La potenza dei ricordi

In questi giorni sono tornata in alcuni luoghi della mia infanzia e adolescenza, i luoghi in cui ho passato le mie estati e i miei compleanni, i luoghi in cui la spensieratezza era alla base di ogni vissuto. Sono stata appunto travolta dai ricordi, e mi sono sentita anche un po' triste e malinconica. Mi sentivo un pesce fuor d’acqua nel mare in cui sono cresciuta. Mi sentivo ferma cristallizzata nello stesso luogo di adesso ma in un tempo precedente in cui avevo almeno 10 anni in meno. Da qui la riflessione sui ricordi e il loro potere su di noi.

Vi siete mai chiesti quanto i nostri ricordi influiscano sulla vita di tutti i giorni? Quanto un particolare odore, che ci riporta con la mente ad un determinato momento della nostra vita, abbia il potere di spingerci su una strada piuttosto che su un'altra? Quanto il ritrovamento di un vecchio oggetto o di una fotografia, possa cambiare l’umore della nostra giornata? E le canzoni…ce ne sono alcune con il potere di riportarci totalmente indietro nel tempo.

Così mi sono fermata a pensare…

Cicale… le cicale che cantano ininterrottamente quasi a creare un sottofondo musicale continuo, mi rilassano e mi fanno sentire tranquilla. Nel “paese della mia infanzia” ne era pieno, sarà per questo che continuo ad amare quel suono.

Pini…l’odore dei pini mi riporta alla mia città natale, chi non conosce il famoso ritornello di Venditti “Come i pini di Roma…” nella canzone Notte prima degli esami? A Roma l’odore dei pini ti travolge e ti rimane dentro, e a 28 anni ancora ricerco quell’odore familiare.

(Foto di proprietà dell'autore)
Quanto sei bella Roma quand'è sera (A. Venditti, Roma capoccia)

Per le canzoni, beh credo che ogni periodo della nostra vita abbia un sottofondo musicale.
Vediamo… direi che per quanto riguarda la mia prima infanzia potrebbe vincere La bambola di Patty Pravo; mia sorella, più grandicella, la cantava in continuazione e io dietro che la imitavo con fare adorante.
Gli anni delle elementari sono stati decisamente accompagnati dagli 883, e qui vince Io ci sarò, con la mia amichetta del cuore non smettevo mai di ascoltarla.
Devo confessare con sommessa dignità anche il sottofondo delle scuole medie… rullo di tamburi...sul podio troviamo i Blue con Breathe Easy (chissà se qualcuno se li ricorda!), il mio primo concerto con tanto di lacrime di adolescente sognante. Andando avanti le canzoni si fanno più dignitose e ricordo gli anni del liceo sotto la colonna sonora dei Guns N’ Roses, November rain. Gli anni dopo li consacrerei con Indietro di Tiziano Ferro, per poi finire decisamente con Halleluljah (la versione di Jeff Buckley), cantata non più di tre anni fa su una scogliera alla fine del mondo, con persone più che speciali, incontrate solo qualche settimana prima.

È il turno dell’oggetto, il mio generatore di ricordi preferito è senza dubbio il foulard della mia amata nonna. Quando era in vita, ed io avrò avuto non più di 6 anni, la ammiravo mentre si preparava per uscire, scegliendo dai suoi armadi uno dei tanti foulard che amava indossare e che inevitabilmente assorbivano il suo profumo. Quando morì avevo circa 10 anni e l’unica cosa che chiesi di avere fu uno di questi, lo stringevo e lo odoravo e mi sembrava che lei fosse ancora lì con me. Negli anni il foulard perse il suo profumo, io lo conservai accuratamente in un cassetto. Solo l’anno scorso ho iniziato ad indossarlo e, come immaginavo, non ha per nulla perso la sua potenza mnemonica.

Con questo post un po' diverso, ho voluto far conoscere un po' di me attraverso dei ricordi. Che poi, non siamo forse fatti di memoria?

E voi di quali ricordi siete fatti?