Comics & Superheroes on TV - Chapter #4

in #ita6 years ago

Dopo una lunga pausa di oltre 2 mesi torna la rubrica Comics & Superheroes on tv che ha l'ambizione di raccontare cosa è successo negli ultimi anni alla tv fumettara, quella degli adattamenti e le rivisitazioni. Dopo aver parlato nei primi 3 capitoli delle linee generali dell'universo seriale dei comics, degli apripista Arrow ed Agents of Shield e delle serie Marvel Neflix arriviamo al quarto capitolo che come accennato nel chapter#1 di questa rubrica avrà un unico protagonista:

Legion


Della serie di Noah Hawley ho gia parlato diffusamente in un articolo ad Hoc alle soglie della seconda stagione. Il ritardo nella stesura del capitolo 4 di questa rubrica è dovuto al fatto che ho voluto attendere il termine della stagione 2 della serie di FX per poter delineare un quadro più completo di quello che la serie è stata e continua ad essere in relazione al tema trattato.

Legion risulta essere una pietra miliare delle serie tv tratte da fumetti grazie al suo stile inconfondibile e grazie alla sua capacità di reinventare un genere.

Addio battaglie aliene, eroi in tutina, superuomini in lotta contro villain temibilissimi e guardiani vigili e attenti sulla terra che combattono per il bene assoluto.

In Legion si parla di altro, si manifesta altro.

Tutta, o quasi tutta, la storia avviene nella mente del protagonista David Haller, interpretato da un bravissimo Dan Stevens, conosciuto dagli amanti dei fumetti come Legion appunto.

La serie a fumetti si interseca nell'universo Marvel nel filone degli X-Men e si differenzia da tutto il resto proprio per la sua natura psicologica, o almeno la serie tv tende a fare questo lavoro.

Noah Hawley, gia al timone di Fargo, sembra voler giocare con la storia producendo sequenze oniriche, surreali e indefinite che fanno della serie un unicum in tutto il panorama televisivo.

Nella seconda stagione, qualora fosse possibile, Hawley alza l'asticella, rischiando a volte di strafare, cercando di raggiungere vette visive mai viste con commistioni che vanno da Kubrick a David Lynch, passando per Arofonwsky e Nolan.

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Il soggetto sembra essere dunque del tutto marginale, non è interesse dell'autore parlare di fumetti e di mutanti ma di servirsi di loro per compiere un pellegrinaggio psichedelico verso la punta più alta della montagna della mente.

Legion in questo è un personaggio che ben si presta alla voglia di Hawley di creare dei mondi nuovi e di dare letture nuove alle tematiche fantasy proprie di un racconto del genere.

David è, infatti, un ragazzo turbato e schizofrenico che viene a conoscenza dei suoi poteri a poco a poco prima di esplodere in tutta la sua potenza che porterà tutti i suoi amici e la sua amata a chiedersi se possa effettivamente essere lui il salvatore o egli stesso il villain.

Un mistero nel mistero, una domanda nella domanda per una serie che gioca su più piani potendosi permettere di non far avanzare mai la trama, tenendola ferma come palle su un tavolo da biliardo mai toccate dal pallino mentre intorno tutto si muove vertiginosamente.

Legion rilancia, smonta e rimonta tutto quello che vuole creando labirinti di follia nella quale perdersi sperando di non trovare mai l'uscita.

Si ridefinisce il concetto di eroe e si sfuma ulteriormente quello di villain grazie alla figura dello Shadow King, alter ego più che nemesi del protagonista.

Al termine della seconda stagione, per quanto delusi da una serie che non vuole avanzare narrativamente, appaiamo soddisfatti dalla visione e sicuri che qualunque possa essere il destino di Legion noi sapremmo riconoscerne il linguaggio e lo stile ovunque e comunque.

Ed è qui che sta il cambio di marcia che Hawley riesce a dare con Legion a tutta la serialità di genere.

Se Netflix con Daredevil aveva sancito l'approdo di ambientazioni e caratterizzazioni più dark, mature e violente FX con Legion alza l'asticella e sposta il paradigma verso una concezione più psicologica e autoriale. E' l'autore a creare la serie e non il materiale a sua disposizione ad imprigionarlo in storie obbligate.

Come sempre la portata di un prodotto la si nota durante e dopo il suo arrivo e come una tessera del domino la sua onda la senti arrivare grazie alla caduta di altri limiti, altre tessere.

Quelle tessere hanno fatto cadere dei muri che domani ci porteranno a quella che sarà forse la serie più attesa del prossimo anno: Watchmen.

Senza Legion forse la HBO non avrebbe deciso di concorrere nel mondo fumettistico e di certo nessuno sarebbe stato cosi folle da affidare un progetto cosi ambizioso ad un vero grande autore della serialità tutta come Damon Lindelof.

Tutto questo nel prossimo capitolo.

Stay Tuned!


Per chi si fosse perso i capitoli precedenti:


Chapter #1

Chapter #2

Chapter #3



  


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Questa volta sono preparata, Legion non poteva assolutamente mancarmi! Concordo con la tua analisi, la serie riesce a essere un unicum, in un universo in cui spesso l'azione è esterna, essa viene risucchiata in una dimensione interna e mentale e si perdono le coordinate spazio temporali, si dubita insieme ai personaggi, si seguono piste e ci si lascia guidare dai suggerimenti che spesso portano verso percorsi sbagliati o illusori. Un bel miscuglio di situazioni intricate, una matassa psicologica difficile da sbrogliare. Molto bella, merita parecchio!

Cara vecchia estimatrice di legion come darti torto, un viaggio nella mente conturbante del protagonista e di riflesso nella nostra.
Serie impegnativa, molto impegnativa che però restituisce tantissimo in termini di interesse e sorprese.
Grazie del commento.

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