Occhi di pietra

in #ita6 years ago (edited)

Buonasera amici,
partecipo con questo racconto al contest ideato da @heidi71. Grazie mille per questa opportunità.

Rafael, con la Marlboro tra le dita, camminava pensieroso sul vialetto e si accingeva a cercare le chiavi di casa, buttate poco prima nella ventiquattrore.

«Ciao tesoro ben tornato!»

Chiara, sua moglie, una bella ragazza bionda dagli occhi verdi stava cucinando il suo piatto preferito: gli gnocchi al ragù.

«Amore oggi sei piuttosto taciturno, qualcosa t’inquieta?»

Nella mente di Rafael c'era il mondo. Non poteva certo rivelarle i suoi più intimi pensieri, no, non poteva e non l'avrebbe mai fatto, avrebbe celato quei peccati per l'eternità.

«No cara, solamente una giornata molto stressante in ufficio»

Si avvicinò a lei e la baciò dolcemente sulle labbra.

«Ti amo tesoro e non vedo l'ora di conoscere Silvia»

...................................................................

I due sposini si erano trasferiti da poco ad Avezzano, un piccolo comune della provincia dell'Aquila. La loro vicina Elena, era stata la prima a farli sentire a casa, mostrando loro la piccola cittadina, il macellaio di fiducia, il parco più verde e tranquillo, il più romantico degli affacci sulla cittadina.

Le giornate di Chiara passavano veloci, il suo piccolo Giorgio aveva compiuto da poco un anno di vita e tante erano state le trasformazioni fisiche e mentali che le avevano letteralmente modificato il suo approccio alla vita.
Rafael invece usciva la mattina presto per passare l'intera giornata in ufficio, rientrava nel tardo pomeriggio stremato.
Non molti anni addietro si trovava in una situazione profondamente diversa, era sempre stato un'anima libera, girava per il mondo e, consapevole del suo fascino, turbava molto spesso i sogni di tante giovani fanciulle.

Di nazionalità brasiliana, alto, moro e con due paia di occhi carbone, riusciva a trafiggere molti cuori.
Chiara l'aveva conosciuta in uno dei tanti viaggi in Grecia, precisamente a Kos, una splendida isola circondata da un mare cristallino. Si erano follemente innamorati e, inaspettatamente, Rafael aveva deciso di provare con lei una relazione stabile.
La coppia sembrava funzionare, Rafael e Chiara andavano meravigliosamente d'accordo e il tempo scorreva senza accorgersene.

Il temperamento di Rafael, però, bussava impetuoso nelle sue vene, era sempre stato un avido conquistatore e la sua nuova condizione di uomo fedele lo aveva imprigionato in una gabbia invisibile.
Poco a poco i sentimenti verso Chiara andarono dissolvendosi, lui aveva provato in tutti i modi a riaccendere la fiamma ormai spenta ma non ne era stato in grado, l'unica soluzione era lasciarsi.
Tante tentazioni e tante rinunce, ma c'era qualcosa che gli impediva di chiudere quella storia: aveva compiuto un altro importante passo nella vita adulta, aveva avuto in dono un piccolo fagotto rosa, Giorgio, una meravigliosa creatura che cresceva a vista d'occhio, avrebbe salvato il mondo se solo lui glielo avesse chiesto, poco dopo il matrimonio per unire sotto gli occhi di Dio la loro unione, Chiara era molto credente.
Il trasferimento ad Avezzano ed il conseguente impegno lavorativo avevano dato il colpo di grazia a Rafael, spossato e nervoso spesso rimunginava alla vecchia vita da scapolo, ah quanto gli mancava!
Una sera rientrando a casa notò la sua vicina che portava a spasso il suo cagnolino.
Elena era una donna sulla quarantina, lunghi capelli scuri, fisico esile e due occhi di pietra. Si ricordava di lei e di quanto fosse stata gentile all'inizio del suo trasferimento e decise di andare a fare due chiacchiere prima di rientrare a casa.

«Ehi ciao Elena! Come va?»

«Ehm ciao Rafael, beh non c’è male e tu?»

«Solite cose, lavoro~casa~bimbo»

«Bene, una vita impegnata»

Fece cenno con la testa, mimando un saluto, e si diresse verso casa.

Perché quella donna era così schiva? Perché si era frettolosamente allontanata da lui? Eppure sapeva che non aveva nessun compagno, né figli.
Le donne un tempo pendevano dalle sue labbra, il suo fisico statutario non passava certamente inosservato e a coronare il tutto quello sguardo caldo e diretto di cui andava fiero, Rafael era un vero e proprio narciso, ma con lei non aveva funzionato...
Cacciando via quei stupidi pensieri diede l'ultima tirata alla Marlboro e ritornò sul vialetto di casa, infilò le chiavi nella toppa ed entrò.

Qualche giorno dopo Rafael vide nuovamente la vicina passeggiare sola col cagnolino e allungò il passo per raggiungerla.

«Ciao Elena come va oggi?»

«Beh solite cose, solita vita»

«Posso offrirti un caffè, magari una sigaretta?»

«Ti ringrazio ma ho smesso di fumare dalla morte di Carlo»

«Chi è Carlo?»

«Mio marito. Mi ha lasciato dopo 10 anni di vita assieme, poco dopo il nostro matrimonio si è ammalato di un brutto male che me lo ha portato via per sempre»

«Oh mi spiace molto, ti chiedo scusa per la domanda ma... non potevo saperlo»

«Figurati, non parlo spesso di Carlo sai, è stato un duro colpo e sento ancora le ferite aperte.
Sai Carlo, Carlos in verità, era brasiliano come te, ogni volta che ti vedo ho un tuffo al cuore perché attraverso i tuoi occhi rivedo lui»

Rafael era rimasto molto colpito dall'esperienza della donna, ora poteva capire perché i suoi occhi erano così stranamente malinconici e anche il suo improvviso dileguamento qualche giorno prima.
Rafael, sfacciatamente, prese la palla al balzo e le chiese se potesse offrirgli una tazza di thè a casa sua, raccontando di avere discusso con la moglie, e lei bonariamente accettò.
Da quel giorno ogni tanto Rafael andava a bussare alla porta di Elena, archittetando ogni volta un piano diverso ma, ciò che stava facendo era molto più subdolo, con la dovuta pacatezza cercava di ammaliare sempre più Elena che, già evidentemente attratta da quell'uomo così simile al suo Carlos, nutriva giorno dopo giorno un crescente desiderio.

Rafael aveva convinto Elena che sua moglie non aveva cura né di lui né tanto meno del piccolo Giorgio, ed era proprio questo il perno su cui faceva leva, narrando scene drammatiche che non poteva più sopportare.
Il suo sporco gioco era stato lento ma efficace, Elena era profondamente amareggiata dalla situazione in cui viveva Rafael e si stava perdutamente innamorando di lui.
I due avevano cominciato ad andare a letto insieme, lei si era concessa ad un altro uomo dopo anni dalla scomparsa del suo Carlo, lo aveva fatto per amore, amava Rafael, amava il suo modo di parlare, la sua capacità di trovare sempre le soluzioni ai suoi imprevisti, amava come la viziava con i complimenti…
I suoi occhi avevano ripreso a brillare, l'aria cupa di un tempo era scomparsa.

Ma, c'era un enorme ma, lui era ancora sposato.
Anche se più volte le aveva promesso che avrebbe lasciato definitivamente la moglie portando con sé il piccolo, questo non avveniva mai, e non sarebbe mai avvenuto. Rafael ingannava la donna poiché amava la sua carne, le piaceva da morire vivere quella doppia vita, l’ingordo conquistatore di un tempo aveva preso nuovamente possesso di lui, entrando violentemente nelle sue vene e Rafael non fece altro che dargli libero sfogo.

Elena continuava senza senno a godere di quell'amore finto, finalmente aveva ritrovato quel farfallio nello stomaco, dimenticato insieme alle mille sensazioni che quell'uomo vile le donava, viveva nella promessa che Rafael le aveva fatto.
Un giorno, durante la sua solita passeggiata vide in lontananza Chiara, stufa della situazione in cui si era cacciata si decise a parlarle di persona, si diresse a passo spedito verso di lei.

«Chiara! Chiara!»

La donna si girò e lei rimase di sasso.

«Ciao Elena che piacere!»

«Ma… ma tu sei incinta…»

«Sì cara, sono al quinto mese, Dio ci ha concesso un altro meraviglioso dono! La chiameremo Silvia. E tu come stai? È tanto tempo che non ti vedo sai?»

«Io… io… devi sapere che Rafael… Rafael… beh Rafel è… un uomo fortunato»

Non ce la fece a riversale la verità in faccia, non poteva vedendola così raggiante per la sua creatura in grembo. Aveva capito che quell'uomo non aveva fatto altro che prendersi gioco di lei e di sua moglie, e chissà di quale altra donna.

Lui era divenuto il suo tutto, lei era nessuno.

Sui suoi occhi scese inesorabile la sua vecchia compagna di vita, la tristezza, erano di nuovo lì, i suoi occhi di pietra.

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Elena, occhi di pietra

Autorizzazione gentilmente concessa da @heidi71

Sort:  

Brava @sarabelardo, sei da podio! :)

Grazie mille, sono contenta ti sia piaciuta 😊

Un altro pezzo da novanta nella corsa alla vittoria!
Complimenti!

Wow grazie del bel complimento 😁

Avevo anch'io una mezza idea di partecipare a questo interessante contest, ma per questa volta passo la palla, e preferisco leggere e commentare le storie che mi è piaciuto leggere, e questa l'ho gradita, anche se il finale agrodolce mi lascia sempre quel retrogusto un po' amarognolo.
Complimenti per questa tua intrigante e malinconica realizzazione, cara @sarabelardo

Grazie Marco! Il finale è alquanto triste...

Ciao cara, gradevolissimo racconto.. come del resto tutti quelli che scrivi. Il finale lo rende molto realistico perchè immagino che sarà, purtroppo, successo a tante donne di trovarsi in situazioni simili.

Grazie mille caro Carlo! Sono contenta ti sia piaciuto il racconto 😉

Una storia triste e... plausibile! Di uomini come Rafael e donne come Chiara ed Elena il mondo è pieno, purtroppo.

Quando ho visto il ritratto di donna ho avuto la tua stessa impressione, ho pensato che lo sguardo fosse estremamente espressivo, lasciando intuire una sofferenza ed una pena profonde, un senso di amarezza e disillusione. Occhi di pietra credo sia la definizione più appropriata, azzeccatissima!

Brava!

Grazie Francy! Ha dato la stessa identica sensazione a me, questi grandi occhi appesantiti da una profonda tristezza.

grazie @sarabelardo per il tuo contributo! Occhi di pietra: amo.

Un bellissimo racconto, realistico ma delicato. Hai avuto davvero un bel tocco con questa storia, mi è piaciuta molto.

Grazie mille cara piumadoro 😘

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