Parole sospese #6

in #ita5 years ago

Vedi? Anche i fiori, che io adoro, mi mandano i loro segnali subliminali.

Saper aspettare






Corriamo, lavoriamo, studiamo, seguiamo i figli, siamo sempre di fretta. Senza considerare la competizione del mondo di oggi in cui vorremmo essere sempre i primi, i più belli, i più bravi. La parola d'ordine è successo, affermazione, essere qualcuno. Ma non è facile, e allora corriamo ancora più forte. E quasi mai ci concediamo il lusso di fermarci e di goderci qualche momento di pace, senza pensare alle ansie per il domani che già bussano alla porta.
Alcuni autori moderni chiamano questa condizione “hurry sickness”, ovvero il malessere da frenesia: ci arrabbiamo nel traffico, siamo succubi delle scadenze, guardiamo sempre l'orologio per non arrivare tardi in palestra o a casa.
E' vero, il tempo non basta mai, e per massimizzare i risultati facciamo anche più cose contemporaneamente, rischiando spesso di combinare delle belle frittate.

Forse quest'ansia del tempo che ci sfugge di mano e che non ci permettene di portare a termire tutto quello che desideriamo è la conseguenza del nostro sentirci non appagati, o non abbastanza apprezzzati dagli altri, pensando così che, se facciamo di più, forse qualcuno noterà il nostro valore.
Questa purtroppo è una reazione sociale diffusa insieme all'idea che fermarsi a riflettere, sbagliare e dover ricominciare sia solo una perdita di tempo.
Non è così: è la vita che scorre, ci sono ostacoli sulla via, ci sono fermate del bus, ci sono scioperi … nessun giorno è uguale all'altro e molti eventi non possono essere previsti. L'uomo deve imparare l'arte della pazienza: il tutto-e-subito è un concetto illusorio, che una volta raggiunto si dilegua, bisogna saper aspettare come i fiori aspettano la primavera per rinascere.
Impariamo dalla natura, è più vecchia e saggia di noi.

Ogni sera andavo a dormire senza spegnere il cellulare. La mattina seguente vedevo che non c’erano state chiamate e mi rattristavo. L’umore si faceva nero, e cominciava un’altra giornata di attesa. Attesa di qualcosa che non arrivava mai. Nelle giornate di attesa, fuori dalla finestra è sempre buio. (Banana Yoshimoto)



La foto è dell'autore.



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Mi ritrovo molto nel tu post, meno ora, ma un anno fà credo di essere stata una forte vittima del hurry sickness, correvo sempre e di continuo e anche ora talvolta mi sento addosso questa foga o irrequietezza, questo bisogno di farne mille e non fermarmi mai, se mi fermo pena il senso di colpa del non sentirmi "attiva"...

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