova la prova incontrovertibile che tutte le persone condannate sono in realtà innocenti.

La deposizione lasciata alla polizia, da un uomo, che testimoniava di essere in compagnia degli accusati durante l'esposione all'interno del pub.
Questa testimonianza, al momento del processo non fu messa agli atti, anzi, fu archiviata con un biglietto spillato sopra al plico in cui era contenuta.
Sul biglietto c'era scritto: Not to be shown to the defence, ovvero: Da non mostrare alla difesa.

A quel punto, l'avvocato Peirce ottiene la riapertura del processo.
Dopo un'epica arringa di Peirce, vengono mostrate tutte le prove dell'estraneità ai fatti degli imputati, alcuni avevano già scontato la pena, altri stavano ancora scontando l'ergastolo.
Il momento di maggiore patos, l'ho avvertito mentre l'avvocato Pierce, domanda al comandante della Polizia:

Per quale motivo ha nascosto questa prova fondamentale alla difesa?.

Ma la risposta non arrivò.

Gerry, il suo amico Paul e tutti coloro che erano al momento in prigione, sono finalmente liberi.
Gerry promette che farà di tutto per riabilitare la figura di suo padre.

Gli ufficiali di polizia, che abusarono del loro potere, o che erano a conoscenza della verità, non hanno subito conseguenza per la condotta deplorevole che hanno avuto.

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Uno dei pochi film, che mi ha lasciato coi lacrimoni