Interazione tra farmaci

in #ita5 years ago

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INTRODUZIONE

Spesso, ma non volentieri, capita di dover assumere più farmaci contemporaneamente o durante la giornata per ottenere quello che possiamo chiamare effetto terapeutico. Sicuramente i più colpiti da questa schiavitù farmaceutica sono gli anziani, che possono anche ad arrivare ad assumere 8 farmaci differenti. L'assunzione di diversi farmaci può creare un'interazione, che a volte è necessaria per l'efficacia, come nella terapia del Morbo di Parkinson dove la levodopa viene affiancata dalla benserazide che va ad inibire la dopa-decarbossilasi periferica, rendendo la levodopa maggiormente disponibile a livello del Sistema Nervoso Centrale; a volte invece non è come nell'immagine qui sopra e i due farmaci anzichè darsi la mano, "combattono". Questa interazione è altamente rischiosa, come succede nell'assunzione del warfarin e di un FANS che può creare emorragia. I farmaci che comunemente sono coinvolti in interazioni sono gli anticoagulanti, gli anticonvulsivanti, gli antidepressivi. Le interazioni tra farmaci possiamo considerarle sotto gli aspetti della farmacodinamica, divise in additive, sinergiche e antagoniste, e della farmacocinetica, che possiamo andare a seguire durante tutte le fasi del ADME (assorbimento - distribuzione - metabolismo - eliminazione).

INTERAZIONI FARMACODINAMICHE

Per quanto riguarda le interazioni farmacodinamiche abbiamo visto che possiamo distinguerle in tre sezioni, che seguono meccanismi di interazioni tra farmaci che hanno effetti sull'organismo.

  • Additive

Le interazioni farmacodinamiche vengono definite additive quando, a seguito della somministrazione di due farmaci con effetti simili, l'azione dei farmaci si addiziona letteralmente dando luogo ad un effetto ultimo che è la somma degli effetti dei due farmaci assunti singolarmente. Questo può accadere in entrambi i casi di azione su sistemi recettoriali uguali o differenti. Queste interazioni sono da considerarsi altamente dannose e rischiose. Ad esempio l'assunzione dell'aspirina contemporaneamente ad un anticoagulante, crea un alto rischio di emorragia.

  • Sinergiche

Le interazioni farmacodinamiche vengono definite sinergiche quando, a seguito della somministrazione di due farmaci con effetti simili, l'azione dei farmaci va a presentare un'azione ultima che è superiore rispetto a quella che presenterebbero i due farmaci assunti singolarmente. L'interazione in questo caso è utilizzata in svariate patologie. Ad esempio assumere del paracetamolo in contemporanea con la codeina è utilizzato nel trattamento del dolore odontoiatrico post-operatorio, della cefalea, del dolore osteoartritico.

  • Antagoniste

Le interazioni farmacodinamiche vengono definite antagoniste quando, a seguito della somministrazione di due farmaci, l'effetto di uno viene ridotto a causa del secondo. Queste interazioni possiamo dividerle in antagonismo recettoriale, che ci va ad indicare quando il farmaco antagonista va ad occupare il sito di legame recettoriale del farmaco agonista rendendolo incapace di svolgere e dare i suoi effetti, ed in antagonismo funzionale, che ci va ad indicare invece quando l'azione dei due farmaci risulta essere opposta in egual parametro funzionale. Alcuni esempi sono gli effetti antagonistici del naloxone sulla morfina (antagonismo recettoriale) e l'insulina con i glucocorticoidi (antagonismo funzionale).

Riporto qui di seguito una veloce tabella di alcune interazioni farmacodinamiche che abbiamo letto poco prima, in modo da fissare bene le interazioni tra farmaci ed i relativi effetti.

FarmaciEffetti
Ansiolitici + tranquillantiAumento della sedazione
Paracetamolo + codeinaAumento dell'effetto antalgico
Aspirina + warfarinAumento dell'effetto anticoagulante
Naxolone + morfinaAntagonismo
INTERAZIONI FARMACOCINETICHE

Per quanto riguarda le interazioni farmacocinetiche abbiamo visto che possiamo distinguerle in quattro sezioni, che seguono i processi ADME, quindi gli effetti che l'organismo ha sui farmaci.

  • Fase di assorbimento

Per quanto riguarda l'assorbimento ci sono vari fattori che possono andare ad influenzare la biodisponibilità, come la presenza o meno di cibo nello stomaco, che potrebbe influenzare i preparati farmaceutici utili per la somministrazione orale. Troviamo infatti spesso sulla confezione o sul bugiardino del farmaco, la scritta di assumere la compressa a stomaco vuoto, quindi lontana dai pasti, o contrariamente a stomaco pieno, quindi successivamente al pasto. Altri fattori determinanti sono dati dalle modificazioni che il pH gastrico può avere sul farmaco, che influenza il corretto assorbimento in base alla natura acida o basica del farmaco. Altro fattore determinante possono darlo quei farmaci che vanno a modificare la motilità gastrointestinale, andando ad incidere sulla velocità di assorbimento degli altri farmaci. Ad esempio la morfina va a ridurre la motilità intestinale a discapito della velocità di assorbimento dei macrolidi che viene notevolmente rallentata. Altro fattore è dato dai farmaci che vanno ad inibire la flora batterica intestinale, creando così una situazione di disagio per altri farmaci che non vengono assorbiti o potenziando l'effetto di altri. Ad esempio la somministrazione di un antibatterico va ad influire sull'assorbimento della levodopa potenziandone l'effetto. un'interazione che non vorremmo mai è quella data da antibiotico + anticoncezionale orale, in quanto si crea una situazione di disagio che non permette il riassorbimento dell'anticoncezionale, con una conseguenza di mancato effetto e rischio di gravidanza.

  • Fase di distribuzione

Per quanto riguarda la distribuzione, entra in gioco l'affinità che i farmaci hanno verso uno stesso sito di legame. Infatti un farmaco può spiazzarne un altro, legandosi al sito di legame con la proteina plasmatica e lasciando l'altro in forma libera nel plasma. Il farmaco che si troverà spiazzato e quindi in forma libera, sarà attivo e man mano aumenterà anche la sua concentrazione. Usualmente i farmaci che subiscono lo spiazzamento sono farmaci che hanno un'affinità del 90/95% per il legame alle proteine plasmatiche. Può succedere che si verifichino effetti collaterali da non sottovalutare. Ad esempio la somministrazione di Warfarin e di un FANS potrebbe portare al rischio di un'emorragia.

  • Fase di metabolismo (biotrasformazione)

Per quanto riguarda il metabolismo, qui l'interazione può causare o un aumento o una riduzione della quantità di farmaco attivo. I meccanismi sono le reazioni di induzione e di inibizione degli enzimi coinvolti. L'inibizione ci va a descrivere quando si presenta una situazione dove abbiamo più farmaci substrato di un enzima. Questo porta ad una competizione del legame con il sito che ovviamente prende il farmaco che ha maggiore affinità. Quello che invece ha minore affinità andrà a subire una riduzione del metabolismo. L'induzione invece ci indica un incremento della trascrizione genica che porta ad avere una sintesi maggiorata di enzimi microsomiali. Questa condizione porterà ad una riduzione della concentrazione plasmatica del farmaco che andrà incontro ad una potenziale perdita di efficacia.

  • Fase di eliminazione (escrezione)

Per quanto riguarda l'eliminazione, un farmaco potrebbe riuscire ad influenzare l'escrezione di un altro secondo vari fattori. Ad esempio qualora si trovassero due farmaci che vanno ad usare lo stesso sistema di trasporto attivo nei tuboli renali si andrebbe sicuramente a creare una condizione di competizione. Questo succede grazie ad un farmaco che va a modificare le concentrazioni urinarie dell'altro farmaco, riducendole e aumentando invece le concentrazioni plasmatiche, impedendo così l'escrezione. Un esempio che potremmo fare è quello dell'interazione tra il probenecid e la penicillina. Anche il pH urinario è un fattore determinante. Infatti con valori di pH urinario che va ad aumentare il totale di farmaco non ionizzato ne consegue una perdita. Valori di pH urinario invece che aumentano il totale di farmaco indissociato porta al riassorbimento tubulare.

Qui di seguito vi lascio una tabella che va ad indicare le varie interazioni tra farmaci che possono risultare o utili al fine dell'obiettivo terapeutico o potenzialmente dannose.

FarmaciEffetto terapeutico perEffetto dannoso
Codeina e FANSDolore
Warfarin e eritromicinaRischio di emorragia
Levodopa e inibitori della dopa-decarbossilasiMorbo di Parkinson
Warfarin e aspirinaRischio di emorragia
Carbamazepina e fenitoinaEpilessia
Contraccettivi orali e rifampicinaRischio di gravidanza
Ketoconazolo e antiacidiRidotto effetto antimicotico
Antimetaboliti e antraciclineNeoplasie

tutte le immagini sono di mia proprietà

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fonti dati e tabelle, approfondimenti

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