Una Tassa che pagherei volentieri: La Carbon Tax

in #ita6 years ago

Leonardo di Caprio oltre ad essere uno degli attori più celebri della scena Hollywoodiana recente è una delle persone più impegnate sul fronte della sensibilizzazione verso temi quali l'inquinamento atmosferico, la salvaguardia del nostro pianeta, l'ambiente e il clima che regna sulla nostra terra.

L'attore è da anni impegnato su questo fronte tanto da divenire ambasciatore ONU sul tema ambientale, per diretta nomina di Ban Kii Moon

Possiamo considerare, a buona ragione, il premio Oscar per The Revenant, un'attivista in quanto oltre a viaggiare moltissimo al doppio scopo di sensibilizzare governi e popolazioni sul tema e di indagare sugli effetti del cambiamento climatico, egli è riuscito negli anni a "passare ai fatti" instaurando rapporti con leader mondiali, proporre istanze ai vari governi internazionali e promuovere le sue battaglie con dei documentari molto ben fatti e molto complessi, che hanno negli anni riscosso molto successo sia da parte della critica che da parte del pubblico.

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In principio fu il docufilm "Una scomoda Verità" a portare all'attenzione di tutti l'attivismo di Di Caprio. Il documentario fu scritto e prodotto dall'ex candidato alla Casa Bianca Al Gore, portando la pellicola a vincere un oscar come miglior documentario nell'anno 2007, generando molta attenzione sul tema del riscaldamento globale ed avvicinando l'ex leader dei democratici statunitensi a stringere una solida collaborazione con l'attore dalla quale nacque un documentario dal titolo "L'undicesima ora" che sancì la definitiva comunione di intenti fra i 2.

Da allora sono state tante le dimostrazioni pubbliche di Di Caprio atte a sensibilizzare il globo verso un problema che rischia di essere catastrofico di qui a pochi decenni. Ultima, ma non ultima per ordine di importanza, è stata la realizzazione di uno splendido documentario dal titolo "Before The Flood" mandato in onda da Netflix e partorito da Di Caprio stesso. 

Il documentario non propone soluzioni e non pretende di farlo ma lancia un urlo disperato verso il genere umano, cercando di rendere noi tutti consapevoli che il rischio è concreto, anzi siamo già andati ben oltre la soglia che non avremmo dovuto superare se avessimo avuto a cuore il nostro pianeta. Le immagini sono bellissime, frutto anche della partnership con National Geographic, durante il film emergono dialoghi con Obama e Papa Francesco e ci troviamo di fronte ad una serie inusitata di eventi catastrofici o pre-catastrofici causati dall'uomo e dall'uomo soltanto e che al solo sguardo ci fanno sentire in colpa. La consapevolezza generata da questo documentario è enorme, sta ad ognuno di noi passare all'azione, diventare attivisti ed in questo la pellicola fa il suo egregio dovere. 

Il documentario informa e lo fa molto bene, ma tenta anche di indirizzarci verso uno stile di vita più consapevole che va dalla nostra dieta al nostro modo di muoverci con mezzi pubblici, fornendoci dati spiazzanti e dandoci evidenza di come le nostre azioni stiano deturpando il nostro pianeta, mettendolo a rischio e mettendo in pericolo, di conseguenza, la nostra stessa esistenza. Una banalissima dieta che elimini la carne bovina azzererebbe o quasi la deforestazione negli Stati Uniti, una dieta dove la frutta sia un elemento principale a scapito dei prodotti da macelleria porterebbe ad un miglioramento fortissimo delle condizioni ambientali e climatiche nelle quali viviamo. Il tanto famoso scioglimento dei ghiacciai viene portato alla nostra attenzione con immagini raccapriccianti che da sole dovrebbero farci tremare le ginocchia e se ciò non bastasse Di Caprio mostra come dovremmo rassegnarci al sempre più preoccupante delle migrazioni forzate a causa del peggioramento delle condizioni climatiche in determinati punti del globo, soprattutto in prossimità di piccole isole sparse nell'oceano.

Fra i tanti temi affrontati nel documentario ve ne è uno che, a mio avviso, meriterebbe un approfondimento serio, da parte di noi tutti certo ma, soprattutto da parte dei vari governi mondiali. Sto parlando della cosiddetta Carbon Tax.

Aldilà del tentativo di sensibilizzare la gente a cambiare il proprio stile di vita in favore di uno che sia attento alla tematica ambientale quel che serve è, di certo, un intervento da parte delle istituzioni. Purtroppo l'essere umano è un "animale" strano che spesso anche se conscio dei pericoli decide di continuare a perpretrare una condotta consapevolmente errata. In tal senso la nostra società democratica potrebbe e dovrebbe venirci incontro, "forzando" la mano e sensibilizzandoci con delle punizioni. 

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Le "punizioni" e i le "ricompense" sono spesso il deterrente e il carburante per spingerci a migliorare i nostri comportamenti. D'altronde siamo sicuri che il numero di omicidi, rapine e furti salirebbe se non esistessero leggi che costringerebbero la gente alla prigione in conseguenza di tali atti, cosi come siamo abbastanza certi che nessuno lavorerebbe per una multinazionale 10 ore al giorno se non ci fosse un compenso dietro tale servizio che eroghiamo. La nostra esistenza civica e non è regolata da leggi, decreti, consuetudini che separano il "giusto" dallo "sbagliato". La Carbon Tax sortirebbe lo stesso effetto sul piano dello stile di vita in funzione del tragico problema del cambiamento climatico.

Tale tassa verrebbe richiesta a tutti i comportamenti, le funzioni, i servizi che utilizziamo e che producono inquinamento, influenzano negativamente l'ambiente e il clima che ci circonda. Produrre inquinamento sarebbe tassato, sarebbe punito con dei costi che cadrebbero sulle nostre teste. La produzione di plastica ad esempio o l'uso della cara vecchia benzina o di combustibile fossile e derivati sarebbe tassato, comporterebbe per noi un ulteriore sovrapprezzo al costo della nostra vita. La conseguenza diretta sarebbe che tutti presteremmo più attenzione al nostro stile di vita sia come singoli che come comunità. Vaglieremmo l'utilizzo di una macchina non a benzina ad esempio o magari propenderemmo per dei pannelli solari da installare sui tetti delle nostre case, utilizzeremmo maggiormente i mezzi di trasporto pubblici e cosi via. Dal canto loro i governi si troverebbe a loro volta costretti ad investire sulle energie rinnovabili, spingendo sull'acceleratore su questo tema e magari iniziando a dare spazio a tutto ciò che è diverso dal fossile in termini di combustibile. A tendere si innescherebbe un circolo virtuoso senza precedenti ed in pochi anni quella che inizialmente potrebbe sembrare una costrizione diverrebbe un automatismo, una consuetudine per tutti noi, al pari di tante piccole conquiste che 20-30-40 anni fa erano impensabili.

Alla "punizione" derivante dalla carbon tax potrebbe essere parallelizzata una ricompensa, un sussidio per chi abbraccia con i fatti una vita meno inquinante. Rientrerebbe tutto nella cosiddetta imposta pigouviana e il suo duale, il sussidio pigouviano, ovvero misure di premio - punizione da attuare per ottenere un miglioramento delle condizioni comuni, passando però da una responsabilizzazione concreta del singolo individuo.

Tra le tante tasse inique che ci sovrastano la carbon tax sarebbe una di quelle imposte che pagherei volentieri, la vedrei come un investimento per il nostro pianeta e un regalo da fare alle generazioni future per adempiere a quel dovere che tutti abbiamo durante la nostra vita ma che spesso dimentichiamo di avere ovvero quello di lasciare ai nostri figli un pianeta in condizioni migliori rispetto a quelle in cui lo abbiamo trovato.

Ci riusciremo?

Sort:  

Sono d'accordo, purtroppo senza misure che costringono e puniscono o ricompensano, l'uomo comune non sembra in grado di seguire dei comportamenti "giusti" e sani, per sé e per l'ambiente.
La sensibilità per il problema ambientale, per fortuna, cresce nel tempo; cresce la consapevolezza del danno che possiamo fare al pianeta anche soltanto con un rimasuglio di sigaretta buttato con disinteresse per terra, mentre siamo fuori a passeggiare...
Il rispetto per il bene comune nasce dai piccoli gesti e dall'educazione, io sono convinta che si sia fatto davvero poco in passato per educare le grandi masse alla consapevolezza; solo negli ultimi anni, di fronte a problemi più seri e gravi, visibili a tutti, con l'avvento di metodologie di condivisione delle informazioni più efficaci, si sta smuovendo finalmente qualcosa.
Ma per smuovere chi è disinteressato, l'unico mezzo è l'obbligo (nel breve e medio termine). Ho visto il documentario di Di Caprio, appena ho sentito dire che avrebbe intervistato Elon Musk mi sono fiondata davanti allo schermo!
Avere dei testimonial come Di Caprio è importante, perché i divi, ormai, sembrano gli unici ad avere il potere di influenzare efficacemente i comportamenti delle masse, quindi chapeau Leonardo!

Immenso Di Caprio, diamo per scontato che chi è ricco e famoso debba agire in nostra vece eppure sono pochi quelli che si attivano davvero. Sono daccordo con te quando dici che ormai sono i divi gli ultimi ad avere potere di cambiare qualcosa. E' una triste verità, basti pensare che sul fronte dei diritti civili George Clooney è di fatto il più attivo in U.S.A. insieme a sua moglie e che alla Casa Bianca si punterebbe sul nome di Oprah Winfrey.
In Italia come sempre siamo anni luce indietro anche da questo punto di vista. Chi è il nostro riferimento? Chi è il nostro Di Caprio? Non l'ho affrontato nel post ma avrei voluto farlo, il tuo commento mi ha stimolato a parlarne ora.

Grazie come sempre.

Penso che in Italia non ci sia un riferimento, in questo senso, non esiste un Di Caprio...ci sono piccoli tentativi, ma tutti senza l'eco che ha suscitato Leo. È un problema di ampiezza e collocazione geografica, di disinteresse italico o di potenza mediatica ed economica del divo? Non saprei, credo una commistione bella e buona di molti fattori. Però possiamo sempre migliorare, se sono riuscita a convincere mia madre che la differenziazione dei rifiuti è una cosa fattibile, c'è ancora speranza!
Grazie a te, trovi sempre un modo per far scaturire delle riflessioni interessanti a partire dal cinema :)

Il problema italico è che manca sempre qualcuno che dia l'esempio. Non abbiamo leader credibili in nessun campo temo e la popolazione non ha stimoli per fare sempre meglio.
Grazie.

Più che tassare ogni cosa perché ce lo chiede un bene superiore (sia esso l'Europa, l'ambiente, o qualsiasi altra cosa) facendo guadagnare i soliti noti, i governi dovrebbero iniziare ad investire i soldi che già paghiamo in tasse per favorire politiche a favore dell'ambiente. Cominciamo, ad esempio, a far pagare il bollo ai possessori di auto storiche o d'epoca che, con buona pace degli appassionati, inquinano (e anche tanto) e, al contempo, agevoliamo l'acquisto di auto elettriche o ibride. Investiamo nella ricerca di nuove e più efficienti fonti di energia (questo si legherebbe inevitabilmente al punto precedente).

Investiamo, poi, anche nel settore dei trasporti pubblici. Con investimenti seri, e non finanziamenti statali che finiscono nelle tasche di manager, direttori e presidenti il cui unico pensiero è il proprio conto in banca.

Ma, soprattutto, investiamo in campagne di educazione, informazione e sensibilizzazione a tal riguardo.

Oppure, che lo Stato si faccia da parte e sia il mercato (con la domanda e l'offerta) a pendere una decisione.

Difficile aggiungere qualcosa al tuo intervento perfetto se non che la soluzione è lampante, il fatto che non si attui nessuna contromisura è sintomo di interessi enormi che ci sono dietro e che temo neppure l'apocalisse scalfirà.
Grazie @ageeksdiary

Il mercato in Italia ha fatto ri aprire una centrale a carbone a causa di un calo di importazioni dalla Francia. Il mercato non vuole, spesso, conteggiare esternalità come rifiuti ed inquinamento nel prezzo d'erogazione e/o produzione di un bene e/o servizio.

Notizia di ieri su ANSA: i ghiacciai in Patagonia si stanno sciogliendo più rapidamente di quanto si pensasse.
Questo è il risultato del fatto che il sensibilizzare determinati Paesi non è sufficiente. La sensibilità ormai è un sentimento che non esiste più. Ormai l'unico metodo per condizionare e muovere il mondo è il DENARO, sia questo donato come riconoscimento per alcune azioni sia sottratto per aver violato delle leggi. L'opzione quindi potrebbe essere veramente la CARBON TAX, ma potrebbe essere anche il CARBON CREDIT, atto a premiare chi invece del risparmio energetico e della cura per l'ambiente fa uno stile di vita o aziendale.

Esatto @moncia90.
Mi son soffermato sulla parte relativa alla possibile tassa ma ho menzionato anche un sussidio per chi aderisce ad iniziative di sostenibilità legate all'ambiente.
E' quella la via maestra.

La carbon tax andrebbe a colpire, ancora una volta, la classe lavoratrice, abbassando nuovamente il suo potere d'acquisto. In Italia l'IVA, imposta, è aumentata di oltre il 80% negli ultimi 40 anni. Prossimamente scatterà il 25%, quindi il 108% in 40 anni, se non si svenderà qualche azienda pubblica o non si danneggerà in altro modo la collettività.
L'IVA rappresenta il tentativo disperato di probabilizzare le imposte, dato che aumentare nuovamente l'IRPEF ha più rischi d'ordine pubblico.
Comunque altre fonti suggeriscono di togliere i sussidi alla produzione di carne ed altre attività inquinanti, tipo le centrali a carbone.
Chiaramente io tendo ad una linea socialista perché considera molti più aspetti rispetto alla linea keynesiana, intesa come intervento statale nei consumi, e liberale (su questo si trova un TED sul come creare un reddito di base incondizionato tramite deregolamentazioni e una carbon tax).

In Italia fortunatamente non abbiamo Di Caprio, che disprezzo a causa di quel film, ma abbiamo personaggi di spessore scientifico come Mercalli (purtroppo contro al nucleare) e Piero Angela.

Bella analisi.
Sulla prima parte del tuo ragionamento mi trovi daccordo tanto è vero che ho evidenziato come per me questa sarebbe una tassa che pagherei in contrapposizione ad altre che non credo giusto pagare, e in Italia ne abbiamo tante.
Il problema sono le altre tasse non questa.
In un mondo normale sarebbe cancellate altre tasse o ammorbidite e sarebbe introdotta questa magari.
Anche io, nella mia ignoranza, appoggio una linea socialista.
Perchè dici che fortunatamente non abbiamo Di Caprio?
Secondo me confondi la figura del divulgatore scientifico con quella dell'Ambasciatore. Nella prima rientrano di certo Angela e Mercalli, nella seconda Di Caprio.
Quest'ultimo ha il merito di sensibilizzare, di pubblicizzare temi che hanno poca presa tra la gente mentre Angela e Mercalli hanno un ruolo diverso seppur non meno importante.
Grazie del prezioso intervento.

Si esistono un'infinità di tasse assurde in Italia, tipo quella dell'esposizione della bandiera. Diciamo che i legislatori, su indicazioni di un governo, hanno sempre preferito presentare il conto alla classe lavoratrice piuttosto che fare ciò che si faceva nel dopoguerra keynesiano, ossia alzare le imposte (fino al 91%) ai più ricchi.
Disprezzo perché lobba per strategie che non condivido.
Se intendiamo il ruolo dell'ambasciatore come PR, i tre personaggi fanno la stessa cosa in modi diversi.

Secondo me una persona che faccia da sponsor ci vuole. Di Caprio ci piaccia o no fa presa su un pubblico molto più vasto di Mercalli. Da quel punto di visto non posso non apprezzare i suoi sforzi.
Sul metodo e sul merito posso entrarci il giusto ma spero che in fondo quello che professa sia vero e che abbia comunque scopi nobili.

In un caso però si parla di un attore, categoria, purtroppo, più nota degli scienziati.

Eccome se condivido.

Il cambiamento climatico e l'aumento delle temperature che lo causa, sono una minaccia concreta, immediata ed esistenziale per la civilta'. E' un fatto incontestato (le eccezioni non hanno credibilita' alcuna).

L'aumento del carbonio nell'atmosfera ha un costo alto, ma nascosto, e in assenza di una tassa che inserisca tale costo nel mercato, esso viene pagato in modo indifferenziato da tutti. Il consumatore virtuoso, diciamo pure il lavoratore, sta finanziando di tasca propria e in modo sproporzionato le attivita' inquinanti.

Se fossimo in grado, come societa', di prendere decisioni collettive razionali, il problema sarebbe risolto facilmente. La tassa sul carbonio e' un meccanismo per incentivare sul breve periodo, comportamenti convenienti per tutti sul medio periodo.

Immaginiamo un dividendo sul carbonio. Un aumento (anche pesante e progressivo) su carburanti, riscaldamento e condizionamento, trasporti, consumo di energia elettrica -- in generale sulle attivita' che comportano emissione di carbonio. A fine anno l'intero ricavato viene diviso in parti uguali e restituito ai contribuenti. Chi ha consumato piu' della media va in perdita, chi ha inquinato meno della media riceve una gratifica. L'impatto complessivo sull'economia e sugli acquisti e' nullo (anzi probabilmente positivo perche' e' plausibile una lieve redistribuzione verso i bassi redditi).

E c'e' urgenza. A mio parere opporsi a una misura virtuosa di questo tipo e' ingiustificabile. Per essere chiari, qualsiasi partito politico che non abbia nei primi punti del programma una propria formulazione di carbon tax (nazionale, europea) e' un partito di incapaci o di corrotti -- e in quanto tale, non va votato.

Quoto in toto, parola per parola.
Non ti sei limitato a leggere e analizzare il post ma a proporre una soluzione e questo secondo me è molto importante, provare a passare dalle parole ai fatti.
Non voglio dire una stupidaggine ma la Carbon Tax non era presente in nessun programma, salvo forse quello del Movimento 5 Stelle i quali hanno sicuramente portato avanti questa istanza negli anni scorsi, non so se però essa sia finita poi nel programma ufficiale.

C'era anche nei programmi delle formazioni di margine a sinistra, ma a questo giro purtroppo l'ambiente non e' stato il cavallo di battaglia di nessuno, ne' grande ne' piccolo. Non la prima occasione mancata!

Direi che tendenzialmente l'ambiente è sempre ai margini!

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