Parole sospese #12

La creatività viene definita non tanto come una abilità acquisita ma piuttosto come un “atteggiamento mentale” che va curato giorno per giorno, come un'attitudine verso il pensiero flessibile, aperto al nuovo e rispettoso delle differenze. Ma la parte più importante è che la creatività non prevede il fallimento, se qualcosa non viene come la volevamo non è un errore, ma un nuovo punto di partenza per continuare a sperimentare, esplorare sentieri imprevisti, fare i conti con situazioni inaspettate.

Gli psicologi lo chiamano lateral thinking, ovvero il pensiero laterale, istintivo, naturale, non condizionato, un tipo di pensiero che non segue le regole della logica. Si oppone al pensiero razionale che troppo spesso ci rende limitati nel nostro modo di vedere e interpretare la realtà: spesso restiamo incastrati in qualche difficoltà senza essere capaci di pensare diversamente da come siamo abituati. Abitudini che noi non vediamo come degli ostacoli, ma anzi, come delle sicurezze e delle certezze a cui aggrapparci sempre.

Usare il pensiero laterale significa riuscire a scardinare le convinzioni e le logiche ormai date per scontate, rendendo possibile un cambio di prospettiva, un'inversione di marcia, senza vivere la paura del giudizio degli altri, senza sottostare agli standard convenzionali di ciò che è giusto o sbagliato, bello o brutto.
La creatività è la libertà di pensiero e di azione tipica del bambino, che crea e fantastica oltre ogni confine e oltre ogni immaginazione. La creatività arriva quando liberiamo il nostro bambino interiore, ancora puro e inconsapevole, non addomesticato dalle regole costruite dell'uomo. Il bambino capace di sognare, capace di “fare finta di”, capace di volare veloce come un razzo sul dorso di una tartaruga volante!

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