Mettere il Sole al centro

in #ita5 years ago

Un piccolo inquadramento storico. Parliamo del periodo in cui è florida la civiltà ellenistica (330 a.C. - 30 a.C.), che si sviluppa nell'area del mediterraneo. Questa fase del mondo antico conobbe uno sviluppo tecnologico e senza precedenti, e si potrebbe davvero considerare il periodo storico in cui nasce la scienza moderna, 2000 anni prima della rivoluzione scientifica iniziata nel 1600. Naturalmente non si tratta affatto di sminuire le menti che in epoca moderna hanno dato il via alla rivoluzione scientifica.
Mi soffermerò in particolare sulle conoscenze di tipo astronomico, e su una ipotesi avanzata da alcuni personaggi che tutto sommato dimostrarono di non essere esattamente degli stupidi. Attenzione! È importante sottolineare che i fatti sotto esposti sono riportati da varie fonti storiche. Nonostante le prove siano convincenti, non dimentichiamo che si tratta di fatti accaduti due millenni fa. È pertanto importante non prendere come oro colato le ipotesi speculative.

L'astronomia scientifica si sviluppa a partire dalla fine del IV secolo a.C. , in concomitanza con lo sviluppo della matematica, grazie ad alcune figure fondamentali: Archimede, Aristarco, Eraclide, Seleuco e Ipparco.
Non tutte le opere degli autori sopra citati sono giunte fino a noi, perciò per ricostruire le teorie da loro elaborate è stato necessario fare affidamento a fonti indirette, citazioni, da parte di altri autori. Ad esempio, le teorie di Aristarco sono note grazie agli scritti di Archimede (nell' Arenario), mentre conosciamo quelle di Ipparco grazie agli scritti di Tolomeo (Almagesto) (200 d.C.).
Nell'Almagesto viene spiegato che Ipparco aveva scoperto la precessione degli equinozi e misurato la distanza tra la Terra e la Luna, stimandola in 59 diametri terrestri. 60 è il valore medio corretto. Per la verità, il procedimento che Ipparco ha probabilmente utilizzato per compiere quest'ultima misura è affetto da numerosi errori, che si cancellano a vicenda per puro caso.
Nelle opere di Archimede, ma anche in quelle di altri autori (Plutarco, Simplicio), viene invece descritta la teoria eliocentrica di Aristarco.
Aristarco aveva formulato una teoria che attribuiva alla Terra un moto di rivoluzione attorno al Sole, e un moto di rotazione del pianeta su sè stesso. Si spinse oltre, ipotizzando che l'asse di rotazione fosse inclinato rispetto al piano dell'orbita. Ci aveva preso in pieno, duemila anni fa.


Imagine C00 Creative Commons

Una cosa importante da sottolineare è che Aristarco cercò in tutti i modi di "salvare i fenomeni", ossia di spiegare le osservazioni dei complessi moti planetari assumendo un Sole posto al centro e una Terra rotante. Insomma, una prima traccia di metodo scientifico: costruire un modello, e verificarne la coerenza con le osservazioni.
Cicerone narra che Archimede costruì un planetario che riproduceva i moti dei corpi celesti, ma non è noto come lo costruì. Da una parte è possibile che sia stato costruito ponendo la Terra fissa al centro, dall'altra il Sole.
Il problema è che se viene posta al centro la Terra, i moti degli altri corpi celesti diventano assurdamente complicati. Ogni pianeta dovrebbe ruotare attorno a un centro immaginario, scelto ad hoc per ognuno. Si parla di epicicli e deferenti.
560px-Epicycle_and_deferent.svg.png
Imagine C00 Creative Commons

Costruire un impianto meccanico che riproduca questi movimenti sarebbe estremamente difficile. Nel modello eliocentrico di Aristarco invece, le cose sono molto più semplici, i moti più ordinati, e la costruzione di un planetario molto più semplice.

655px-Copernican_heliocentrism_diagram-2.jpg
Imagine C00 Creative Commons

Ora possiamo solo fare delle supposizioni. Posto che Archimede conosceva il modello di Aristarco, è più probabile che avesse scelto il modello eliocentrico (molto più semplice) per costruire il suo planetario, invece che quello geocentrico.
Cicerone scrive che
"L'invenzione di Archimede è da ammirarsi, in quanto egli aveva escogitato in qual modo una sola conversio potesse riprodurre i diversi e i vari percorsi con moti tra loro contrastanti".

Ad oggi non si hanno notizie certe di planetari costruiti usando il modello tolemaico, mentre è noto che dopo la rivoluzione copernicana è stato possibile costruire planetari di tipo eliocentrico.
Aristarco non fu il primo ad attribuire un moto alla Terra, lo fecero prima di lui Eraclide e Ecfanto. Se da un lato in questo modo viene naturale spiegare l'alternarsi del giorno e della notte, dall'altro questo richiede una profonda revisione (e comprensione!) dei concetti dello spazio e del moto. Nelle civiltà "prescientifiche" il concetto di quiete e moto erano considerati assoluti. Non si era mai sentita la necessità di specificare rispetto a quale punto un corpo si muove. Su una Terra immobile questo non crea problemi, ma se accettiamo che la Terra si muova, allora bisogna rendere conto di come mai non ce ne accorgiamo. Oggi sappiamo che la velocità di rotazione all'altezza della Grecia è di circa 1000 Km/h, eppure si vive come se niente fosse. E sappiamo anche che i moti sono realmente relativi.
Euclide fece un'osservazione analoga, parlando di osservatore e oggetto osservato, e lo stesso Archimede si interessò del moto della Terra rispetto alle stelle fisse.
Persino Tolomeo, sostenitore del geocentrismo, nell'Almagesto ammette che un moto relativo tra Terra è stelle può essere compatibile con le osservazioni.
Una celebre testimonianza del fatto che la relatività del moto fosse un fatto noto in tempi antichi è fornita da Lucrezio in un passo del De rerum Natura afferma che i passeggeri di una nave vedono la costa muoversi e la nave ferma.
Ad ogni modo, dopo Aristarco vennero elaborate diverse teorie matematiche che si preoccupavano di prevedere il moto dei pianeti. Ma nessuna di queste si poneva l'obbiettivo di indagare la realtà fisica del mondo, almeno fino al 1500.

Le idee esposte dai personaggi che ho citato in questo post non sono intuitive, sicuramente non lo erano allora. Anche se oggi le diamo per scontate, è bene ricordarsi che furono la conquista di un lungo percorso intellettuale. È stato invece molto facile liberarsene, e rinunciare a una vera indagine della natura basata sui dati di fatto.

Un commento finale


Sul perchè le conoscenze acquisiste in età ellenistica siano andate perdute ci sarebbe molto da dire. Certamente una delle cause furono le guerre con Roma, potenza nascente. Banalmente, vennero a mancare i soldi. E l'interesse. Comprensibile direte, ed è vero. Ma questo dimostra come, quando non si investe in cultura, le conoscenze acquisite non ristagnino, ma regrediscano. Uno stato che non investe in ricerca soccombe. Passo e chiudo.


Fonti


Lucio Russo - La rivoluzione dimenticata capitolo 3.6
Scientific Advancements in the Hellenistic Period
De rerum Natura IV 387-390
Ellenismo


Mi trovi su

Twitter

Letture consigliate (link di affiliazione Amazon):
Barabasi, Albert-Laszlo Linked: The new Science of Networks
Marco Potenza - Dio non gioca a dadi
David J. Hand - Il caso non esiste
Stephen Hawking - Dal Big Bang ai buchi neri
Carlo Rovelli - Sette brevi lezioni di fisica
Bertold Brecht - Vita di Galileo
Paolo Nespoli - Dall'alto i problemi sembrano più piccoli

votaXdavinci.witness.jpg
Immagine CC0 Creative Commons, si ringrazia @mrazura per il logo ITASTEM.
CLICK HERE AND VOTE FOR DAVINCI.WITNESS

Sort:  




This post has been voted on by the SteemSTEM curation team and voting trail in collaboration with @curie.

If you appreciate the work we are doing then consider voting both projects for witness by selecting stem.witness and curie!

For additional information please join us on the SteemSTEM discord and to get to know the rest of the community!

Coin Marketplace

STEEM 0.31
TRX 0.11
JST 0.034
BTC 66441.00
ETH 3217.31
USDT 1.00
SBD 4.22