Povera Italia

in #ita6 years ago

Chi segue le mie "fatiche" avrà imparato che, anche se il mio focus principale è mirato al mondo cinematografico e all'universo delle serie tv, con ampi sbocchi sportivi e scientifici, non mi sottraggo quando si tratta di affrontare tematiche sociali ed economico-politiche.

Nella società liquida post anni 2000 sono molti i temi che andrebbero affrontati e sviscerati in maniera seria e approfondita.

Non è un caso che nel mondo seriale e cinematografico stiano spopolando prodotti che hanno al centro protagonisti sui 30 anni, anime perdute che vagano senza una meta e privi di ogni punto di riferimento nel mare della vita.

Nei mesi scorsi ho provato a parlarvi di quanto sia difficile valutare l'acquisto di una casa e al tempo stesso rinunciare a questo sogno pagando affitti salati mese dopo mese.

In uno dei miei primi post affrontavo da vicino il tema del consumismo e grazie ad un contest di @deusjudo provavo a mettermi nei panni di un futuro primo ministro italiano e di come avrei potuto risollevare le sorti del paese, partendo dal tema tasse.

Più da vicino ho voluto confrontarmi con la dura realtà che ogni Laureato, e ogni giovane in generale, debba affrontare di questi tempi.

Sono tanti i problemi di difficile soluzione con cui ci si confronta quotidianamente ed anche se non siamo dotati della giusta competenza e del giusto peso per poterne venire a capo credo sia fondamentale provare a parlarne insieme, sondare gli umori, provare ad informare ed informarsi cercando di restare sempre super-partes.

In questa Italia cosi dissestata è dunque fantascienza pensare che le cose possano risollevarsi e anche le persone dotate di ottimismo di ferro son sicuro che avranno tremato di fronte alla notizia shock degli ultimi giorni.

La fonte è una di quelle autorevoli a cui difficilmente si può rispondere con scetticismo e complottismo.

Immagine priva di diritti di copyright

Secondo l'Istat nel 2017 l'Italia ha visto incrementare fortemente il numero di poveri e di famiglie povere sia a livello assoluto che percentuale.

In particolare i numeri che sono stati resi noti dipingono una situazione disperata, riassumibile in queste statistiche:

Anno 2016



Numero di famiglie in povertà assoluta:

1 milione e 619mila 

Numero di individui in povertà assoluta:

 4 milioni e 742mila  

Percentuale famiglie in regime di povertà assoluta: 

6,3%

Percentuale individui in regime di povertà assoluta: 

7,9%


Anno 2017



Numero di famiglie in povertà assoluta:  

1 milione e 778mila 

Numero di individui in povertà assoluta: 

5 milioni e 58mila  

Percentuale famiglie in regime di povertà assoluta: 

6,3%

Percentuale individui in regime di povertà assoluta: 

7,9%


In un solo anno in pratica l'Italia ha saputo produrre con le sue riforme e il suo welfare circa 160mila nuove famiglia povere e oltre 300mila persone povere.

Sono numeri spaventosi, numeri che dovrebbero non solo indignare ma scatenare rivolte sociali e una spinta verso metodi e sistemi di aggregazione nuovi e incisivi.

Ma cos'è la povertà assoluta?

Sempre l'Istat ci viene incontro definendola come segue:

La povertà assoluta è calcolata sulla base di una soglia corrispondente alla spesa mensile minima necessaria per acquisire un paniere di beni e servizi che, nel contesto italiano e per una famiglia con determinate caratteristiche, è considerato essenziale a uno standard di vita minimamente accettabile. 

In Italia dunque oltre 5 milioni di persone non riescono a raggiungere la soglia oltre la quale scatta la sopravvivenza. Teoricamente 1 persona su 12 è povera, non riesce ad avere un tetto sopra la testa o se ce l'ha non raggiunge gli standard considerati accettabili (riscaldamenti attivi ad esempio).

Una persona su 12 non ha la possibilità di vedersi assicurato un pasto che possa soddisfare il proprio fabbisogno nutrizionale.

Se avete figli a scuola, in una classe di 24 persone allora statisticamente 2 saranno povere.

Se siete in metropolitana mentre leggete nel vostro vagone vi saranno statisticamente 4-5 persone che non hanno una vita dignitosa.

Se state passeggiando per strada e siete fermi al semaforo con 12 persone sappiate che una di loro probabilmente non riuscirà a consumare un pasto decente entro le prossime 24 ore.

Il rapporto è spaventoso. 

Pensate inoltre che in 10 anni il numero di poveri è triplicato in Italia.

Triplicato!

L'anno scorso l'Italia era uno dei paesi con il grado di povertà maggiore in Europa, c'è da pensare che a classifica aggiornata saremo ancora più in basso.

Nell'anno dei campionati mondiali di calcio senza mondiali gli italiani non hanno potuto neppure dimenticare per qualche sera i problemi.

Vuoi vedere che per una volta riusciremo a pensare e ripensare che abbiamo effettivamente toccato il fondo?

Un atto di protesta collettiva come ultimo sussulto di un paese morente, mentre guardandoci allo specchio sussurreremo:

Povera Italia!

Immagine priva di diritti di copyright


Fonti:

https://www.istat.it/it/archivio/217650
http://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2018/06/26/cos-poverta-assoluta_Wdg4HlfybD0NNsXVmovKcM.html


Sort:  

Propongo una doccia fredda, e poi pensare alle soluzioni...
ma se mi dite che la soluzione è la protesta collettiva...
allora propongo un'altra doccia fredda...
e se poi mi dite che è così, è sempre stato così e sempre sarà così... tanto vale vedere la nuova serie tv o il calcio...
allora propongo un'altra doccia fredda...

Non mi stancherò mai di proporre docce fredde... soprattutto in estate...😁

Ps: non mi dire che hai fatto il massimo, con il tuo post per sensibilizzare l'opinione pubblica steemitiana, perché in questo caso propongo per te anche 10 giri di campo prima della doccia fredda. [qui andrebbe icona della doccia fredda]

@anedo come sei duro con me!
Scherzo ovviamente.
Vuoi che ti dica che ho fatto il massimo?
Non mi permetterei mai di dire una tale sciocchezza.
Vorrei fare di più in generale.
Dire che non posso sarebbe disonesto.
Dire che la vita difficilmente ti porta a poterti permettere un impegno sociale a 360° è forse cosa più vicina alla realtà.
Il post non ha pretese, vuole però incastrarsi in una dialettica interna che possa stimolare il confronto, informare che non lo è e spingere tutti noi ad essere curiosi.
Ci vogliono nuove forme di associazionismo secondo me, che non significa necessariamente rivoluzione ma sicuramente potrebbe essere fondamentale aggregarsi, impegnarsi e costruire piccoli luoghi dove agire socialmente e mi vengono in mente gli esempi virtuosi che facesti tu qualche mese fa.
Ti faccio io una domanda con eventuale doccia fredda:

Avrei fatto meglio a non scrivere affatto questo post e non parlare di questo argomento?

Secondo me avresti fatto meglio a scrivere un post e proporre nuove forme di associazionismo (come dici tu), l'argomento di cui hai parlato ne parlano già tutti i giornali del mondo, tutti i social del mondo, anche il mio pappagallo ne parla (quando non mi chiede il cibo), ma dopo alcune docce fredde non lo fa più.

Mi permetto con te di scherzare perché penso che puoi stare al gioco. 🙂

Ci sto al gioco tranquillo basta che non mi tocchi @moncia90 ah ah, scherzo ovviamente.

Sai che secondo me c'è un problema di fondo, un problema di comunicazione tra noi dovuto ad una probabile differenza di ambiente circostante?
Tu scrivi che ne parlano tutti e che anche il tuo pappagallo ne parla.
Mi credi se ti dico che quando parlo al caffè o al bar con amici di queste cose il 70% non sa, non ha idea, non ha letto e gran parte di quel 70% pur non sapendo e non avendo letto crede di sapere e tende a dire che non è vero?
Forse è questo il motivo per cui sento di dover scrivere queste ovvietà e tu magari no perchè riesce ad avere modo di parlare con persone più informate.

No, sai cosa penso io? Che la gente, anche quella a cui tu hai parlato non vuole sapere e non vuole leggere quelle cose (perché le sa già o le avverte, perché in qualche modo ne abbiamo tutti esperienza diretta o indiretta), e il loro è solo un meccanismo di difesa dovuto alla paura che ci siano problemi veri da affrontare. Se fosse vero quello che dici tu, basterebbe andare da tutti con i dati in mano a dimostrare la situazione, e dopo tutti a fare la rivoluzione! Il problema ahimé è più difficile, e la tua idea di sensibilizzare (o informare) il pubblico è ingenua. Il pubblico non va informato (non sono capre da portare alla laurea), va recuperato un senso del confronto che non sappiamo più fare, per questo fare associazionismo, gruppo, comunità, è così difficile. E questa incapacità è la nostra incapacità, non quella delle persone semplici che frequentano il bar, e anche tu sfuggi ad affrontare questa nostra incapacità, è più facile dare la colpa alle capre (finché non si laureano non ti possono rispondere).

Concordo, però posso dirti che a volte da soddisfazione vedere persone che non avevano idea di questi numeri e queste situazioni iniziare ad informarsi ed informare a loro volto.
Sono pochi casi ma parlarne aiuta secondo me.
Poi spesso sembra di andare contro i mulini a vento.
Sono daccordo con te che dire.
Secondo te perchè non nascono comunità?Associazioni?

Comunità e associazioni nascono ogni giorno, ma senza lo spirito comunitario e associativo (che non significa essere lobbisti).

Comunità e associazioni in grado di sviluppare attività alternative da un punto di vista culturale sono difficili da realizzare perché non sappiamo più confrontarci, quello che noi chiamiamo confronto (e ci sbagliamo) è solo la sfida (retorica) tra individui, gruppi, comunità. Quando dico che non sappiamo dico tutti (non dico tranne me). Questo è l'aspetto da affrontare e superare, e non sarà uno a farlo perché ha trovato la formula magica (ancora una volta la retorica a primeggiare), o lo si fa insieme o penso che non si può fare. Certo i primi tentativi saranno pieni di errori e contraddizioni (siamo bambini che imparano a camminare) ma lo spirito, se sano, è visibile (questo sì è comunicabile in modo non retorico), e ci sono esempi di questo tipo nel mondo.

Però, non spacciamo per comunità quelle che hanno bisogno di non dire la semplice verità nuda e cruda, che non sanno ammettere i propri limiti e le proprie difficoltà. Queste comunità trattano gli appartenenti come un gregge, da educare, da informare e infine da usare.

Certo da soddisfazione raggiungere degli obiettivi, come ad esempio dà soddisfazione diventare milionari, ma per me anche un milionario dovrebbe chiedersi di come ha creato quella ricchezza (rinunciando a cosa? sopprimendo chi?). Ma chi raggiunge risultati ha la risposta in tasca: io ho fatto qualcosa di male? no la vita è questa, è sempre stata questa e sempre lo sarà! Amen

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Questo post sbatte in faccia la realtà nuda e cruda.
E fa male. Fa male perché mi sembra che stiamo diventando sempre più un popolo passivo rispetto alle situazioni che ci riguardano.
È tristissima questa cosa.
Spero che tutto questo abbia una fine, prima o poi...

Grazie @acquarius30.
Il senso era quello di voler "sbattere in faccia la realtà".
Con @anedo, @ilnegro e gli altri sta nascendo una bella discussione che sta andando oltre e che mi auguro possa far nascere altri post, altre discussioni e magari anche qualche proposta.

Facciamo uno sciopero fiscale?

Sai che caos si verrebbe a creare?
Prima o poi forme di protesta di questo tipo avverranno secondo me.

Dispiace ma a mali estremi rimedi estremi.
La rivoluzione francese insegna qualcosa

Io non posso che unirmi a quanto detto da @acquarius30 perché é la cruda realtà , lasciamo perdere il discorso di chi é messo peggio che posso condividere solo in parte , se guardiamo la realtà non possiamo negare che stiamo andando indietro mentre altri paesi europei vanno avanti !.

Il punto è quello.
Non serve essere economisti.
Se io cresco di 0,1% in un contesto dove tutti mediamente crescono del 2% (è un esempio) io sto perdendo tanto terreno!
E l'Italia è da anni in questa situazione...

Purtroppo si.

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