Petali, sepali, tepali #1: Buddha aveva ragione!

Le parole giuste

Se potessimo vedere chiaramente il miracolo di un singolo fiore, l’intera nostra vita cambierebbe.

A parlare in questo modo non è stato un qualsiasi sprovveduto o ad un poeta da quattro soldi ma uno dei personaggi più influenti e saggi che la storia abbia mai conosciuto, Buddha.
Da quando ho avuto il piacere di leggere questa perla mi domando quale fosse il messaggio che volesse trasmettere a coloro che erano pronti ad ascoltarlo.

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Pensavo che il fiore fosse una metafora su quanto la natura e l'universo siano più complessi di quello che la nostra percezione ci consenta di conoscere, per questo non riusciamo mai a osservare a pieno il miracolo e la meraviglia che il mondo ci mette a disposizione.

Questa risposta abbastanza banale mi ha soddisfatto per diverso tempo se non fosse che le parche, che intessono il destino di ognuno di noi, hanno deciso che fosse arrivato il momento giusto per farmi riflettere nuovamente su quelle parole a lungo dimenticate.

il vero colore dei fiori

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Quando ho cominciato il corso di botanica generale all'università sono venuto a conoscenza della motivazione alla base dell'enorme varietà di colorazioni che possono presentare i fiori (e le piante più in generale). Studiando ho compreso che delle piccole molecole all'interno dei petali sono in grado di assorbire determinate lunghezze d'onda e rifletterne altre. Il colore percepito da un osservatore è proprio quello che viene riflesso. (In seguito ho scoperto che è cosi per tutto quello che vediamo in quanto qualsiasi materiale assorbe e riflette differenti lunghezze d'onda)
Ero contento di aver compreso una componente tanto importante del mondo naturale ma andando avanti negli studi Buddha e il suo aforisma tornarono a far breccia nei miei pensieri.

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Sono venuto a conoscenza di una moltitudine di pigmenti che sono in grado di riflettere lunghezze d'onda a noi non visibili ma percepite da altre forme di vita, gli insetti. Questi ultimi però non sono in grado di vedere diverse lunghezze d'onda che rientrano nello spettro della luce percepita dall'uomo per cui anche loro non hanno la possibilità di apprezzare un fiore nella sua totale espressione cromatica.

Grazie a queste osservazioni, oggi mi rendo conto che fiori con colori fantastici, che hanno ispirato fra le menti più brillanti della storia, non sono che una semplificazione, dovuta alle nostre doti percettive, della reale complessità cromatica che manifestano. Chissà che senso di meraviglia proveremmo, "Se potessimo vedere chiaramente il miracolo di un singolo fiore"

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