The silent humanity

Tutto era silenzio. 2112 d.c. Tutto era un pauroso silenzio.

La fine aveva colto il mondo lentamente. Tutto era muto.

Matt aveva compiuto 12 anni. Era venuto alla luce nel 2100, allo scoccare della mezzanotte. Il primo ragazzino nato nel nuovo secolo. Aveva emesso il primo vagito. Aveva sporcato il silenzio.

Il neo liberismo aveva raggiunto il suo scopo nel 2054. I governi mondiali erano scomparsi e le folle private del diritto di voto. L’oligarchia finanziaria, i burattinai, avevano raggiunto lo scopo.

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Tutto era silenzio. 2112 d.c. Tutto era intriso della violenza del silenzio.

Le donne partorivano su isole. Venivano trasferite all’ottavo mese di gravidanza. Isole immense e create per questo scopo. Isolare. Le case schermate con materiale fonoassorbente. Il rumore dei vagiti contenuto e compresso.

Matt era nato lì. DNA impiantato nel corpo della madre. Era cresciuto nel suono delle parole. Quelle che venivano concesse per legge a chi non potevano essere sottratte.
Indottrinato. Aule di asettico bianco accecante. I canoni della cultura iniettati nei neuroni privi di difesa.

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Tutto era silenzio. 2112 d.c. Tutto era sporco di silenzio.

Matt aveva compiuto 12 anni, l’età alla quale si lasciava l’isola. Venne condotto nel centro medico. Avvenne un colloquio. L’ultimo. Matt era felice. Avrebbe camminato per il mondo, quello che vedeva nei monitor, quello che era dipinto come il Nirvana. Matt era agitato e felice.
Il dottore lo fece spogliare. Un robot entrò nella stanza. Il dottore digitò sulla lavagna i dati anatomici del ragazzo. Il robot adattò la sua altezza. Poi il dito del medico sfiorò la lavagna digitale. Il robot si aprì, mostrando un alloggio perfettamente combaciante con la figura di Matt.

Entra la voce del dottore bucò il silenzio.
Matt esitò solo il tempo di un battito di ciglia. Matt era felice e smanioso.

Il robot si chiuse ed il buio lo avvolse. Ma non ebbe paura. La vita che cambia, la vita che cambia in 18 secondi. Questo fu il tempo. 18 secondi. Il tempo di lavoro del robot.
Chip di inchiostro superconduttore furono stampati sulla pelle. Al collo, sui polsi, dietro le ginocchia e alla tempia destra.
18 secondi di buio e il silenzio rotto da un suono simile al vento.

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Tutto era silenzio. 2112 d.c. Tutto era ottuso silenzio.

18 secondi dopo fu ancora luce. Il robot si riaprì. Matt uscì dalla pancia metallica. Una nuova nascita, una nuova madre.

D’istinto provò a parlare, voleva chiedere sono prontò? Si rese conto subito che non poteva. Matt era solo agitato adesso.
Il dottore era impassibile. Una statua di marmo. Matt si aspettava qualcosa, qualche parola, un cenno. Poi trasalì. Sentiva un calore esplodere alla tempia, la tempia desta.
Adesso sei pronto
Sentiva! Ma il dottore era fermo, glaciale.
Adesso non avrai più bisogno di parlare, adesso puoi entrare nel mondo reale
Il silenzio e le voci nella testa. Qualcuno poteva entrare e parlare al suo interno.
Quali erano i suoi pensieri e quali le voci esterne?
Tutto era reale perché nulla fosse reale.

Tutto era silenzio. 2112 d.c. Tutto era apparente silenzio.