Lettera a un amico [Theneverending contest - Il viaggio]

in #ita6 years ago (edited)



Caro Mattia,

so che non sei d'accordo con il modo in cui sto vivendo la mia vita ultimamente, che tu pensi che stabilità e sicurezze siano fondamentali, che dovrei avere un lavoro almeno discreto con entrate regolari, ma io condivido il pensiero di Yoshi Oida:

“La terra e il cielo si muovono,
l’universo si muove,
e gli esseri umani sono fatti per muoversi”.


E dopo questa bellissima frase ad effetto, dove si esalta l’entusiasmo del movimento, dove si aprono gli immaginari filosofici di “eppur si muove” o “tutto scorre”, mi soffermo sulla considerazione di una giovane donna che scrive in un blog: “La gente cammina su di una scala mobile a ritroso, nel momento in cui smette di camminare..... torna indietro”. La vedo: tutta questa gente che si affanna sulle scale mobili rincorrendo sogni, aspirando a mete di successo e bellezza, lottando smarrita alla ricerca di valori dimenticati, crescendo bambini ignari, continuando a studiare perché la cultura è la ricchezza più grande….e poi si inciampa, ci si distrae un attimo e il tapis roulant ci riporta indietro da dove siamo partiti. Game Over, e si ricomincia.
Ma arriva la saggezza di Marcel Proust a trarci in salvo: “Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi”. Questa potrebbe essere una delle chiavi di lettura che porterà sollievo all’affanno delle nuove generazioni, dandoci la speranza che, infilando un paio di occhiali magici, si possa realmente vedere un mondo nuovo o, più semplicemente, il mondo cosi com’è.


Ma non voglio scrivere un saggio, non voglio dare definizioni o convincerti di qualcosa, voglio solo dirti con parole mie il turbinio di emozioni che ci accompagnano nel nostro andare, cercare di trasmetterti il volo delle farfalle nello stomaco e del solletico sotto i piedi.


Sono passati mesi di viaggio, di zaino in spalla, di mappe in mano, di incognite, di post da scrivere, di scarpe rotte e foto impubblicabili. Ma non è sempre facile, il bagaglio che ci portiamo appresso è meravigliosamente pesante: abbiamo camminato per strade impervie e verdi altipiani, parlato con conoscenti di passaggio, da soli e con i muri e con le stelle, con gli amici degli ostelli, le persone della strada, altri viaggiatori come noi, abbiamo corso sui sentieri di montagna, per le calli di città e paesi, abbiamo corso qualche rischio perchè chi non risica non rosica, abbiamo corso per seguire qualcuno, per scappare da qualcuno, per prendere un bus, per non prendere la pioggia, abbiamo riso della vita, di gioia e di dolore, anche quando non capivamo niente speravamo che anche gli altri ridessero con noi, abbiamo riso alle barzellette, alle cose belle, davanti al mare, abbiamo riso di noi stessi, degli altri, delle situazioni più improbabili che ci sono capitate, abbiamo riso per non piangere, abbiamo mangiato un sacco di riso, abbiamo riso a crepapelle, abbiamo pianto di stanchezza, di gioia, di dolore, di nervoso, abbiamo pianto in silenzio, abbiamo pianto disperatamente per qualcuno che ci ha lasciato, pianto urlando, singhiozzando, imprecando, battendo i pugni, abbiamo pianto di malinconia, di nostalgia e di sorpresa, abbiamo amato la natura infinita, la nostra pachamama, i giorni e le notti, le novità, l'incognita, la potenza dei vulcani, l'infinito dei deserti, la luce del crepuscolo,





abbiamo amato ogni animale incontrato sulla strada, gatti, pinguini, pecore, caprette, lama, alpaca, rane e iguane, abbiamo amato ogni persona conosciuta, ogni sorriso, ogni mano tesa, abbiamo abbracciato il mondo intero con uno sguardo, ogni amico che andava nella direzione opposta, abbiamo amato vivere con poco, il nostro zaino fidato sulle spalle, i timbri sui passaporti, mangiare in compagnia, ascoltare musicisti di strada, condividere idee e progetti, abbiamo lottato contro noi stessi, contro le resistenze, contro le paure, abbiamo combattuto il panico, la noia, l'abitudine, il consumismo, la comodità, abbiamo cercato la differenza, l'insolito, il diverso, il difficile, quello che mai avremmo pensato potesse essere, abbiamo sofferto, avuto fame, freddo, sonno, paura, abbiamo scalato montagne, pensieri, immaginazioni, preconcetti, sensi di colpa, muri immaginari e recinti privati, abbiamo ascoltato storie di altre vite, racconti paralleli, abbiamo ascoltato fantasmi, consigli, opinioni, visioni alternative, abbiamo smesso di immaginare per goderci il momento presente, abbiamo aperto porte, valigie, occhi, abbiamo aperto nuove menti e finestre di aria pulita, abbiamo chiuso l'impossibile in una scatola, abbiamo spento luci e acceso candele, spento tv e acceso radio, abbiamo cercato i nostri sogni, nuovi panorami, ispirazioni e fantasie, abbiamo perso l'anima, abbiamo trovato un'anima nuova e nuovi ricordi, abbiamo rischiato senza sapere, abbiamo capito che non sapere è solo l'inizio, che se già lo sapessimo tutto non ci sarebbe più nessuno stimolo, siamo stati felici di poter essere noi stessi, siamo stati accolti, aiutati, sfamati, dimenticati e ricordati, abbiamo stretto i denti, le mani, il portafoglio, il cappello in testa, abbiamo raccolto fiori, idee, indirizzi, cani randagi, viaggiatori in difficoltà, abbiamo comprato lo stretto indispensabile, abbiamo trasformato e riciclato, scambiato, condiviso, ricambiato e regalato, siamo diventati viaggiatori, camminatori del mondo, figli adottivi di una mamita cilena, genitori premurosi di una figlia incredibilmente entusiasta della vita, abbiamo rincorso stelle cadenti e espresso desideri, abbiamo vissuto sul filo dell'orizzonte in giornate senza fine, ci siamo persi mille volte e mille volte ci siamo ritrovati sempre diversi.

Mi manchi sempre quando non ci sei, ma non sarei più io se mi fermassi lì con te. E se hai letto questa lettera con amore mi capirai. Lascia che adesso ti auguri io “buon viaggio”, qualunque sia la strada che prenderai, perchè ognuno sceglie un percorso diverso per raggiungere i propri sogni, l'importante è non arrendersi mai.
Ti abbraccio, con affetto tua Ale









Le foto sono dell'autore.


In partecipazione a:
theneverendingcontest n° 4 S4-P1-I1 – Contest di @spi-storychain

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La gente cammina su di una scala mobile a ritroso, nel momento in cui smette di camminare..... torna indietro”. La vedo: tutta questa gente che si affanna sulle scale mobili rincorrendo sogni, aspirando a mete di successo e bellezza, lottando smarrita alla ricerca di valori dimenticati, crescendo bambini ignari, continuando a studiare perché la cultura è la ricchezza più grande….e poi si inciampa, ci si distrae un attimo e il tapis roulant ci riporta indietro da dove siamo partiti. Game Over, e si ricomincia.

Descrizione perfetta della realtà.

Sicuramente in me questa lettera qualcosa ha smosso, un po' di solletico sotto i piedi...
(Ricorda di linkare il post sotto il contest)
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grazie ci fa molto piacere alla prossima

Dalle citazioni filosofiche etichettate panta-rei ad una valutazione piú pratica di quelle che sono esperienza passate.
Quando il lettore ottimale capace di capire ogni minimo significato è uno e specifico penso che il valore del "saggio" (anche se te non l'hai voluto descrivere cosí) assume un valore concentrato, capace di esplodere in un tripudio di emozioni una volta che costui lo legge. Spero ciò possa accadere!

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grazie 1000! a presto

Commovente e scrtitto benissimo, come sempre!

grazie del commento e per averci letto

Hello @road2horizon, thank you for sharing this creative work! We just stopped by to say that you've been upvoted by the @creativecrypto magazine. The Creative Crypto is all about art on the blockchain and learning from creatives like you. Looking forward to crossing paths again soon. Steem on!

Un impetuoso e accorato inno alla vita e al non restare mai fermi.
Questo è il governo del cambiamento che vorrei!
Sontuosi come sempre

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un voluttuoso grazie per il commento e per averci letto

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