Money Monster - Il prezzo del denaro

in #ita6 years ago (edited)

Negli ultimi anni sono stati prodotti una serie innumerevole di film dedicati al mondo della finanza partendo dal sequel del celebre Wall Street fino ad arrivare al magnifico capolavoro di Martin Scorsese The Wolf of Wall Street.

Dopo il crollo della borsa nel 2008 i colletti bianchi al cinema sono stati visti come i nuovi predatori, il nuovo nemico ed Hollywood si sa ha bisogno di nemici per raccontare le proprie epopee.

Nel dopoguerra erano i Tedeschi il bersaglio, siamo poi passati ad identificare i Russi come la vera minaccia alla nostra libertà, passando per i Mussulmani nel post 11 Settembre. 

Da una decina di anni a questa parte i veri villain son diventati i broker e i boss delle corporazioni che nell'immaginario collettivo hanno rimpiazzato cannoni e proiettili con stock option e titoli obbligazionari per ferire a morte l'uomo comune.

Money Monster si inserisce in questa tradizione recente e prova a sferrare un colpo mortale ai grandi magnati della finanza, per mano dell'ex bambina prodigio di Hollywood, quella Jodie Foster qui nelle vesti di regista.

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Il film è molto statico e viene ambientato per lo più all'interno di uno studio televisivo ma vede tra i protagonisti 2 stelle del cinema contemporaneo, che tornano a lavorare insieme dopo i fasti di Ocean's Eleven. Parliamo di George Clooney e Julia Roberts.

Il film gioca molto con la bravura dei suoi 2 attori di grido, senza i quali una pellicola già di per se non eccelsa sarebbe risultata di sicuro insuccesso.

Money Monster è uno di quei film ingannevoli il cui trailer attira, il cui nome accattiva, il cui cast incuriosisce.

Netflix lo ha proposto nel suo catalogo e recuperarlo è una scelta obbligata per chi prova a stare al passo con i film di maggiore successo e discussione. Il film di Jodie Foster rientra di sicuro in questa categoria e come tale va recuperato.

La struttura della pellicola è molto semplice, quasi banale, cosi come banale è l'idea sulla quale il film poggia le basi. Una di quelle idee talmente ovvie che nessuno era riuscito a portarla su schermo e che pertanto risulta essere quasi geniale.

Clooney interpreta un personaggio fuori dalle righe, un "giornalista" finanziario di successo che ogni giorno, tra mille eccessi e balletti, indica al popolino dove "buttare" i propri risparmi.

Tra un'azione e l'altra il protagonista riesce ad accrescere la propria fama e il proprio conto in banca, con buona pace di chi magari investe male seguendo i suoi consigli, perdendo cosi i risparmi di una vita.

Clooney interpreta lo stereotipo dell'uomo d'affari senza scrupoli che si destreggia fra belle donne e bella vita, una vita solitaria ma che non lo ha mai visto vivere una serata da solo davanti alla tv a mangiare cibo cinese.

Julia Roberts interpreta la sua storica assistente, quella che le sussurra cosa dire e cosa fare durante la trasmissione, una sorta di grillo parlante che garantisce il successo della trasmissione e dell'uomo.

Tra i 2 ci sono una serie di non detti che fin dai primi minuti lasciano intravedere il classico rapporto d'amore mai nato.

Ed ecco che ad un certo punto, dopo aver introdotto i personaggi e il contesto succede l'irreparabile, il banalissimo colpo di genio di cui parlavo.

Un uomo, l'uomo medio per eccellenza, entra armato in studio durante un live della trasmissione. La disperazione entra in diretta televisiva. La troupe è in ostaggio, il conduttore sotto tiro e il tutto avviene in diretta nazionale.

La trovata è molto diretta e brillante.

Gli spietati uomini di Wall Street, incarnati dalla figura di Clooney, vengono messi di fronte alla loro negligenza, alle loro colpe nei confronti del popolo. Un colpo di pistola separa uno di loro dalla morte.

Da quel punto in poi entreranno in gioco una tensione crescente, interverrà la polizia e tutti saranno coinvolti nella tragedia del giovane sequestratore.

Vediamo scorrere i vari punti di vista di un'America distrutta senza aver usato un singolo colpo di cannone, vediamo le macerie di una società sepolta sotto la polvere della speculazione, vediamo il contrappasso di un'America ricca e avida fatta di Jet privati e profitti sulle spalle di lavoratori di tutto il mondo, di lavoratori poveri di tutto il mondo.

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E cosi tutti iniziamo a tifare per il sequestratore, compreso Clooney che con un colpo di spugna lava via tutta la sua spietatezza mediatica e inizia ad immedesimarsi con il giovane aguzzino, provando a scoprire le carte del magnate responsabile di aver dato il via a quell'emorragia di denaro che ha colpito i risparmi dei più deboli. 800 milioni di dollari sono stati "bruciati" in poche ore, soldi dei risparmiatori ed il CEO di turno (interpretato da Dominic West) attribuisce ad un glitch dell'algoritmo questo brusco crollo.

La ricerca della verità sul crollo delle azioni in questione occupa tutta la seconda parte del film, con una tensione viva e una buona dose di situazioni atte ad empatizzare con tutti i risparmiatori che nella pellicola e in chi guarda da casa potrebbero sentire vicine le istanze portate all'attenzione dal sequestratore.

Money Monster è un titolo che entra di diritto nel catalogo del "Vorrei Ma Non Posso". Lo spunto è accettabile e l'escalation degli eventi godibile, il cast riesce a dare qualcosa in più alla sceneggiatura ma quest'ultima non riesce a fare altrettanto verso la storia che si vuole raccontare.

Il film rientra nella categoria di quelli "facili da scrivere" e ancor più facili da girare e per questo non resterà nella storia, neppure quella recente.

L'idea alla base è intrigante, per quanto banale, ma la realizzazione lascia a desiderare.

Potremmo etichettare il film come populista, nell'accezione più giornalistica del termine e che tanto piace alle testate italiane di questi tempi. Si gioca molto con la "pancia" dello spettatore più che con l'animo e la mente.

Tutto si basa con l'intento di mettere al centro l'uomo comune, di porlo come vittima del sistema, un sistema identificabile totalmente con le banche e le grandi corporazioni, con i CEO eretti a nuovi nazisti e le istituzioni a giocare il ruolo della barzelletta.

Lo schema riesce ma risulta prevedibile e di scarsa qualità rendendo dunque il film godibile ma nulla più.

Un buon titolo per restare a casa, ordinare cibo cinese e accendere la tv, spegnendo totalmente il cervello.


Sort:  

Ti dirò, mi hai intrigato anche se non sembra eccezionale. Se posso lo guardo visto che The big short mi era piaciuto parecchio

Non siamo dalle parti di Big Short.
Quello era un film ben fatto, di vera e seria inchiesta e romanzato benissimo.
Uno dei migliori film degli ultimi anni.
Money monster è invece un discreto passatempo senza pretese a mio avviso.

Ok grazie del consiglio, non lo andrò a cercare visto che ho già una bella lista di film da finire xD.
Se capita zappando lo gurado

Questo “tifare per il sequestratore” e questo spingerci a ragionare di pancia, così su due piedi, mi ricorda uno tra i miei film preferiti, Gatsby, in cui lo spettatore, noncurante di chi esso fosse e cosa facesse, viene portato fino all’ultimo e fino allo stremo a “tifare” per lui. É chiaro che a noi tanto non importi chi qualuno sia e cosa faccia, purché lo faccia in modo simpatico e magari abbia anche un bel visino. Grazie per l’articolo, purtroppo non riesco più a trovare il tempo di accendere Netflix, ma proverò a dargli una occhiata.

Lasciarci empatizzare con la vittima che è anche il "carnefice" nella specifica situazione è un artificio ormai utilizzatissimo al cinema.
Rispetto al Grande Gatsby qui ci troviamo di fronte a problematiche più comuni, più banali e meno esistenziali e anche la messa in scena è di livello molto più basso.
Comunque il gioco è quello hai ragione.
Grazie di essere passato.

lo vedo sicuro! il fatto che non sia eccezionale lo rende più adatto al fancazzismo di cui sono spietata fan negli ultimi tempi :)

Questo è il giusto approccio per questo film!

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