Il giardino dell'Eden Micioso

Cristina si osservò le mani. Tremavano. Era agitata. Una mano calda e ferma le si posò sulla spalla. Suo fratello e il suo sguardo dolce la calmarono.
Arrivò sua cognata.
"Sei bellissima, te l'ho già detto?"
Si, glielo aveva detto almeno un milione di volte quella mattina, da quando le aveva portato quello splendido tailleur rosso e l'aveva aiutata ad indossarlo.
Si sistemò ancora un po', prima le calze, poi la gonna, ed infine il colletto.
"Sei perfetta. Andiamo. Sei pronta?"
Era un pomeriggio molto importante. Nuovi pazienti ma soprattutto nuovi possibili investitori si trovavano aldilà della porta di vetro.
Doveva convincerli assolutamente ad investire su di loro.

Cristina annuì e suo fratello spinse la sua sedia a rotelle oltre la porta scorrevole.

Il chiacchiericcio che c'era nella stanza si spense e tutti gli occhi furono puntati su di lei.

Fece un respiro e parlò.

"Grazie a tutti per essere qui oggi. Grazie per aver usato il vostro tempo e aver messo in pausa le vostre vite per essere qui quest'oggi. Vi ringrazio davvero con il cuore. Io sono Cristina, è questi sono mio fratello Edoardo, medico chirurgo infantile, e Giorgia, sua moglie, avvocato. Prima di farvi fare il giro della struttura vi annoierò un po' raccontandovi un po' di me, di noi e della nostra associazione. Speriamo che l'aperitivo che vi abbiamo offerto vi aiuti a sopportarmi!"

Una risata di gusto esplose in sala. Ma proprio in quel momento la porta scorrevole si aprì e la sala si ammutolitì.

Una gatta tricolore entrò nella sala conferenze, osservando curiosa gli spettatori. Ben presto però il suo sguardo si concentrò su Cristina. Annusò la sedia a rotelle (era nuova, nuovi odori..) e con un balzo un po' goffo salì sulle gambe della donna, che a sua volta sorrise.

"Bene, non sapevo da dove iniziare, ma visto che la pelosetta è qui, partirò proprio da lei e dall'inizio di tutto questo. Sei anni fa ho avuto un grave incidente d'auto in cui ho perso l'uso delle gambe. È stato un periodo nero, nerissimo della mia vita. Quel giorno oltre alle gambe ho perso una vita, un compagno e degli amici. Oltre al danno, la beffa. Tutti hanno cominciato col tempo a deridermi perché non riuscivo ad uscire dal buio che avevo dentro. Certo no, come potevo io, psicologa, non sapermi aiutare da sola? E non sapevo davvero come aiutarmi, come uscire dalle macerie che avevo nel cuore e nell'anima. Fino al giorno che lei è entrata nella mia vita. All'incirca un anno dopo l'incidente venne a farmi visita un mio vecchio professore, uno psicologo oltre che insegnante. Non venne con cioccolatini o altro, ma venne con un trasportino ed un micio dentro. Venne con lei, venne a portarmi lei. Mi parlò di Pet Teraphy, dei riscontri che può avere sul corpo e sulla mente. Ed è stato davvero così."

Una foto apparve nello schermo dietro di lei.

"Mi ha dato una forza indescrivibile, mi ha dato una vita nuova, mi ha fatto rinascere. Due anni dopo l'incidente ho iniziato a studiare la Pet therapy. Dalla parte che riguardava la psicologia, a quella medica fino alla parte che riguardava la legge. Ho studiato e studiato e studiato. Avevo in mente un'idea e l'avrei realizzata a tutti i costi. Ho coinvolto medici, avvocati e alcune volontarie di associazioni feline. L'anno scorso finalmente ho dato vita al mio/nostro e soprattutto vostro "Giardino dell'Eden Micioso". Che cos'è? È fondamentale una struttura, annessa all'ospedale qui dietro, che ospita un'associazione, la mia e di mio fratello, senza scopro di lucro, che si occupa di Pet Teraphy. In questo anno abbiamo potuto studiare i comportamenti dei nostri pazienti. Abbiamo persone di tutte le età, affette da svariate malattie o semplicemente in riabilitazione o ancora persone che hanno semplicemente bisogno di un angolo di paradiso tutto per loro, collaborando con il reparto psichiatrico. Abbiamo potuto constatare che

la presenza di un animale permette in molti casi di consolidare il rapporto emotivo con il paziente favorendo il canale di comunicazione paziente-animale-medico e stimolando una partecipazione attiva del soggetto stesso. Prendersi cura di un animale può calmare l'ansia, può trasmettere calore affettivo e aiutare a superare lo stress e la depressione.

Tutti i pazienti che passano da qui ne riscontrano solo lati positivi. Il nostro compito e il nostro obiettivo, come soci fondatori, è garantire questo benessere per i pazienti e i pelosetti.

Pertanto,

le figure professionali coinvolte hanno una preparazione specifica per quanto riguarda le caratteristiche generali degli animali coinvolti nella pet therapy.

Abbiamo veterinari, medici, infermieri e psicologi. Tutti professionisti ma sopratutto qualificati e preparati per stare a contatto sia con pazienti che con felini.

La nostra struttura ospita solamente un tipo di animali. E questo animali sono i mici. Recentemente i mici sono stati inseriti tra gli animali adatti alla pet therapy soprattutto grazie alle loro fusa, che, secondo studi americani, riescono a trasmettere al cervello sensazioni positive di benessere e rilassamento. Sono animali sinuosi, indipendenti, astuti e molto molto amorevoli. Tutto ciò che danno all'essere umano è totalmente pulito, sentito col cuore e puro. Perciò si adatta perfettamente alla nostra Pet therapy. Ma la nostra associazione punta anche ad un altro aspetto della terapia, cioè che la terapia non è solo per gli umani ma è anche contemporaneamente per i pelosetti. Sono mici speciali. Sono mici che dall'uomo hanno ricevuto il peggio del peggio: l'abbandono. Sono mici che portano dentro una ferita molto pesante, una ferita che si porteranno dietro per tutta la vita. Sono mici desiderosi, nonostante tutto, di un'altra possibilità, di un'altra vita, di una rinascita.

E mentre parlava, lo schermo si animò di nuovo, mostrando foto di alcuni mici.

Sono mici che danno la loro anima a chiunque varchi la porta del nostro giardino. Sono mici che lasciano un segno profondo in chiunque tocchino. E vi posso garantire, sulla mia pelle, che è la miglior cura a qualsiasi malattia. Quelli che state vedendo alle mie spalle sono alcuni dei mici che ospitiamo. Romeo, Gina, Nerone, Miagolina, Mina e molti altri... ... non ci resta che andarli a conoscere. Vi mostreremo la struttura, conoscerete alcuni pazienti e per chi volesse o avesse domande specifiche, potete parlare con il personale competente. Ed infine ci recheremo nella parte principale, nel cuore della struttura, il giardino, in parte coperto in parte all'aperto, regno dei nostri micini.

Nell'ora successiva Cristina, suo fratello e sua cognata si divisero nelle varie ale della struttura con gli ospiti.

Quando tutti se ne furono andati, sazi di informazioni, con vari dépliant con ulteriori informazioni e alcuni gadget, Cristina si recò in sala conferenze per ringraziare tutto il personale che aveva partecipato quel pomeriggio.

"Grazie ragazzi. Grazie a tutti. Avete fatto un ottimo lavoro e sono sicura che presto arriveranno nuovi pazienti ma soprattutto nuovi investitori. Grazie."

Poi si rivolse ad Edoardo e Giorgia.

"Speriamo sia andata bene!"

"Io penso proprio di sì! Quest'oggi sei stata particolarmente coinvolgente! Vero Edo?"

"Verissimo! Son sicuro che verrà fuori qualcosa di molto bello da questo pomeriggio! E son altrettanto sicuro che è merito di quel vestito!" disse facendo l'occhiolino alle due donne!

"Ragazzi, grazie anche a voi. Davvero. Se non vi spiace adesso vado un po' in giardino. È da ieri che non vado a prendermi la mia dose di fusa"

Si voltò e si diresse in giardino.

Era ad occhi chiusi, col sole che le illuminava il volto, un micino sulle gambe e alcuni micetti intorno alle ruote della sedia quando una voce interruppe il silenzio del giardino.

"Scusi. Signora Cristina..."

Aprì gli occhi e vide un uomo un giacca e cravatta davanti a lei. Riconobbe il volto, era uno dei potenziali investitori che aveva partecipato quel pomeriggio.

"Salve! Posso aiutarla?" esclamò.

"Salve. Mi chiamo Maurizio. Volevo parlar direttamente con lei, senza mezzi termini. Mi piace questa struttura e mi piace molto quello che fate. Ho sempre amato gli animali ed è bellissimo come loro ci possano aiutare in momenti brutti. Non ho mai avuto gatti né sono stato mai affascinato tanto quanto oggi dal loro mondo. Ho trovato una cosa meravigliosa quella di unire le vite distrutte sia dei pazienti che dei mici. Veramente una bella cosa. La mia famiglia è molto ricca e dispongo di un piccolo patrimonio che vorrei investire, e vorrei investirlo qui. Nella sua struttura e nella sua idea. Voglio credere in lei e soprattutto, voglio aiutare vite spezzate a rinascere. Se lei è d'accordo, domani tornerò con il mio notaio per sistemare i documenti. Ma vorrei fare una richiesta se è possibile. Io sono un agente immobiliare, non ho nessuna competenza in questo campo, ma vorrei dare un ulteriore mano. Intendo personalmente, fisicamente. Crede che possa essere possibile?"

Cristina abbassò lo sguardo e osservò un micio grigio e cicciottello strusciarsi tra le gambe dell'uomo.

Sorrise e si rivolse all'uomo, porgendogli la mano.

"Beh, a Tigrotino lei è piaciuto. Quindi si, si può fare!"

L'uomo ricambiò con un sorriso la stretta di mano.

Nel Giardino dell'Eden Micioso era appena nata una nuova collaborazione.
E non solo...

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Con questo racconto partecipo al theneverendingcontest N-7-S2-P2-I1 di @spi-storychain

Tema: Amici a quattro zampe
Ambientazione : Appartamento/giardino

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_{Per le parti citate, Fonte}

_{Tutte le foto sono di mia proprietà.}

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