Attendiamo la prossima grazie

in #ita5 years ago

Si concluse quel giorno quella fuga dal caos della città.

Mattinata al lago e pomeriggio al parco divertimenti.

Sembrava di essere tornati negli anni '80 ed il 2018 pareva essere finalmente quel luogo ideale nel quale progettare una giornata piacevole e all'aria aperta con la propria famiglia.

L'apparenza inganna e le aspettative spesso vengono disattese.

Non sono i luoghi a fallire ma la gente che li popola.

Sentimenti contrastanti ha regalato quella giornata.

Restare seduti su quella panchina 20 minuti senza parlar, con il riflesso del cielo in un lago dorato e le risate dei bambini in sottofondo ti fanno capire come spesso le cose più belle al mondo siano gratuite.

Vedo gente in bici ma alcuni indossano una mascherina. I loro volti mascherati mi fanno tristezza, non per loro ma per noi che abbiamo ridotto la nostra terra ad un corpo tumorale anzichè celestiale. Siamo le metastasi che invadono la nostra culla e non ce ne rendiamo conto.

Oltre il lago si intravedono montagne innevate ma basta munirsi di un binocolo e guardare sulla propria destra per scovare fiumi di fumo alzarsi dalle vicine fabbriche che producono beni di lusso di cui nessuno ha bisogno.

Un contrasto sublime nella sua cruda spietatezza.

Mi godo questa giornata ma come sempre la paura della felicità assale ogni cellula del mio corpo.

Come sentirsi felici sapendo che forse un giorno quei bambini avranno il sorriso coperto da una mascherina?

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Come ammirare la bellezza di questo posto e al tempo stesso vedersi circondati da ragazzi distesi sul prato intenti a scorrere le loro pagine facebook anzichè scrutare gli occhi delle proprie amate in cerca di un luccichio che gli potrebbe cambiare la vita?

Pensieri banali, di una banalità esacerbante ma che destano inquietudine, anche in una bella giornata invernale ma piena di sole e risate come questa.

Nel pomeriggio ci muoviamo verso il parco divertimenti. Un luna park che ricorda Coney Island, che ricorda gli sfondi ai deliri di Elliot in Mr. Robot. In macchina ascoltiamo un pò di musica, quella rock, quella bella, quella che parlava di problemi dell'animo e della società trasmettendo voglia di evadere e al tempo stesso affrontare di petto quelle situazioni.

I bambini vanno educati anche su questo oggigiorno, insegnare la musica è un modo anche per insegnare loro la vita.

Il luna park sprigiona colore e fantasia ed i pargoli strabuzzano la vista mentre mano nella mano si accompagnano all'entrata.

Un carrozzone divertente ma che non si diverte più. Da piccolo passavo almeno un paio di giorni l'anno in questi luoghi ed i proprietari delle varie attrazioni scherzavano, parlavano, ammiccavano e creavano atmosfera.

Oggi vedo sbarbatelli agli ingressi con la pettorina gialla a strappare biglietti con la morte negli occhi ed un sorriso più finto della pettorina che indossano.

Non ci sono più tante persone ad accoglierci alle giostre, giusto il necessario per farti entrare ed uscire. I bambini si divertono ma l'atmosfera non c'è più. Grandi pannelli elettronici indicano le vie d'uscita, le toilette e le attrazioni principali.

Il sapore dell'attesa si mescola al sapore insipido delle stradine iperpulite ed ordinate di un'isola che non c'è.

Finalmente arriviamo alla ruota panoramica. Una carrozza da 6 da riempire per poter salire.

Ne siamo solo in 4 e restiamo in fila attendendo che lo sbarbatello di turno completi la carrozza.

Un tempo i bambini avevano paura dell'uomo nero.

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Oggi sono gli uomini ad aver paura del bambino nero.

Aspettiamo la prossima grazie.

Ascolto queste 4 parole bisbigliate da una giovane madre allo sbarbatello accanto a noi.

Ci guarda con disprezzo e con le mani protegge la sua bambina da non si sa cosa.

Fatichiamo a trovare 2 persone che completino la nostra carrozza.

Quando nel nostro viaggio in Sudan 10 anni fa decidemmo che non avremmo avuto bambini ma ne avremmo adottati quando saremmo stati pronti non immaginavamo che saremmo andati incontro alle più recondite e grette ignoranze delle persone.

Pensavamo che sarebbe stato difficile per i nostri figli, strappati alla loro terra, abituarsi all'occidente.

Non immaginavamo che sarebbe stato difficile per l'occidente abituarsi a 2 bambini dal colore della pelle diverso durante una domenica pomeriggio al parco divertimenti.

Aiutiamoli a casa loro

Nella meditazione trascendentale dell'occidente è questo il mantra più frequente.

Noi lo abbiamo fatto.

Siamo andati a prendere Sasha e Ryan a casa loro. Abbiamo dato loro una casa. Abbiamo dato loro un'istruzione. Abbiamo dato loro affetto. Abbiamo dato loro un futuro.

Sasha e Ryan erano orfani, sopravvissuti ad una guerra che gli aveva portato via casa, genitori e piccoli amici.

Lontani dalla guerra ma vicini ad un odio più sottile, subdolo e quotidiano.

Saremo in grado di essere il loro schermo di fronte a questa pioggia di ignoranza?

Basterà? Basteremo? Servirà a qualcosa?

Sarà abbastanza per costruire un piano di fuga dalla realtà?

Fuggire da una realtà cosi squallida sarebbe la scelta giusta o dovremmo combattere per cambiarla?

In primo piano per Sasha e Ryan o in primo piano per TUTTI i Sasha e Ryan di questo mondo?

La giornata è finita.

Si ritorna a casa.

Si ritorna in città.

Lontano dalle giostre e dal vortice di indifferenza e diffidenza che in questa Italia sempre più lacerata avvertiamo quotidianamente.

Domani si ricomincia. Tutti a scuola. Tutti al lavoro. 

Per un domani migliore?

Sort:  

Che tristezza sapere che queste cose succedano ancora...anche qui non è che son proprio tutti fratelli, ma c'è una varietà di etnie e colori tale, che non consente si verifichino spesso eventi simili. Eccezion fatta per i diversi gruppi di indigeni, che non sono super integrati, ma perlomeno hanno una certa indipendenza, un proprio governo e province autonome.

Solo adesso mi sono reso conto di non aver specificato che questo è un racconto di pura fantasia scritto per spi-storychain...
Comunque mi sono ispirato molto alla realtà dei nostri giorni

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Si capiva, si capiva ma purtroppo si sa che succedono per davvero episodi simili.

Posted using Partiko Android

Mah, un domani migliore, si spera, anche se l'ignoranza delle persone non finisce mai di stupire, per quanto imbecilli essi siano, il diverso fa sempre paura, perché esce dagli schemi, ma diverso da chi?? Siamo uomini, il bello e il brutto, il buono e il cattivo, non dipendono dal colore delle pelle, ma da quello che hai nel cuore.

Avevo intuito che il racconto era ispirato al contest di spi-storychain, ma, come hai giustamente rilevato tu, può essere tremendamente attuale, purtroppo...

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