Marachelle d'amoresteemCreated with Sketch.

in #ita5 years ago

Questo racconto è stato scritto per partecipare a Theneverendingcontest n° 34 S4-P7-I1 di @spi-storychain sulla base delle indicazioni del vincitore precedente @road2horizon

Tema: Nonne in fuga
Ambientazione: Casa di riposo

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Marachelle d'amore

***<<Interrompiamo le trasmissioni per una notizia dell’ultima ora. Una trentina di anziani sono appena fuggiti dalla casa di riposo “Villa Smeralda” e si sono sparpagliati per tutta la città. Molti di loro si sono persi, non sanno chi sono o dove vivono, quindi se ne avvistate uno in un vicolo, al parco, per strada, alla stazione, chiamate subito il numero in sovrimpressione e vi raggiungeremo il prima possibile.>>***

Televisione e radio avevano appena trasmesso la notizia, che le linee telefoniche diventarono bollenti. Avvistamenti di anziani ovunque, anche sui tetti, anche sui balconi delle case, anche alle poste o sotto le docce. Polizia, pompieri, esercito, erano tutti mobilitati per recuperare i fuggitivi, che in realtà erano solo una trentina, trentadue per la precisione, e non trecentoventi, come il numero di pensionati che si ritrovarono in centrale.

In effetti, in giro, a quell’ora del mattino, c’erano solo un sacco di anziani, qualche casalinga e qualche disoccupato, oltre ad un pugno di ragazzini che aveva marinato la scuola; tutti gli altri erano in classe o a lavoro. E così chiunque incontrasse una persona coi capelli bianchi faceva una segnalazione, ed una volante partiva. <<Ma non sono un fuggitivo! Sto andando a fare la spesa! Mia moglie mi uccide se non torno tra mezz’ora, crede io vada dall’amante!>> protestava un nonnino che puzzava della naftalina in cui venivano conservati i suoi vestiti. <<Questa è casa mia, stavo solo stendendo la biancheria in balcone! La mia vicina è una gran maligna, farebbe di tutto per liberarsi di me!>> si arrabbiava un’altra con un paio di mutandoni ancora in mano, prelevata direttamente su un balcone dall’elevatore dei pompieri. <<Certo, certo, dite tutti così. Intanto andiamo, poi decideremo in caserma.>> Rispondevano le forze dell’ordine, a cui era stato comandato di acchiapparli tutti come i Pokèmon.

Il fatto è che al momento della notizia in tanti si ritrovavano vicino qualche anziano che magari tutto tutto con la testa non ci stava o che faceva pure un po’ di antipatia, così molti chiamarono la polizia sperando di liberarsi di qualche spiacevole vicino per qualche ora, o forse augurandosi addirittura uno scambio permanente con Villa Smeralda.

La confusione vera, poi, non era solo per le strade, che furono prontamente sgomberate, ma nelle centrali di polizia e pompieri ed esercito, dove le nonnine rapite, a gran voce, pestavano i piedi e si indignavano e stridevano, perché di certo il sugo si stava bruciando, il loro treno stava partendo, la spesa stava marcendo o i mariti si stavano preoccupando. In effetti le donne erano quelle più arrabbiate e rumorose, e fu davvero divertente, per chi assisteva alla scena, vedere omoni grandi grossi ed in divisa fronteggiare docilmente e quasi con timore le nonne protestanti.
La calma e l’ordine vennero ristabiliti solo nel pomeriggio, quando gli operatori della casa di riposo terminarono il giro di tutte le caserme e di tutte le stazioni riconoscendo e recuperando uno per uno tutti i loro utenti, dopo aver scrutato fra i tanti anziani “catturati”; così anche gli altri furono liberi di andare.

In effetti, ad un occhio attento, non sarebbe stato difficile riconoscere i trentadue fuggitivi, per lo più nonnine: erano quelle che protestavano meno e sorridevano di più. O meglio, per la precisione, trentuno: nessuno riuscì a trovare un simpatico signore di nome Arcibaldo. Interrogate sull’accaduto, fra risolini da quindicenni le nonnine raccontarono: <<E’ fuggito dalla morosa! Noi lo abbiamo aiutato un po’… un uomo così divertente, così romantico!>>. Purtroppo, però, nessuna di loro ricordava il nome o l’indirizzo della signora. Forse la demenza senile, o forse, prudentemente, Arcibaldo aveva sempre omesso questo dettaglio nei suoi racconti e nell’organizzazione della fuga.

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In quella giornata di delirio, nessuno si era accorto che alle 10 del mattino un anziano uomo alto e molto distinto, vestito a festa, elegante e profumato, con un mazzolino di fiori di campo in mano, aveva suonato al campanello della Signora Genziana. "Buongiorno mia cara", la salutò scappellandosi galantemente con un accenno di inchino quando lei gli aprì la porta. <<Arci? Sei tu? Santo cielo, ma da dove salti fuori? Saranno almeno quarant’anni che non ti vedo?>> Lo salutò Genziana <<Quarantasette, per l’esattezza. Mi faresti entrare? Tra poco tirerà una brutta aria qui fuori>>. Genziana rise. Arci lo faceva sempre ridere quando erano giovani, faceva sempre cose pazze e divertenti. <<Perché? Che hai combinato?>>. In quel momento, la tv del salotto, accesa ad altissimo volume, bloccò il gioco a premi in onda ed iniziò a declamare: “Interrompiamo le trasmissioni per una notizia dell’ultima ora. Una trentina di anziani sono appena fuggiti dalla casa di riposo “Villa Smeralda” e si sono sparpagliati per tutta la città…” <<Ahahahah, Arci! Non puoi essere stato tu! Ma che è successo?!>> Chiese ridendo l’anziana signora, invitandolo poi ad entrare. <<E’ successo, mia adorata, che sei mesi fa ho letto su un vecchio giornale il necrologio di tuo marito. Condoglianze, a proposito. Mi sei tornata in mente ed ho iniziato a raccontare ai miei amici di Villa Smeralda la nostra storia d’amore, quei meravigliosi 8 mesi di passione e clandestinità vissuti quando eravamo solo due ragazzini. Insomma, parlando di te mi sono innamorato di nuovo, e con i miei racconti ho fatto appassionare anche tutti gli altri ospiti. Le romantiche nonnine, acciaccate ma ancora piene di sentimenti, hanno assolutamente insistito perché ti ritrovassi. Così abbiamo architettato questa gitarella per confondere e sparpagliare i nostri severi “guardiani”, infermieri ed operatori che ci stanno sempre col fiato sul collo come fossimo ragazzini.>>. <<Ma non sarebbe stato più facile chiedere che ti accompagnassero da me? Farmi una telefonata? Non credo che ti avrebbero detto di no!>>. Un profondo sorriso arricciò il viso rugoso di Arci, che cominciò a guardare fisso negli occhi la sua Genziana ritrovata: <<Certo, Gizi, ma vuoi mettere la bellissima risata che ti sei fatta scoprendo la mia marachella? Non è cambiata affatto, anzi, è ancora più bella. In questo modo sono potuto venire da te provando a farti innamorare ancora con una piccola birichinata, come facevo un tempo. Ti va di ricominciare da dove siamo stati interrotti cinquant’anni fa?>> chiese con tono galante Arci, afferrandole la mano e sfiorandola con le labbra come un vero gentiluomo.
Genziana scoppiò di nuovo a ridere <<Oh, Arcibaldo, sei sempre il solito mattacchione! Gli anni non hanno alterato la tua capacità di sorprendermi e di farmi ridere, né, da quel che mi racconti, il tuo fascino e la tua parlantina, capaci di ammaliare il tuo pubblico e farti poi seguire ovunque. Questi poteri non funzionarono, ahimè, solo su mio padre, purtroppo. Vieni qui che ti faccio un caffè: sarà meglio cominciare da capo!>>. E prendendolo per mano, con gli occhi che brillavano e le guance rugose arrossate di emozione come fosse la stessa ragazza di allora, Genziana condusse Arcibaldo in cucina.

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Questo post è stato condiviso e votato dal team di curatori di discovery-it.

Il romanticismo che mi piace! ❤ _ ❤

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Quello un po' pazzerello! :-D

Gran bel racconto, peccato solo una cosa, che scrivi troppo di rado, di post vome questo si sente sempre la mancanza ultimamente

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Grazie mille Maddy! Il tuo sostegno ed il tuo feedback contano moltissimo per me!
In realtà grazie al Neverendingcontest sono riuscita ad inserire come impegno fisso il mio post settimanale con un racconto, e per me questa costanza di un post a settimana fisso è davvero un record! Per il resto...chissà, forse un giorno riuscirò a dedicarmi alla scrittura molto di più.

Sono molto contento dell'opinione che hai di me, contraccambio di cuore tutto quanto

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