SpaghettiPhoto - La mamma è sempre la mamma

La foto che presentiamo oggi rappresenta un esemplare femmina di Cercocebo dal collare (Cercocebus torquatus) mentre cinge amorevolmente il proprio piccolo. Questi primati appartenenti alla famiglia dei Cercopitecidi vivono principalmente nelle foreste pluviali e di mangrovie che si affacciano sul Golfo di Guinea, in Africa. Formano grandi gruppi (fino a sessanta individui) il cui nucleo è composto da una rigida gerarchia di femmine con i propri cuccioli, e accanto a loro ci sono poi diversi maschi adulti. La gestazione di una femmina dura circa 170 giorni e, generalmente, dà alla luce un solo piccolo alla volta. Quest’ultimo al raggiungimento della maturità, a seconda che sia maschio o femmina, rispettivamente lascerà o rimarrà nel gruppo familiare.

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Questa foto è il nostro omaggio, anche se con qualche giorno di ritardo, a tutte le mamme. Questo perché, si sa, la mamma è sempre la mamma e di mamma ce n’è una sola, ma non è tutto. Infatti, ci sono delle cose che solo la mamma ci può dare e per le quali dobbiamo esserle ulteriormente grati. Tuttavia, non ci riferiamo alle frasi sentimentali che vengono in mente di solito, bensì ai mitocondri e al microbioma intestinale. I mitocondri sono degli organelli fondamentali per la cellula eucariotica, senza di loro lo svolgimento delle funzioni vitali sarebbe altamente compromesso dal momento che hanno un ruolo chiave nella produzione dell’energia. I mitocondri sono caratterizzati dall’avere un DNA proprio, chiamato appunto DNA mitocondriale, derivato inizialmente dalla simbiosi tra l’antenato della cellula eucariotica e un batterio che aveva la capacità di convertire ossigeno e nutrienti in energia (teoria endosimbiontica). Il motivo per cui dobbiamo ringraziare le nostre madri per i mitocondri è che il DNA mitocondriale è matrilineare. Questo significa che, anche se normalmente i mitocondri sono presenti negli spermatozoi, nel momento in cui penetrano nella cellula uovo, si autodistruggono. Questo gesto da parte dei mitocondri paterni si rende necessario poiché altrimenti i loro messaggeri determinerebbero un’interferenza con quelli dei mitocondri materni mettendo a rischio la sopravvivenza dell’embrione. In definitiva, i mitocondri che sono presenti nelle nostre cellule e che sono coinvolti in tutti i processi energetici vengono ereditati unicamente dalla madre. Un’altra componente fondamentale nella quale si riconosce un forte contributo materno è il microbioma intestinale. Nonostante sia ancora un settore giovane della ricerca a livello neonatale, è noto che la configurazione del microbioma intestinale abbia delle ripercussioni sulla salute dell’individuo. Infatti, la comunità di microrganismi che vive nell’intestino umano ha diversi compiti: facilita l’assorbimento di nutrienti che, altrimenti, sarebbero inaccessibili; modula il sistema immunitario dell’ospite e interviene nella prevenzione delle infezioni occupando delle nicchie ecologiche che potrebbero altrimenti essere sfruttate da microrganismi patogeni. Uno degli aspetti interessanti di questo ramo della ricerca è la trasmissione verticale madre-figlio di questo microbioma. Molti studi confermano che la componente materna giochi un ruolo importante in questo processo dal momento del parto fino al termine dei primi mesi di vita del bambino. Sia durante il passaggio attraverso il canale del parto che durante l’allattamento al seno, il bambino entra in contatto con diverse tipologie di microbi che andranno a costituire il microbioma, dalle comunità batteriche vaginali a quelle presenti sui capezzoli della madre in aggiunta a tutti i batteri ottenuti dall’ambiente esterno. Raccogliendo campioni di feci e di latte materno da diverse coppie madre-bambino è stato possibile osservare che diversi ceppi di batteri, quali Bifidobacterium bifidum, Coprococcus e Ruminococcus bromii, erano presenti in campioni della stessa coppia madre-bambino pur essendo distinti da quelli trasferiti in altre coppie. In questo modo è stato possibile verificare un certo grado di trasmissione verticale nel processo di colonizzazione dell’intestino del neonato. È quindi bello constatare che le nostre madri, oltre a tutti i sacrifici che hanno fatto e che fanno tutti i giorni per noi, ci donano fin dall’inizio gli strumenti per avere energia e salute nel corso della nostra vita.

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Curiosità

La trasmissione per via materna del DNA mitocondriale ne consente un ampio utilizzo nella medicina forense. Molto spesso per procedere nelle indagini si ricorre al DNA mitocondriale per risalire a quello del colpevole verificando le parentele nella linea femminile. Tutto questo è possibile poiché generalmente si ha a disposizione una quantità molto maggiore di DNA mitocondriale rispetto a quello nucleare (ogni cellula possiede da 100 a 1000 copie di DNA mitocondriale). Oltre a questo il DNA mitocondriale ha una maggiore resistenza alla degradazione rispetto a quello nucleare e tutte queste caratteristiche lo rendono il candidato ideale ad essere utilizzato in questo ambito.

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_{Immagine CC0 Creative Commons, si ringrazia @mrazura per il logo ITASTEM.
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Fonti

• Qinghua Zhou et al. (2016). Mitochondrial endonuclease G mediates breakdown of paternal mitochondria upon fertilization.
  https://doi.org/10.1126/science.aaf4777
• Francesco Asnicar ed al. (2016). Studying Vertical Microbiome Transmission from Mothers to Infants by Strain-Level Metagenomic Profiling.
  https://doi.org/10.1128/mSystems.00164-16

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