Comunicare con gli alieni?

in #ita6 years ago (edited)

Le due sonde Voyager, lanciate nel 1977, portano con sé un disco d’oro, sul quale sono stati incisi parole, suoni, rumori e musica della Terra. La distanza percorsa in 40 anni di viaggio è tanta su scala umana, ma pochissima su scala astronomica. Basti pensare che la Voyager 1, la sonda più lontana in assoluto, ha attraversato giusto pochi anni fa (6/5) la data non è certa, la regione in cui le particelle del vento solare vengono bloccate dal vento interstellare. Insomma, praticamente non si è mai mossa di casa, l’influenza del Sole rispetto al resto del cosmo è stata preponderante fino a ieri. Le Voyager continueranno il loro viaggio per centinaia di migliaia di anni. Sono manufatti che sopravviveranno alla specie che li ha costruiti, e porteranno a zonzo la testimonianza della nostra esistenza.


Imagine CC0 Creative Commons - Source



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Un messaggio, quel disco, destinato ad un eventuale razza aliena che un giorno incontrerà queste sonde alla deriva nello spazio. Un incontro assai improbabile, diciamocelo. Lo spazio è grande, e nonostante io sia convintissimo dell’esistenza di specie aliene, magari più intelligenti di noi, sono altrettanto sicuro che quelle sonde non incontreranno mai più nessuno. E se proprio sarà qualcuno, allora saremo noi umani, in un futuro remoto.

Non è certo l’unico tentativo fatto dall’uomo per entrare in contatto con gente di altri mondi. Celebre è il messaggio di Arecibo, lanciato dall’omonimo radiotelescopio. È diretto verso un gruppo di stelle lontano 25000 anni luce, il che significa che un’eventuale risposta arriverebbe tra 50'000 anni. Nel frattempo, briscola?

In realtà sono 70 anni che buttiamo nello spazio le onde elettromagnetiche delle trasmissioni radiotelevisive. Potete immaginare una sfera di raggio 70 anni luce centrata sulla Terra: quella è l’estensione massima raggiunta dai segnali umani. Un nulla.

Probabilità che siano intercettati? Bassissima.
Probabilità che siano capiti? 0

C’è un problema di fondo quando si tratta della comunicazione con le specie aliene: non abbiamo idea di come sono fatte. Quali regole comunicative usano? Di quali sensi sono dotate?

Comunicare


Immaginate che un giorno una specie aliena decida di invaderci. Come comunichereste a loro “ci arrendiamo” ? Bandiera bianca? Magari nel loro linguaggio significa “guerra”. Magari non significa nulla.
Il punto è che non c’è modo di mettersi d’accordo (a priori) su un linguaggio comune da usare. Il messaggio di Arecibo è stato scritto in codice binario, perché si presuppone che una specie in grado di costruire dispositivi elettronici debba saperlo utilizzare. Vero, ma qual è il senso che viene dato a quella sequenza di 0 e 1 ricevuta? Probabilmente non lo stesso che viene attribuito dagli uomini, che nel messaggio hanno scritto informazioni riguardanti il sistema solare, il DNA e i numeri.
È probabile che gli alieni utilizzino una loro forma di matematica. Ammettiamo che conoscano il teorema di Pitagora. Se ci troviamo davanti a un individuo alieno, con biro e foglietto, come glielo scriviamo?
Ok, ma che cavolo significano quei simboli? Insomma, il senso del discorso credo sia chiaro: comunicare è una questione di convenzioni. Convenzioni che non è possibile stabilire con un effimero messaggio radio lanciato nel cosmo.

Questione di sensi

Kant, nella “Critica della ragion pura” si pone il seguente problema: come veniamo a conoscenza della realtà che ci circonda? Perché vediamo accadere le cose sempre secondo schemi prestabiliti? È un tentativo di risolvere un problema sollevato da Hume, riguardo al principio di causalità.
Per approfondimenti, potete visitare quest’altro post.
Secondo Kant, vediamo accadere le cose sempre nello stesso modo perché i nostri sensi sono costruiti (evoluti) così. È grazie ai sensi che raccogliamo informazioni dalla realtà che ci circonda, e poiché il loro funzionamento non cambia nel tempo, anche noi percepiremo la realtà sempre allo stesso modo, limitato secondo Kant. Non è così assurdo pensare che esista una realtà anche al di fuori di quello che noi possiamo percepire.


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Basti pensare che noi esseri umani vediamo solo una porzione limitata dello spettro elettromagnetico. Altri animali sono più sensibili ad altre lunghezze d’onda. Però nessuno sbaglia. La proprietà “colore” di un oggetto esiste per gli esseri umani, per qualche animale, ma non certo per tutti. I pipistrelli non percepiscono lo spettro elettromagnetico. Per loro i colori non esistono, e hanno ragione. Le persone daltoniche non distinguono alcuni colori, ma una persona "normale" non potrà mai capire quali colori vedono, perchè non esiste un metro di paragone in grado di raccordare le due esperienze percettive.

L’universo di per se è buio, siamo noi che interpretiamo le informazioni che ci giungono attraverso i fotoni come “colori”. Discorso analogo per gli altri sensi. Chissà che suono fanno gli ultrasuoni… non lo sapremo mai, almeno finchè il nostro apparato uditivo resta lo stesso, e comunque anche se cambiasse non è detto che sentiremmo dei suoni diversi, dipende anche da come il nostro cervello elabora gli stimoli elettrici che gli giungono attraverso l'apparato uditivo.
Kant osserva che la realtà viene come “filtrata” dai nostri sensi, sempre allo stesso modo, e non possiamo scappare da questa situazione. Esiste una realtà inconoscibile a cui non potremo mai accedere, che sta "dietro" ai fenomeni percettibili, la "vera essenza" delle cose, il noumeno.



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Applichiamo questi concetti agli alieni. Quanto è probabile che percepiscano l’universo nel nostro stesso modo? Pochissimo. Se vedono funzionare il mondo in un modo diverso dal nostro, è pure possibile che abbiano sviluppato leggi fisiche diverse dalle nostre, che descrivono qualcosa che a noi sembra totalmente insensato. Se vi sembra un discorso assurdo vi capisco, ma ha un suo senso.
In quest’ottica come possiamo sperare di comunicare qualcosa di davvero comprensibile? Magari 'sti alieni non hanno gli occhi, oppure vedono le onde radio che gli inviamo come noi vediamo la luce stroboscopica…sarebbe terribile. I suoni registrati sul disco delle Voyager come verrebbero percepiti? Forse come rumori, oppure non verrebbero sentiti affatto. Potremmo vivere su due piani di realtà totalmente differenti, essere uno il noumeno dell’altro, e allora non ci sarebbe nulla da fare. Fine dei giochi.
Naturalmente questa è un’eventualità, è possibile che esista una razza aliena con caratteristiche sensoriali simili alle nostre.

Ecco i motivi per i quali, secondo me, difficilmente riusciremo a comunicare con un’altra civiltà intelligente. La vita sì, quella la troveremo, forse già con i telescopi che verranno costruiti nei prossimi 30 anni. Non aspettatevi nulla se non dei microbi, ma sarebbe comunque la scoperta del secolo.



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È dunque tutto vano? Meglio smettere di lanciare segnali nello spazio? No, in fondo sono l’unico modo che abbiamo per far notare la nostra presenza nell’universo a qualcun altro, e soddisfano al nostro bisogno di dire “hei noi siamo qui, guardateci!”. Magari prima o poi qualcuno ci vedrà davvero… e ci metterà un like.

Fonti

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Immagine CC0 Creative Commons, si ringrazia @mrazura per il logo ITASTEM.
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Ahahah no dai un Facebook alieno spero proprio di no. Però non credi che la matematica sia universale? Un alieno più un alieno saranno sempre due... per tutti. Il come si comunichi uno o due sarà un altro problema da risolvere.
Un saluto, nicola

La matematica potrebbe essere un buon punto di partenza, forse. Dipende anche da cosa sia davvero la matematica. È un insieme di ipotesi e dimostrazioni dettate dalla logica? Non è detto che non possa esistere un'altra logica altrettanto valida...difficile esprimersi sulla questione! :)

Scoprire l'esistenza di una reale altra forma di vita è sempre stata da parte mia fonte di curiosità e mi piacerebbe poterla portare avanti.
Sognare non costa nulla!

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Secondo me se una specie aliena è così evoluta da arrivare da noi non sarà sicuramente ne aggressiva ne bellicosa ma credo espansiva anche se la comunicazione sarà un problema, ma chi è evoluto ha volontà. Riguardo al disco lanciato nello spazio bisogna anche saperlo usare. Una specie evoluta magari fa magie ma non ha scoperto la musica o il lettore ;). Magari era meglio inviare delle foto...con la speranza che gli alieni siano dotati di vista.

Chissà che non vedano i suoni :D

Riguardo i numeri binari e la loro interpretazione: di sicuro la base più indicata per cercare di manifestare un'intelligenza tramite la matematica è appunto la base 2 se non la 1, tuttavia mi domando come un alieno possa interpretare la codifica delle informazioni.

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